Egregio Signor Sindaco,
Apprendiamo dagli organi di stampa che l'Amministrazione che Ella rappresenta, per voce dell'Assessore Moro, ritiene che in occasione della manifestazione “Amici animali in fiera” non vi sia stato nulla da eccepire dal punto di vista del benessere degli animali.
L'Assessore Moro ha dichiarato infatti che “in quella rassegna non è stata violata alcuna norma” e ha ricordato che i controlli sui presunti abusi hanno dato esito negativo.
Siamo e sempre saremo contrari a qualsiasi manifestazione che preveda lo sfruttamento di animali; essi non sono oggetti o merce da esporre, né tanto meno strumenti funzionali allo svago o al divertimento di quanti ritengono di poterne disporre a proprio piacimento.
Ci rivolgiamo direttamente a Lei, Signor Sindaco, invitandoLa a prendere visione delle immagini girate all'interno della manifestazione e a dirci con tutta sincerità se per Lei è ammissibile assistere allo spettacolo di gechi e rettili rinchiusi in piccole scatolette di plastica, maialini, cincillà, furetti, gatti, insetti, uccelli, tutti esposti e detenuti in condizioni di stress incompatibili con le loro caratteristiche etologiche.
Certo, si può sempre fare finta che sia tutto a posto, archiviando questa vicenda come una disputa politica.
Ma non ci sono parole o dichiarazioni che possano cancellare le reali condizioni di vita di quegli sfortunati animali che, nell'indifferenza generale, continueranno a passare di fiera in fiera, rinchiusi in misere vaschette, anche grazie ad Istituzioni che preferiscono voltarsi dall'altra parte, forse reputando “marginali” questioni come questa.
Pordenone si fregia del logo “città amica degli animali” e possiede un regolamento di tutela che può, senza ombra di dubbio, essere definito all'avanguardia.
Tuttavia, se per Voi quanto accaduto in fiera è assolutamente regolare, allora riteniamo lecito domandarci a cosa serva un regolamento che, nei fatti, viene applicato con i risultati che abbiamo visto.
Al di là degli aspetti normativi ci permetta, Signor Sindaco, di appellarci alla Sua coscienza e alla Sua sensibilità.
Perché quanto abbiamo visto e quanto abbiamo documentato non può in nessun caso ritenersi accettabile.
L'Assessore Moro ha dichiarato infatti che “in quella rassegna non è stata violata alcuna norma” e ha ricordato che i controlli sui presunti abusi hanno dato esito negativo.
Siamo e sempre saremo contrari a qualsiasi manifestazione che preveda lo sfruttamento di animali; essi non sono oggetti o merce da esporre, né tanto meno strumenti funzionali allo svago o al divertimento di quanti ritengono di poterne disporre a proprio piacimento.
Ci rivolgiamo direttamente a Lei, Signor Sindaco, invitandoLa a prendere visione delle immagini girate all'interno della manifestazione e a dirci con tutta sincerità se per Lei è ammissibile assistere allo spettacolo di gechi e rettili rinchiusi in piccole scatolette di plastica, maialini, cincillà, furetti, gatti, insetti, uccelli, tutti esposti e detenuti in condizioni di stress incompatibili con le loro caratteristiche etologiche.
Certo, si può sempre fare finta che sia tutto a posto, archiviando questa vicenda come una disputa politica.
Ma non ci sono parole o dichiarazioni che possano cancellare le reali condizioni di vita di quegli sfortunati animali che, nell'indifferenza generale, continueranno a passare di fiera in fiera, rinchiusi in misere vaschette, anche grazie ad Istituzioni che preferiscono voltarsi dall'altra parte, forse reputando “marginali” questioni come questa.
Pordenone si fregia del logo “città amica degli animali” e possiede un regolamento di tutela che può, senza ombra di dubbio, essere definito all'avanguardia.
Tuttavia, se per Voi quanto accaduto in fiera è assolutamente regolare, allora riteniamo lecito domandarci a cosa serva un regolamento che, nei fatti, viene applicato con i risultati che abbiamo visto.
Al di là degli aspetti normativi ci permetta, Signor Sindaco, di appellarci alla Sua coscienza e alla Sua sensibilità.
Perché quanto abbiamo visto e quanto abbiamo documentato non può in nessun caso ritenersi accettabile.