domenica 30 dicembre 2012

CAMPAGNA "CHI MANGI OGGI?", COME REPLICARLA NELLA TUA CITTÀ


La campagna "CHI MANGI OGGI?", presente in questi giorni a Pordenone con un'affissione di grandi dimensioni in pieno centro, non è passata inosservata ed ha suscitato interesse sia da parte dei media che dell'opinione pubblica.
Campagne per gli Animali, ideatrice di questa campagna antispecista, ha ricevuto numerose richieste di informazioni da parte di attivisti disponibili a replicare l'iniziativa in altri comuni italiani.
Da qui l'esigenza di mettere a disposizione una breve guida con tutte le istruzioni del caso, a cura di Campagne per gli Animali.
E' nostro desiderio ringraziare pubblicamente CA per la disponibilità nonché per il prezioso e significativo lavoro di divulgazione del veganismo etico e dell’antispecismo. 

  
Campagna affissioni antispeciste




Vuoi pubblicare questo cartellone nella tua città?




Ecco come procedere


1) Organizzati con amici e conoscenti, o se fai parte di un’associazione coordinati con chi ne fa parte, questo servirà per dividersi i compiti e per raccogliere il denaro necessario per la stampa della pubblicità e per la sua affissione. Contattati scrivendo a info@campagneperglianimali.org per avvisarci delle tue intenzioni.

2) Informati sulle affissioni pubbliche. Per l’affissione di manifesti negli appositi spazi previsti dai Comuni italiani, bisogna tener presente che alcuni spazi sono a pagamento, altri invece sono gratuiti.

Per quelli a pagamento, l’affissione viene fatta direttamente dall’Ufficio Affissioni del Comune stesso. Per iniziative non-profit, generalmente la tariffa è agevolata (con uno sconto del 50% circa) rispetto ai normali manifesti pubblicitari, ma ciò varia da Comune a Comune. Il costo è direttamente proporzionale alla superficie del manifesto e al tempo di permanenza. I costi sono solitamente bassi e accessibili a tutti.
Il permesso nel caso di Pordenone è stato richiesto all’Ufficio Affissioni del Comune con un buon anticipo (circa 2 mesi) ed il costo dell’affissione di un manifesto i 6X3 metri per la durata di 14 giorni è stato di 85 euro per affissione posizionata (è stato scelto il luogo dell’affissione).

Attenzione: il Comune ha l’obbligo per legge di fornire GRATUITAMENTE alle associazioni un minimo del 10% degli spazi totali adibiti ad affissioni sul territorio di manifesti di dimensione fino a 70×100 cm.

Informati presso il tuo Comune su come usare questi spazi.

Per esporre invece una locandina nelle vetrine di negozi e bar, oltre a chiedere il permesso del negoziante, occorre far apporre l’apposito timbro sulla locandina presso l’Ufficio Affissioni del Comune. Il timbro di solito per le iniziative non-profit e senza sponsor è gratuito, ma anche questo dipende dal Comune. Non occorre essere un’associazione, lo può fare un gruppo o un privato. Se la locandina viene posta invece all’interno del negozio, e non in una vetrina che dia sulla strada, non è necessario alcun timbro ma solo il benestare del proprietario dell’esercizio.

La stessa regola vale per l’affissione di locandine all’interno di altri luoghi pubblici: biblioteche, sale d’aspetto, ecc.: è sufficiente avere il permesso del gestore o proprietario.

3) Informati sui costi di stampa. I costi di stampa del manifesto non sono di solito eccessivi (dipende dalle dimensioni e dal numero di stampe), ad esempio il manifesto 6 metri x 3 metri di Pordenone è costato poco meno di 40 euro.

4) Scarica il documento della grafica della pubblicità CHI MANGI OGGI? in formato PDF ad alta risoluzione e consegnalo su una chiavetta USB alla stamperia.
Il documento è stato creato per una stampa di grandi dimensioni e ha una risoluzione di 3 metri x 1,5 metri. Se si vuole stamparlo a 6 metri x 3 metri bisogna dire alla stamperia di provvedere alla stampa ingrandendolo del 200%, se si vuole provvedere ad una stampa di dimensioni minori, è sempre necessario avvisare lo stampatore di ridurre in percentuale le proporzioni.
Il file è compresso in un documento .zip, basta scaricarlo e scompattarlo.

Clicca e scarica il documento della grafica della pubblicità (documento .zip del peso di 1,26 MB): www.campagneperglianimali.org/web/wp-content/uploads/2012/12/cartellone_chi_mangi_oggi_ca.zip

Se intendi inserire il logo della tua associazione (come è stato fatto per Pordenone), ti chiediamo di rivolgerti direttamente alla stamperia che produrrà le stampe, di solito è in grado di fare aggiunte del genere.
Per non dover personalizzare innumerevoli volte la grafica, abbiamo infatti deciso di fornire solo la pubblicità con il logo PUBBLICITA’ ANTISPECISTA.
Il logo che eventualmente verrà inserito non dovrebbe superare in dimensioni il logo PUBBLICITA’ ANTISPECISTA già presente nella grafica.
Ti chiediamo inoltre di non modificare ulteriormente la pubblicità cancellando o modificando testi e/o immagini. Una volta scelte le dimensioni e apportato le modifiche come sopra, inviaci una demo via email a info@campagneperglianimali.org per metterci al corrente del tuo lavoro.

5) Ottenuto il permesso del Comune avvisaci della data di pubblicazione, e inviaci delle fotografie dei manifesti esposti nonché le eventuali reazioni dei mezzi di informazione, provvederemo a pubblicare tutto sul sito di Campagne per gli animali con i ringraziamenti.

