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sabato 2 febbraio 2013
ANIMALI VAGANTI O FERITI IN PROVINCIA DI PORDENONE: UNA QUESTIONE DI ORARI?
Il fatto, ripreso dagli organi di stampa locale, è piuttosto recente: la sera del 10 gennaio in Viale Venezia, a Pordenone, alcuni cittadini hanno segnalato al 118 la presenza di un cane vagante, impaurito e a bordo strada.
L'intervento del cinovigile, avvenuto dopo circa un'ora, ha portato a un epilogo inaspettato e fatale per il povero animale: apprendiamo infatti che l’operatore recatosi sul posto ha cercato di catturare il cane con un bastone munito di un cappio, attuando una manovra che ha ingenerato spavento nell'animale. Quest'ultimo, nel tentativo di sottrarsi allo strumento di cattura, è stato investito da un’auto di passaggio ed è fuggito in preda allo shock, facendo perdere le proprie tracce in un parcheggio adiacente.
Considerata la dinamica dell'incidente le speranze che il cane possa essersi messo in salvo, sopravvivendo al trauma, sono piuttosto deboli.
Fatti come questo, uniti ad altre segnalazioni che ci sono pervenute proprio in questi giorni, ci portano- oggi più che mai- a riflettere sulla questione "animale vagante/animale ferito" e sul servizio reso da Ass.6 (Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale) all'utente.
"Utente" che, nel caso specifico e per quanto concerne le linee guida diramate dal Dipartimento Prevenzione - Area dei Servizi Veterinari, dovrebbe essere in primis l'animale.
I punti che desideriamo affrontare sono due, entrambi a nostro avviso essenziali.
Il primo, legato all'episodio sopra citato, concerne la figura del cinovigile e le modalità del suo intervento.
Crediamo sia legittimo domandarsi (girando questa domanda alle autorità locali) quali siano le reali competenze etologiche e comportamentali di questa figura professionale.
Chi ha avuto l'esperienza di trovare un cane vagante o ferito in provincia di Pordenone si sarà certamente posto questa e molte altre questioni, cercando di dare un senso alla parola "cinovigile". Questo termine, politicamente corretto e meno ruvido di "accalappiacani", non cambia di una virgola la sostanza, come dimostrato dai modi bruschi e dall'attrezzatura di cui era dotato l'operatore intervenuto in Viale Venezia.
Un bastone munito di un cappio non è certamente un sistema corretto per approcciarsi ad un cane, qualsivoglia sia il suo stato emotivo. Quando la cattura va a buon fine (e, lo sottolineiamo, non è andata così il 10 gennaio), l'animale viene legato a un guinzaglio con collare a strozzo, fissato a una parete del mezzo di trasporto. Viene naturale chiedersi cosa accadrebbe all'interno del furgone qualora il conducente dovesse essere costretto a una brusca frenata.
Queste domande non nascono dal desiderio di puntare il dito alla singola persona (il cinovigile) bensì dall'urgenza di sollecitare a un nuovo e diverso approccio quanti (istituzioni, dirigenti) dovrebbero garantire adeguata preparazione e formazione a chi interviene sul posto, dotandolo inoltre di risorse e mezzi idonei a recuperare gli animali in sicurezza (e, aggiungiamo, senza sottoporli a esperienze traumatiche).
Il secondo punto sul quale riteniamo doveroso fare una riflessione riguarda le linee guida da seguire, in provincia di Pordenone, nel caso di ritrovamento di un animale vagante e/o ferito.
Il Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria si è dotato di un opuscolo, consultabile anche in rete, che ha l'obiettivo di essere "un’agile guida sui compiti e sui servizi offerti nel settore dei piccoli animali per sapere che cosa chiedere, a chi rivolgersi e che cosa ottenere".
Leggiamo, dall'opuscolo:
"Chi dovesse trovare un cane vagante, anche se ferito, su luoghi o vie pubbliche non può raccoglierlo per portarlo al canile. L’ingresso di questi cani sarà rifiutato.
Se il ritrovamento avviene durante le fasce orarie diurne, non si deve nemmeno contattare il Servizio Veterinario o interpellare direttamente il Servizio di Emergenza del 118. Il cittadino deve invece rivolgersi al Comando di Polizia Urbana del Comune dove il cane è stato rinvenuto per segnalare il fatto. La Polizia Municipale verificherà se l’animale ha un proprietario certo al quale restituirlo, in questo aiutata dall’accertamento della presenza del microchip e dalla conseguente lettura del suo codice.