ATTENZIONE: CAMPAGNE PER GLI ANIMALI NON HA AVVIATO RACCOLTE FONDI PER PUBBLICAZIONI ANTISPECISTE SUL TERRITORIO, PERTANTO LE POSSIBILI RACCOLTE DI FONDI IN ESSERE SONO DA CONSIDERARSI INIZIATIVE INDIVIDUALI DI ATTIVISTI ANIMALISTI, O DI ALTRE ASSOCIAZIONI, IN OGNI CASO NON A CAMPAGNE PER GLI ANIMALI. SE E QUANDO AVVIEREMO UNA RACCOLTA FONDI PER UNA PUBBLICAZIONE, NE DAREMO NOTIZIA SU QUESTO SITO WEB E SU VEGANZETTA.ORG


fonte: http://www.campagneperglianimali.org/web/campagna-affissioni-antispeciste/

sabato 29 dicembre 2012

ANIMAL STUDIES E POLITICHE DELLA NATURA: INTERVISTA A MARCO MAURIZI




Da questo mese è in distribuzione anche a Pordenone la rivista italiana di antispecismo Animal Studies. Abbiamo così colto l'occasione per fare alcune domande a Marco Maurizi, filosofo e curatore del primo numero, dal titolo Politiche della natura.
Ringraziamo Marco per averci concesso questa intervista, che pubblichiamo con piacere. 

Oggi in Italia è possibile consultare un gran numero di pubblicazioni (libri, articoli, riviste) che trattano i temi dell'animalismo e dell'antispecismo.
Come nasce e come si inserisce, in questo panorama, Animal Studies e quali sono gli

obiettivi che vi siete posti dando vita a questo progetto?

Marco Maurizi:   In realtà la ricerca sulla questione animale qui in Italia è ancora all’inizio. La maggior parte delle pubblicazioni consiste in traduzioni di opere straniere, alle volte anche con un ritardo di molti anni. Nonostante le molte voci interessanti del panorama nostrano, non esiste di fatto un vero dibattito né militante né tanto meno accademico sulla cosiddetta “questione animale”.
La nostra rivista si inserisce in questa situazione come tentativo di riempire un vuoto clamoroso. A differenza del resto del mondo, dove gli animal studies hanno ormai una solida tradizione alle spalle e sono accademicamente e pubblicamente riconosciuti come campo di ricerca legittimo e di interesse generale, non esiste in Italia nessuna cultura accademica al riguardo e, conseguentemente, nessuna rivista che tratti di questi temi in termini conseguenti e con l’obiettivo preciso di iniziare un dibattito autentico a questo livello.
Certo, come ho già accennato, esistono realtà in cui c’è la pretesa di fare teoria e anche di creare dibattiti culturali ma si tratta per lo più di ambiti militanti chiusi nel proprio dogmatismo o di tentativi semi-amatoriali in cui le regole metodologiche del dialogo filosofico vengono prontamente disattese: non c’è da meravigliarsi se il mondo “là fuori” si disinteressa totalmente di questi soggetti e se siamo ancora così lontani dall’aver guadagnato alla sofferenza animale lo spazio che essa merita nel discorso pubblico. Animal Studies nasce proprio da questa consapevolezza, dalla necessità di far finalmente esistere anche in Italia una rivista accademica in grado di porsi come referente e luogo di discussione aperto a tutti coloro che intendono porre la questione della tragedia animale.


Il titolo,“Animal Studies”, potrà apparire inusuale a lettori non appartenenti al mondo
animalista. Perché la scelta di questo titolo?

Marco Maurizi:  Come ho detto prima, il problema è che il nostro paese sconta un ritardo spaventoso rispetto a ciò che all’estero è già norma. Altrove, per fare un esempio, esistono dipartimenti che si occupano da anni di animal studies. Il nome della rivista vuole proprio segnalare la necessità di colmare questo vuoto.

La redazione è composta di un gruppo eterogeneo di persone, frutto del desiderio di dar voce a una pluralità di pensieri: ti va di dirci qualcosa in merito?

Marco Maurizi:  La redazione della rivista nasce dall’esperienza del blog “Asinus Novus” che l’ha preceduta di diversi mesi. Di fatto le due redazioni sono identiche. Il gruppo di lavoro che attualmente segue entrambi i progetti si è costruito in modo molto spontaneo e seguendo un criterio assai semplice di aggregazione: poiché la schiavitù animale è un fenomeno complesso, radicato non solo nella coscienza morale degli individui (come troppo spesso e ingenuamente ancora si ritiene) ma anche, se non di più, nelle relazioni tra gli individui, nel più ampio spazio dell’economia, della politica e della cultura, abbiamo sentito l’esigenza di uscire da una semplice ricostruzione filosofica della condizione non-umana per cercare di intersecare voci diverse, ambiti di ricerca apparentemente distanti come l’economia, l’antropologia o la storia della scienza. Manca ancora l’arte che è un tema per me molto importante e invece generalmente sottovalutato (anzi, se ci sono artisti e/o storici dell’arte che leggono e vogliono farsi avanti, prego!). Nel percorso che ha portato Leonardo Caffo e me a creare il blog e ad aprirlo ad una serie di esperienze diverse ci siamo fatti guidare solo da questo: abbiamo contattato persone in grado di aggiungere qualcosa dalla propria prospettiva esistenziale e di ricerca ma, soprattutto, che fossero come noi curiose della diversità dei punti di vista e aperte al confronto. Il panorama dell’antispecismo – non solo in Italia, c’è da dire – è invece caratterizzato da atteggiamenti leaderistici ed autoritari, oppure da chiusure gregarie e identitarie che raramente permettono un sano e aperto confronto di vedute. La pluralità di posizioni nel blog è invece sotto gli occhi di tutti. È ovvio che una rivista accademica, per essere credibile, non può che rispettare questo principio di apertura e di capacità dialogica.

La rivista è aperta a collaborazioni esterne e ad interazioni con i lettori? Se si, con quali modalità?

Marco Maurizi:  Ovviamente sì. Le modalità di partecipazione sono principalmente di tre tipi: attraverso la proposta di articoli, di recensioni e nell’apposito spazio dedicato ai dibattiti. Abbiamo infatti tenuto molto ad avere uno spazio-dibattiti che potesse offrirsi come luogo aperto di problematizzazione dei contenuti della rivista.

Il primo numero, da te curato, ha come sottotitolo “Politiche della Natura”. Ci puoi accennare brevemente agli argomenti trattati in questo numero ai contributi esterni,
se ce ne sono?

Marco Maurizi:  Come dice il titolo si tratta di riflettere sul valore politico della nozione di “natura”, concetto ambiguo che, laddove non viene inteso in senso dogmatico, si maneggia sempre con molta difficoltà. Ci sono contributi esterni molto importanti come un inedito di Slavoj Žižek che per la prima volta si misura in modo serio sul tema dell’animalità e offre un punto di vista che andrà adeguatamente preso in considerazione. Poi abbiamo inaugurato la sezione “dibattiti” con un serrato confronto tra due giovani autori, Arianna Ferrari (che è anche membro della redazione) e Adriano Mannino, entrambi antispecisti ma su posizioni diametralmente opposte per quanto riguarda la liceità della sperimentazione animale nell’ambito delle biotecnologie.

Molti lettori del nostro blog sono attivisti per i diritti animali, partecipano a presìdi,
manifestazioni o altre iniziative animaliste; questa rivista è rivolta principalmente a loro o, piuttosto, ad un pubblico interessato a questioni filosofiche in ambito accademico?

Marco Maurizi:  Non sta scritto da nessuna parte, se non nella desolante eredità del nostro tempo indaffarato, che il mondo dell’attivismo e quello della ricerca teorica debbano ignorarsi o lanciarsi sguardi di inimicizia. La rivista è rivolta a tutti, il suo spessore accademico non significa affatto astrusità o auto-referenzialità, anzi essa adotta un linguaggio quanto più possibile adatto ai problemi che tratta ed è leggibile da chiunque sia interessato a comprendere il mondo che ci circonda. La rivista, d’altronde, non è fatta da cattedratici che pretendono insegnare ad altri, con tono oracolare, una presunta verità di cui solo essi possederebbero le chiavi: è invece composta in gran parte da attivisti, attivisti che però sono al contempo persone che cercano di capire e spiegarsi la complessità del reale. Ovviamente non è nemmeno possibile fare sconti comitiva: di fronte a problemi complessi le risposte debbono essere articolate nel modo adeguato. E forse è proprio questo il problema: troppo spesso l’attivismo non è che una maschera dietro cui si cela un’esigenza di comode certezze che la ricerca, fondata sul dubbio, non può mai garantire e che ha, anzi, il compito primario di mettere in discussione. L’antipatia tra il pensiero e la prassi sta tutta qui: ogni messa in discussione provoca fastidio a chi preferisce inseguire una bandiera, piuttosto che un’esigenza di verità.

In un’epoca in cui la carta stampata pare sia destinata ad andare in pensione, sostituita in maniera sempre più massiccia da formati digitali fruibili anche in rete, una rivista “tradizionale” potrebbe apparire poco al passo con i tempi; perché la scelta di stampare Animal Studies e non di realizzare un progetto esclusivamente online?

Marco Maurizi:  Non c’è una vera risposta, mi vengono in mente tre motivi diversi.
Partiamo dal fatto che ogni avventura umana è costituita da una buona dose di causalità, di incontri accidentali che assumono un significato solo a posteriori (dare un senso a ciò che è frutto del caso è, d’altronde, il compito specifico dell’amicizia e dell’amore). Anzitutto il progetto della rivista nasce dalla collaborazione con una casa editrice “Novalogos” che è una realtà, piccola e battagliera, ma di impostazione tradizionale: il progetto della rivista è stato elaborato assieme agli amici di “Novalogos” e fin dall’inizio era chiaro a noi e a loro che si sarebbe trattato di una rivista “classica”. In secondo luogo, banalmente, occorre ribadire che anche su questo l’Italia è in ritardo: non solo gli ebook sono ancora poco diffusi ma c’è addirittura una parte del mondo accademico che considera ancora le riviste on line delle riviste di serie B!  Poi io sarò forse all’antica, però penso che una rivista che ospiti contributi di un certo spessore teorico debba ancora essere cartacea, perché la lettura è comunque un atto impegnativo che necessita di un minimo di concentrazione e l’uso di internet è ancora caratterizzato dal “mordi e fuggi” (come si può vedere in molti commenti al nostro blog che cadono del tutto “a sproposito”). Certo, qualora anche in Italia le cose cambiassero e la modalità di lettura on line o in formato elettronico fossero implementate, non ci sarebbe nulla di male a cambiare formato.


Quali sinergie esistono tra il blog Asinus Novus e la rivista Animal Studies e in cosa
questi due progetti si differenziano tra loro?

Marco Maurizi:  Appunto, la differenza sta principalmente nel formato e, conseguentemente, nel livello di approfondimento proposto. Il blog cerca di raggiungere quanti più lettori possibili offrendo però un livello di informazione e rielaborazione “alto” rispetto a ciò che un blog normalmente fa.  Si è trattato di un esperimento: Leonardo Caffo, che in queste cose è sicuramente più esperto e lungimirante di me, ha lanciato l’idea di uno spazio internet in cui fosse possibile fare teoria e informazione per un pubblico molto ampio senza rinunciare alla qualità. Benché fossi scettico all’inizio devo dire che Leonardo ha avuto ragione, il blog è seguitissimo, nonostante ospiti contributi non sempre immediati o di facile presa. Diciamo che Asinus Novus rappresenta l’utopia di una comunità aperta in grado di dialogare democraticamente sui temi dell’antispecismo senza dogmatismi e senza facili slogan. Per il momento funziona, vedremo finché dura!

Animal Studies è una rivista di antispecismo, termine che, nell'attuale scenario del
movimento per i diritti animali, si presta a diverse e sfaccettate interpretazioni. Ci chiediamo e ti chiediamo quale sia oggi la definizione più calzante e completa di
“antispecismo”, se ne esiste una.

Marco Maurizi:  È una questione complessa. Ho già avuto modo di scriverne a lungo, in realtà l’antispecismo non esiste, esistono diverse posizioni filosofiche che fanno propria la necessità di lottare contro lo specismo. Ma anche questo non è dirimente perché “specismo” significa tante cose: c’è chi lo considera un pregiudizio morale che fa considerare gli animali non-umani “inferiori” e chi, come me, una struttura socio-economica di potere che implica anche l’asservimento degli umani e dell’animalità dell’uomo. Diciamo che “antispecismo” oggi indica un grande calderone in cui ognuno vede un po’ quello che vuole. Non è un bene, anzi, vorrei che ci fosse meno confusione sui concetti. Ma diciamo che finché tale etichetta serve da ombrello a tutti coloro che lottano contro la violenza sugli animali la si può usare senza essere troppo schizzinosi.

A Pordenone la rivista è distribuita in libreria ma è anche disponibile, per consultazione, in Biblioteca Civica. Chi invece ci legge da fuori provincia o da altre parti d’Italia come può procurarsela?