Qualora non fosse possibile risalire al proprietario del cane, la Polizia Municipale interpellerà il Servizio Veterinario della Azienda Sanitaria che interverrà raccogliendo il cane per il suo successivo invio al canile, dopo avergli prestato le prime e più urgenti cure se ferito. Se il cane ferito viene ritrovato nelle fasce orarie serali, notturne o nei giorni festivi, si veda il paragrafo pronta reperibilità a pagina 15."
Ciò che in questo passaggio si nota chiaramente è la mancanza (voluta? casuale?) di specifiche relative alle cosiddette "fasce orarie diurne" e "fasce orarie serali".
Si potrebbe obiettare che ogni comando di Polizia Municipale è dotato di propri orari di reperibilità, da qui l'impossibilità di redigere una tabella oraria generale.
Andiamo comunque a vedere cosa è stabilito dal paragrafo "pronta reperibilità a pagina 15":
"pagina 15. : Pronta reperibilità
L’Azienda Sanitaria n° 6 garantisce interventi di urgenza nei seguenti casi :
• cattura di cani vaganti pericolosi per l’incolumità pubblica e interventi su richieste d’emergenza da parte della forza pubblica.
• pronto soccorso a cani e gatti traumatizzati da incidente stradale o altre cause, solo se privi di proprietario.
Qualora si tratti di un gatto è necessaria un’ulteriore condizione: il cittadino che ha richiesto l’intervento deve essere disposto ad assumersi la responsabilità di custodire l’animale dopo le prime cure fornite dal veterinario pubblico. La richiesta d’intervento deve essere rivolta ai vigili urbani nell’orario diurno dei giorni feriali, mentre nell’orario notturno e nei giorni festivi può essere inoltrata al 118, solo in caso di animali traumatizzati privi di proprietario."
Dovendo riassumere e interpretare lo scritto, basandoci su esperienze, testimonianze e segnalazioni ricevute: è bene che un animale abbia l'accortezza di smarrirsi solo dal lunedì al sabato e solo nelle "fasce orarie diurne".
L'animale che avesse la bizzarra idea di perdersi e vagare in fascia oraria serale, notturna, di domenica o nei giorni festivi si metta l'anima in pace, perché il cittadino che vi si imbatterà potrà fare assai poco per aiutarlo.
Non potrà chiamare il comando di Polizia Municipale perché chiuso e, contattando il 118, si sentirà rispondere (come è accaduto) che, se l'animale non è ferito, non è possibile intervenire.
Oppure si sentirà dire cose come: "aspetti domani e chiami la Polizia Municipale" o "non possiamo intervenire senza ordini da parte del Comune, che ora è chiuso" e altre cose altrettanto sconfortanti.
Per i gatti, poi, la faccenda assume risvolti altrettanto ironici, per non dire paradossali: l'animale dovrà infatti essere dotato di ottimo tempismo, ferendosi "nell’orario diurno dei giorni feriali" oppure ferendosi "nell’orario notturno e nei giorni festivi" ma solo se privo di proprietario. Cani e gatti sono avvisati, e con loro le buone anime che cercheranno di soccorrerli sul ciglio di una strada, aspettando per ore (o invano) l'intervento di un cinovigile.
L'opinione che ci siamo fatti nel tempo è che spesso, troppo spesso, leggi e regolamenti che dovrebbero tutelare gli animali si rivelano lacunosi, incompleti e poco chiari.
A voler essere maliziosi si potrebbe pensare che siano scritti in modo tale da tutelare, prima che gli animali, le stesse istituzioni che li hanno redatti.
Se così non fosse, esse dovrebbero quantomeno spiegare le ragioni che le portano ad attuare il soccorso degli animali solo in alcuni casi, a tempo determinato, dalla tale ora alla tale ora.
Un servizio efficiente e sinceramente attento al benessere animale non può, a nostro avviso, prescindere da una tutela senza orari né casistiche di sorta garantita a tutti gli animali in difficoltà, con o senza proprietario accertato.
Tornando a quanto avvenuto a Pordenone la sera del 10 gennaio, ci auguriamo che le autorità preposte possano presto dare pubblica e trasparente spiegazione dei fatti accaduti, non limitandosi a poche laconiche righe con cui si auspica di fare il possibile:
il possibile, gentili Signori, non è sufficiente.
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