Marco Maurizi:  Può ordinarla direttamente all’editore Novalogos sul loro sito, oppure in una delle librerie in cui è in distribuzione. 


CENONE VEGAN DI FINE ANNO




Un capodanno da festeggiare fra amici, all'insegna del buon cibo e soprattutto nel rispetto di ogni essere vivente: tutto questo è possibile grazie alla tenacia e alla bravura di Marianna, che organizza un delizioso
CENONE VEGAN di fine anno in provincia di Udine.


LUNEDÌ 31 DICEMBRE 

al Ristorante "Agli Amici" di Lovaria (Pradamano, UD)

Ora di inizio aperitivo h.20.00, cena h.21,00


Il costo della cena è di 56 euro, bevande incluse.
Ci saranno musica e buona compagnia!
Per info, Marianna 328 6345860
marionn@hotmail.it


Menu VEGAN di Capodanno 2012


Aperitivo e stuzzichini

Guacamole
Crema di Noci
Chutney di cipollla rossa
Barchette di indivia e radicchio con salsine
Crostini con patè di capodanno
Bruschette Pizzaiola



Antipasti
Insalata russa
Insalata di cavolfiore e melograno
Strudel di verdure
Torta patate e champignon
Involtini Hummus e falafel



Primi Piatti
Raw-violi
Crepes gratinate ai broccoli
Risottino Venere al profumo di bosco



Secondi Piatti
Spezzatino e Polenta
Polpettone con patate al forno

Buffet di dolci

...e a mezzanotte
Cotechino* e Lenticchie


Carta dei dolci
Delizia di cocco e cioccolato
Crema di nocciole
Fantasia di Cioccolato e pere
Baci di Dama
Cuoricini allo zenzero
Apple Crumble
Specialità all'arancia
Strudel speciale dell'anno nuovo
Semifreddo banane e lamponi
e naturalmente....
il Panettone

* naturalmente anche questo, come tutti gli altri piatti, è 100% Vegan :-)




venerdì 21 dicembre 2012

ILLUMINA LA SPERANZA - FIACCOLATA NO HARLAN A UDINE


Sabato 19 gennaio 2013 avrà luogo a Gannat una manifestazione di protesta contro la multinazionale Harlan, presente nella cittadina francese con una sua filiale.
In contemporanea con questo importante evento internazionale, il No Harlan Group Udine lancia l'iniziativa dal titolo "Illumina la speranza", una fiaccolata che si svolgerà tra le vie di Udine a partire dalle ore 17.
Sarà un'occasione per testimoniare il desiderio di un cambiamento, la speranza in una società in cui parole come "vivisezione" e "sperimentazione animale" possano essere, finalmente, solo un ricordo.

   


Ritrovo alle ore 17 in Piazza della Libertà
Ore 17.30 Partenza della marcia
Ore 18.30 Arrivo in Piazza Matteotti (riflessioni con musica e parole - raccolta firme "STOP VIVISECTION" per dire NO alla direttiva europea 2010/63/UE)
Ore 20 Chiusura Evento

Per informazioni www.noharlangroupudine.wordpress.com
evento Facebook:  http://on.fb.me/XTmdMe


mercoledì 19 dicembre 2012

PRESEPE CON ANIMALI A SACILE



Con il Natale alle porte c'è chi non si fa mancare proprio niente. 
Quando luminarie e mercatini non sono abbastanza, la magia delle feste arriva a Sacile sotto forma di presepe vivente.
A dirla tutta, di "vivente" il presepe in questione ha solo alcuni protagonisti : una quindicina di piccoli animali fra galline, anatre e conigli, tenuti in recinti delimitati da una rete ai due lati della natività. 




Li abbiamo visti questa mattina a Sacile, in una Piazza del Popolo semideserta, e ci siamo chiesti da quanti giorni e per quanto ancora questi animali stazioneranno al freddo in questo presepe, esposti come ornamenti agli sguardi curiosi (o più spesso indifferenti) dei passanti.
Certamente fino a Natale.


Immaginiamo che chi ha promosso l'iniziativa non mancherà di sottolineare come conigli, anatre e galline stiano meglio in quel presepe che in un allevamento, oppure che sono stati garantiti il rispetto delle norme sanitarie e l'attenzione per le condizioni in cui gli animali sono tenuti.
A questi signori desideriamo replicare che il rispetto delle norme sanitarie vigenti non porta necessariamente al rispetto del benessere (fisico e psicologico) degli animali e, nel caso di Sacile, ci permettiamo di aggiungere che la stessa Sagra dei osei ce lo insegna ogni anno.
Seppur si tratti di un presepe non esposto alle intemperie (inserito in una struttura piramidale in legno, semiaperta), gli animali in esso impiegati si trovano comunque a sperimentare una situazione forzata che genera disagio e stress, in un contesto a loro non congeniale e totalmente innaturale.
In una società come la nostra, in cui ci si appella sempre più spesso al recupero della tradizione e dei veri valori, ci preme ricordare che i veri valori comprendono anche il rispetto per le tutte le vite che ci circondano.
Gli animali sono vite, non oggetti da esibire
né tanto meno addobbi natalizi.




martedì 18 dicembre 2012

SOLO CHI E’ CONSAPEVOLE PUO’ COMPIERE SCELTE LIBERE




Ringraziamo di cuore Paola Doretto per le riflessioni che ha voluto condividere con noi a seguito dell'incontro con Melanie Joy (a Pordenone lo scorso 18 novembre),  al quale era presente fra il pubblico.
Pubblichiamo questa sua lettera con vero piacere.


UN APPELLO ALLA CONSAPEVOLEZZA
(SOLO CHI E’ CONSAPEVOLE PUO’ COMPIERE SCELTE LIBERE)

Partiamo da questo bel sottotitolo, che è il miglior prologo che si potesse trovare per iniziare a scrivere quello di cui voglio scrivere.
L’importanza della consapevolezza dunque, per arrivare ad essa occorrono due ingredienti, importanti in modo uguale:
il desiderio di verità (che è un desiderio intimo, personale, che investe molte altre sfere della nostra vita) e poi i dati di realtà, le osservazioni, necessariamente mutuati dall’informazione.
Il nostro gesto di mangiare la carne degli animali (di certi animali, e qui ci si potrebbe già dilungare in altre considerazioni) è un gesto apparentemente ovvio, quotidiano e condiviso. 
Confezionata, pesata, “mondata” in modo da allontanare da noi il più possibile l’immagine reale dell’animale da cui proviene, viene offerta in quantità incredibili da macellerie, supermercati, sagre, mercatini, ecc.
La troviamo in ogni supermercato, basta passare il reparto della frutta verdura ed il lungo banco frigo, illuminato dai neon studiati apposta per renderla sempre più rosso-rosea, si staglia davanti a noi, un semplice gesto e finisce nel nostro carrello, fino alla nostra tavola, come fosse un gesto innocuo e banale. Ma così non è. 
Al massimo, se capita che ci pensiamo, le risposte che ci diamo sono più o meno queste: è Normale, lo fanno tutti, Necessario, il corpo nostro ne ha bisogno, Naturale, la carne si è sempre mangiata e poi gli animali stessi si mangiano l’uno con l’altro no?
Rispondendo così a queste domande, sembriamo quasi quasi consapevoli, ma non lo siamo affatto perché per esserlo, abbiamo detto occorrono quei due ingredienti importanti e forse sarebbe bene chiederci “se li abbiamo in dispensa…”
Mi capita a volte di essere in macchina e di sorpassare grandi camion per il trasporto di “animali vivi”, ho sempre provato una stretta di angoscia vedendoli, loro sono lì, diretti all’ultimo viaggio, stipati, impauriti, privati della libertà, della dignità, della pietà.
Quanti di noi si soffermano su questa immagine? Non lo so, ma di solito si corre avanti, i pensieri si spostano, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto neghiamo a noi stessi di aver visto qualche cosa di orribile perché vogliamo andare avanti, verso le nostre cose, i nostri piaceri o dispiaceri, la nostra vita, che sarà mai quella di un po’ di maiali o di polli?
Già qui noi operiamo col pensiero contro la Consapevolezza: non vogliamo guardare bene, sapere, riflettere, approfondire, già qui dimostriamo di non amare poi così tanto la verità.
Sono sempre molto grata agli animalisti (in particolare qui, nella nostra realtà, agli Animalisti Friuli Venezia Giulia- AFVG) per il lavoro instancabile e appassionato di mostrare, informare, denunciare, sempre pacificamente, una realtà che si preferisce nascondere.
Ed è infatti grazie a loro che ho potuto vedere un video, “rubato” in alcuni mattatoi e che è stato reso pubblico durante la conferenza della psicologa Melanie Joy qualche tempo fa.

Dico “rubato” perché come in ogni vero lager, riguardi esso animali o uomini, non c’è possibilità di accesso se non agli “addetti ai lavori”. L’orrore non si può mostrare, nel caso dell’animale questo deve trasformarsi in fettine, cubetti, rotoli ecc.. dentro milioni di vaschette di polistirolo, magari con sull’etichetta il disegnino di un’allegra fattoria.
Ma nel video c’è ben altro e vi garantisco che non è stato per nulla facile guardarlo fino in fondo e che a molte delle persone in sala il pianto è salito in gola senza poter essere trattenuto, la pietà, esiste mi sono detta, esiste ancora.
Solo qualche immagine, non mi sarebbe possibile raccontarlo tutto: ci sono i reparti più avanzati e tecnologici dove ad esempio i tacchini vengono montati su una catena di montaggio che li decapita al ritmo di una macchina per tappare le bottiglie, stessa cosa per la scelta dei pulcini maschi destinati all’eliminazione, dalle femmine, che diventeranno produttrici di uova.
Non so dire a chi vada meglio, in una stanza piena di schizzi di sangue e feci un uomo strappa a vivo i genitali ai piccoli maiali, altri, cuccioli, vengono uccisi scaraventandoli a terra.
Da un’altra parte ai più “fortunati”, uno sull’altro, stipati, terrorizzati dall’odore della morte che satura l’ambiente si spara all’istante coi fucili ad aria compressa, uno cade riverso sull’altro ancora vivo per qualche secondo ancora.
Questo video non era fiction, ma la realtà e per avere un’idea forse più precisa ci sono anche i numeri: 124.000 animali uccisi ogni minuto, 75.000 miliardi in un anno.
Credo che nessun Superquark ce lo mostrerà mai, per effetto della Negazione, noi procediamo negando ciò che non ci piace sapere e vedere. Ma questo non fa bene alla nostra anima, questo non ci rende degni di essere chiamati uomini.
E infine tutto questo non è Normale, perché l’orrore non dovrebbe far parte della nostra idea di normalità, non è Necessario, molti sono gli esempi di persone vegetariane dalla nascita che hanno vissuto e vivono a lungo ed in salute, non è infine nemmeno Naturale, perché l’uomo pur facendo parte della Natura ha a disposizione l’intelligenza che  gli permette di procurarsi il cibo in mille modi diversi, di ragionare, di scegliere, di provare pietà, di innalzarsi spiritualmente. Se noi neghiamo queste caratteristiche dell’uomo di che cosa potremo vantarci?  Ricordiamoci infine le parole di Buddha: in ciascuno di noi ci sono semi buoni e semi cattivi, cerchiamo di innaffiare solo quelli buoni. 
Buon Natale a tutti noi, esseri viventi sulla stessa Terra, che è madre di ciascuno così da renderci tutti fratelli.

Paola Doretto

domenica 16 dicembre 2012

CAMPAGNA "CHI MANGI OGGI", DAL 17 DICEMBRE A PORDENONE




Nel mondo, ogni giorno, miliardi di animali sono allevati, sfruttati e uccisi per il consumo umano.
Eppure tutto questo è spesso invisibile agli occhi dell'opinione pubblica. 
L'invisibilità è resa tale da un sistema che, agendo attraverso i mass media, ci vende una realtà rassicurante e patinata dove gli animali giocano il ruolo di comparse.
La pubblicità, che sempre più scandisce le nostre vite, guidando per mano scelte che spesso hanno profonde implicazioni morali ed etiche, si serve di una serie di stereotipi per rappresentare la sfera animale, tenendola a distanza di sicurezza da quella umana. 
Ci viene così insegnato a pensare agli animali come a figure astratte, stilizzate, esseri gioiosi di offrirci la loro carne, le loro uova, il loro latte. 
Nella rappresentazione che ne viene fatta, così come nell'immaginario collettivo, essi sono sempre liberi e godono di una vita appagante: il maiale raffigurato nella pubblicità del salumificio è un maiale felice,  così come sono felici la mucca che ci dona il latte o la gallina della nota azienda avicola che, sorridente, ci fa l'occhiolino sulla confezione di uova. 
Queste immagini così rassicuranti contribuiscono a rendere remoto e inaccessibile alle nostre coscienze il vero mondo che abbiamo costruito per gli animali, fatto di allevamenti e di quelle catene di smontaggio che sono i mattatoi e le fabbriche di produzione di carne.

In un contesto come questo, nel quale la sofferenza degli animali non è mai rappresentata, abbiamo voluto provare ad abbattere un muro di silenzio, proponendo qualcosa di alternativo a questa "normalità" con una campagna pubblicitaria diversa dal solito.
Così nasce “CHI mangi oggi”, una campagna antispecista che si pone l'obiettivo di scuotere le coscienze attraverso un'immagine emblematica e inusuale che, spostando l'attenzione dalla specie animale a quella umana, ci ricorda che la morte, il dolore e la sofferenza sono uguali per tutte le specie e che rivendicare la superiorità della società umana sul mondo animale equivale a legittimare la sopraffazione del più forte sul più debole.
Nonostante ciò che ci è stato insegnato ad accettare come dato di fatto, gli animali non sono oggetti di cui poter disporre a nostro vantaggio e piacimento;
essi sono qualcuno, non qualcosa.

La campagna “CHI mangi oggi”, ideata da CA-Campagne per gli Animali e promossa a Pordenone da Animalisti FVG, sarà presente in questi giorni con un'affissione di grandi dimensioni situata in pieno centro città (Via Oberdan). 





giovedì 13 dicembre 2012

IL MENU' DELLE FESTE PER UN NATALE 2012 VERAMENTE BUONO




Un fantastico e delizioso menù senza crudeltà per le vostre feste, 100% vegan e curato dalla bravissima Alessandra per i lettori del nostro blog
Buon appetito e buone feste da Animalisti FVG!

ANTIPASTO - Frittelle di lenticchie rosse
Ingredienti
150 grammi di lenticchie rosse cotte (50 grammi da secche) 
150 grammi farina "0"
1 cucchiaio di zenzero fresco grattuggiato
1 cucchiaino di prezzemolo tritato
½ bicchiere di birra
½ bicchiere di acqua
olio extra vergine d'oliva
sale q.b.

Procedimento
preparare la pastella unendo la birra alla farina ed eventualmente aggiustarla con l'aggiunta di un po di acqua
in un recipiente a parte mescolare lo zenzero, il prezzemolo e le lenticchie
far scaldare l'olio in una padella antiaderente e, nel frattempo, unire le lenticchie alla pastella e formare delle palline (o quenelle) aiutandosi con due cucchiai
far friggere le frittelle di lenticchie per 4/5 minuti
servirle tiepide

PRIMO - Cannelloni di tofu e zucca
Ingredienti 
1 confezione di cannelloni o lasagne vegan (di grano duro)
350 grammi di zucca
400 grammi circa di tofu al naturale 
lievito alimentare in scaglie (per la guarnizione) 

per la besciamella:
1 litro di latte di soia
100 grammi di olio extra vergine d'oliva 
60 grammi di farina "0"
50 grammi di burro di soia
sale q.b.
noce moscata

Procedimento
preparare la besciamella e lasciarla riposare qualche minuto
nel frattempo preparare il ripieno dei cannelloni cuocendo la zucca, tagliata a pezzi di media grandezza, in forno per circa 20 minuti
tagliare a quadretti il tofu e unirli alla zucca cotta, salare a piacere e aggiungere un po di olio extra vergine di oliva e un pizzico di noce moscata
frullare il tutto con un frullatore a immersione, ottenendo un composto omogeneo

farcire i cannelloni (se non riuscite a trovare cannelloni vegan potete comporre i vostri cannelloni utilizzando le lasagne di grano duro secche, dopo averle sbollentate) 
cospargere il fondo della pirofila da forno con la besciamella, adagiarvi i cannelloni ripieni e ricoprirli generosamente con la besciamella
guarnire il tutto con una spolverata di lievito alimentare in scaglie o con lievito in scaglie, un po di salsa di pomodoro e basilico 

infornare la pirofila, ricoperta di carta stagnola, a 180 gradi 40 minuti circa
trascorsi i 40 minuti togliere la stagnola e far dorare i cannelloni per 10 minuti con la funzione grill

SECONDO: Involtini di seitan in crosta di patate e salsa all'arancia
Ingredienti 
500 gr seitan al naturale
4 patate grosse (circa 1 chilo e 200 grammi) 
3 arance
2 cucchiai di shoyu (salsa di soia)
1 cucchiaino di erbe aromatiche (timo rosmarino e salvia)
½ cucchiaio di amido di mais (maizena)
olio extra vergine d'oliva

Procedimento
spremere le 3 arance dopo aver grattuggiato la scorza di una di esse
tritare finemente il seitan , condirlo con le erbe aromatiche, la salsa di soia, la scorza d'arancia e 2 cucchiai d'olio

affettare le patate longitudinalmente (fette da 1 cm circa) , condirle con 2 cucchiai di olio e sale q.b.
ricoprire una teglia con le fette di patate leggermente sovrapposte una all'altra e adagiate sulla carta da forno
infornarle a 180 gradi per 10 minuti
trascorso questo tempo dividere il letto di patate ottenuto in due rettangoli di uguali dimensioni, ricoprirli con il seitan, arrotolarli aiutandosi con la carta forno (che verrà successivamente riposizionata sulla placca da forno per il completamento della cottura)
tagliare gli involtini, disporli sulla placca da forno infornarli a 180 gradi per mezz'ora, ora fino a quando non saranno gratinati 

preparare la salsa all'arancia disponendo ½ cucchiaio di maizena, 2 cucchiai olio extra vergine d'oliva e un pizzico di sale in una ciotola
mescolare qualche minuto e aggiungere il succo delle arance
mettere a cuocere il composto fino a che non si sarà addensato 
lasciare intiepidire

servire gli involtini di seitan in crosta su un letto verde (rucola, indivia o spinacine) 
guarnirli con la salsa all'arancio, aggiungendo uno spicchio di arancio per decorare il piatto

CONTORNO - Pomodori pachino gratinati
Ingredienti 
500 gr di pomodori pachino
1 mazzetto di prezzemolo
pane grattugiato
sale e pepe q.b.
olio extra vergine d'oliva

Procedimento
tagliare a metà i pomodori
svuotarli, utilizzare l'interno unendovi il pane grattugiato, il sale, il pepe, il prezzemolo tritato e l'olio
utilizzare il composto ottenuto per farcire i pomodori precedentemente svuotati
infornare a 180 gradi per 30 minuti, finché i pomodori non saranno gratinati

DESSERT - Bavarese di cachi
Ingredienti 
per la base: 
60 grammi di biscotti ai cereali
2 cucchiai di fiocchi di cereali integrali (o muesli)
1 cucchiaio di semi di sesamo 
3 cucchiai di malto di grano

per la bavarese:
400 grammi di panna vegetale (panna da montare, che non monterete, o anche panna da cucina)
200 grammi di cachi
2 cucchiai di malto di grano 
2 cucchiaini di zucchero di canna
1 cucchiaino e ½ di agar agar
4 stampini senza fondo (per la composizione)

per la salsa: 
1 caco
100 grammi di acqua
20 grammi di zucchero di canna

Procedimento
preparare la base frullando i biscotti secchi assieme ai cereali (o muesli) 
unirvi il sesamo e il malto di grano
disporre uno stampino senza fondo su ogni piatto da dessert e mettere all'interno di ciascuno di essi il composto di cereali, pressandolo sul fondo 

preparare la bavarese pulendo i cachi e frullandoli per pochi secondi 
in un pentolino sciogliere a freddo l'agar agar in 300 grammi di panna 
aggiungere il malto di grano e lo zucchero e cuocere a fiamma bassa per 3 minuti circa 
filtrare e lasciare intiepidire 
aggiungere la panna rimanente, la polpa dei cachi e amalgamare
finire di riempire gli stampini e conservarli in frigorifero per almeno 3 ore


per la salsa  pulire un caco e frullarlo 
metterlo in un pentolino con l'acqua e lo zucchero e cuocere a fiamma bassa per 2 minuti


servire la bavarese con salsa di caco e, a piacere, con cioccolato fondente


domenica 9 dicembre 2012

COMUNICATO STAMPA - PER UN COUNTRY CHRISTMAS SENZA ANIMALI




Pordenone, 10 dicembre 2012

In occasione della quarta edizione del Country Christmas a Pordenone, Animalisti FVG non parlerà di regolamenti disattesi: dopotutto nel tempo si è avuta riprova che quando non si intende far rispettare una norma, anche ciò che è scritto nero su bianco può non avere alcun valore. Se alla base manca un reale interesse e se non si è spinti da un autentico sentire, alla fine ci si ritroverà sempre a giocare a rimpiattino, con in mano belle dichiarazioni di nobili intenti poi smentite nei fatti.

Quel che ci preme è spiegare perché siamo contrari agli spettacoli che prevedono l'utilizzo di animali e, nel caso specifico, perché non vogliamo il Country Christmas a Pordenone, almeno fintanto che continuerà ad essere una manifestazione con animali.

Ben vengano la festa, le musiche e le gare di ballo, chiediamo però (e chiederemo sempre) che gli animali siano lasciati in pace.
Dopotutto a loro non interessa se la gente paga o meno un biglietto, se lo paga all'ingresso della fiera (pacchetto tutto compreso), per assistere agli spettacoli equestri o per veder rincorrere una mandria di vitelli; questi particolari non cambiano di una virgola la vita degli animali e la realtà che sono costretti ad affrontare.

L'ultima rassicurante moda dei nostri giorni pare essere quella dell'addestramento gentile - funziona un po come per le uova bio e la "carne felice" - e in effetti dal 2010, sull'onda di questa tendenza e forse nel tentativo di contenere le pressioni delle associazioni animaliste, gli spettacoli proposti in fiera al Country Christmas si sono, almeno in apparenza, adeguati.
Tuttavia il non fare bella mostra di speroni e altri strumenti di costrizione non significa che le performance non richiedano comunque una totale sottomissione del cavallo da parte  dell'addestratore; non potremo mai considerare il fargli saltare una corda infuocata, il costringerlo a camminare per metri sulle zampe posteriori, il farlo sdraiare a terra con un addestratore posto in verticale su di lui (letteralmente sopra di lui) e altri "giochini", cui abbiamo assistito nell'edizione 2011, attività rispettose della dignità e conformi alla struttura etologica del cavallo.
Alla base di spettacoli anche apparentemente "innocenti" e "naturali", come quelli dell'ultima edizione, vi sono logiche e meccanismi di sopraffazione che non si consumano in scena, bensì lontano dai riflettori, e non saranno una bella colonna sonora che accompagna l'esibizione o le parole dello speaker che raccontano (dentro ai padiglioni della fiera allestiti come la scenografia di un set cinematografico) di cavalli liberi e non sottomessi o del rapporto con la natura, a farci cambiare idea. Fortunatamente siamo ancora in grado di distinguere la realtà dalla finzione.
Prima e dopo lo spettacolo del "cavallo libero in natura" c'è una realtà che si sceglie di non mostrare: ci sono i viaggi cui sono sottoposti gli animali al solo scopo di farci trascorrere qualche ora di svago. Avranno forse allestito anche l'interno dei trailer rivestendone le pareti con gigantografie di prati e distese naturali?
Ci sono le ore trascorse nei box, giorno dopo giorno, in attesa di svolgere la loro prestazione. Non ci risulta di certo la presenza di verdi praterie attigue alla fiera dove farli pascolare.
La verità è che la vita dei cavalli impiegati nell'ippica e in tutte le attività che ne prevedono lo sfruttamento a continua a tutt'oggi ad essere indegna.
Sarebbe davvero il caso di informarsi e chiedersi quali siano le loro reali condizioni di vita e il destino che li attende.
Non sarebbe onesto generalizzare ma, salvo rare eccezioni, la norma vuole che quando un cavallo non è più performante, esso sia sostituito con uno più efficiente;
all'amico dell'uomo, compagno "amato" di tante avventure, viene destinato lo stesso trattamento che si riserva ad un'inanimata attrezzatura sportiva, guasta e obsoleta, da rimpiazzare.
Un "amico" a tempo determinato, sino alla rottamazione. Ciò non avviene solamente nei grandi circuiti, ma ovunque: arriverà il giorno in cui il cavallo non sarà più "utilizzabile", in cui non presenterà più le caratteristiche utili ad accompagnare il cavaliere nella sua carriera agonistica o ad esibirsi negli spettacoli.
Che fine farà questo cavallo? Sarà passato di mano in mano, sempre più vecchio, malato (le prestazioni che gli vengono richieste provocano quasi sempre enormi danni, meriterebbe informarsi in proposito), non curato, spesso destinato al macello (anche in giovane età).
Non a tutti i cavalli, fortunatamente, è assegnata questa sorte, ma possiamo dire con certezza che questa è la norma.
Il mondo del cavallo che si vuole rappresentare al Country Christmas è un mondo patinato che nei fatti non esiste, ben diverso da come lo si dipinge.

Al Country Christmas con animali non ci si farà mancare proprio nulla: oltre ai cavalli ci saranno, anche quest'anno, decine di vitelli impiegati in discipline country come il team penning. Cuccioli caricati e ammassati nei mezzi di trasporto per il viaggio che li conduce a Pordenone, chiusi in un piccolo recinto fuori dal padiglione della fiera in attesa di essere spinti da un capo all'altro dell'arena, in preda alla paura, durante l'esibizione. Concluderanno la loro breve vita fra le mura di un mattatoio, ma questo nulla conta per quanti antepongono lo spettacolo alla compassione: anche questa è la legge del mondo country, a quanto pare. 

In un momento delicato come quello che la società sta attraversando, siamo più che mai convinti che le istituzioni debbano assumersi il compito di educare al rispetto.
Un rispetto nei riguardi di ogni singola vita, umana e animale, perché il rispetto non funziona ad intermittenza come le luci di natale: o vale per tutti o sarà destinato a rimanere un concetto astratto, soggettivo e inapplicabile.

Per questi motivi chiediamo un Country Christmas senza animali. 


Country Christmas, edizione 2011

CAMPAGNA ANTIPELLICCE 2012 "LA VANITÀ UCCIDE"




Da oggi, 10 dicembre, Animalisti FVG promuove a Pordenone la nuova campagna affissioni di AgireOra contro le pellicce, dal titolo "LA VANITÀ UCCIDE".

Questa campagna informativa sarà presente a Pordenone fino a Natale con 60 manifesti 100x140 dislocati nelle vie cittadine più centrali e di maggiore visibilità.

I manifesti ritraggono un visone prigioniero in una gabbia d'allevamento, con la seguente scritta: “LA VANITA' UCCIDE. Fai una scelta etica. Risparmia la vita a questi animali. Non acquistare capi d'abbigliamento in pelliccia o con colli o polsini di pelliccia o pelo vero. Informati su www.nopellicce.org  EVITA PELLICCE E INSERTI. SALVA GLI ANIMALI"

Lo scopo è quello di richiamare l’attenzione dei cittadini e dei negozianti sulla sofferenza e la morte di milioni di animali, causata ogni anno dall'industria della pelliccia: non solo pellicce ma anche capi con inserti in pelo, così diffusi fra i giovani e disponibili ovunque a prezzi economici.

Ecco le vie della città in cui potrete vedere i manifesti della campagna:

Viale Treviso
Via Delle Grazie
Via San Valentino
Via Piave
Via San Quirino
Via Rivierasca
Piazzetta Giustiniano
Viale Dante
Via General Cantore
Via Cappuccini
Via Montereale

Il numero di animali uccisi nel mondo per la propria pelliccia è immenso, pari a decine di milioni per alcune specie e, nel caso dei conigli, nell'ordine di un miliardo.
Cincillà, cani, scoiattoli, volpi, conigli, gatti, linci, visoni, castori, opossum, zibellini, procioni, foche, agnelli, montoni: la lista delle vittime della moda è senza fine, animali nella maggior parte dei casi provenienti da allevamenti intensivi e, in alcuni casi, prelevati in natura con trappole di ogni genere.
Nel caso degli allevamenti, la morte degli animali è atroce tanto quanto misera ne è la breve vita, trascorsa in piccole e sporche gabbie di rete metallica, spesso esposte al freddo e alle intemperie (che, nel caso di visoni e volpi, ne infoltiscono il pelo) .
Elettrocuzione anale o vaginale, schiacciamento del cranio, avvelenamento, asfissia, annegamento, dissanguamento tramite recisione della faringe, della carotide o della giugulare, scuoiamento a vivo: sono solo alcune delle pratiche che l'industria della pelliccia impiega per produrre i suoi capi, simulacri di morte per persone insensibili.

Scegliere di non indossare e vendere capi realizzati con animali non solo è possibile ma è doveroso per chiunque, una responsabilità che non possiamo più ignorare.
Da oggi possiamo essere consumatori pienamente consapevoli anche grazie al nuovo regolamento dell'Unione Europea, che impone l’obbligo di indicare la presenza di parti animali nei capi d’abbigliamento. Tutti i capi di abbigliamento commercializzati a partire da maggio 2012 dovranno infatti riportare in etichetta l'eventuale presenza di parti animali (pelo, pelle, cuoio, piume) a prescindere dalla percentuale presente nel capo. Per l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese di origine e altre informazioni utili alla tracciabilità del prodotto si dovrà invece attendere almeno fino a fine 2013, quando sarà presentata in sede di Parlamento Europeo una relazione sulla fattibilità di tale sistema di etichettatura.

Per aderire a questa campagna e portarla anche nella tua città visita questa pagina :

http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1325




Cucina vegan: tagliatelle con panna allo zafferano e funghi

 


Ingredienti per 2 persone:

250 grammi di tagliatelle di grano duro
1 bustina di zafferano
200 ml di panna vegetale
12 funghi champignon freschi
olio extravergine d'oliva q.b.
sale, pepe (o peperoncino)

Procedimento:

Dopo averli ben puliti e privati del gambo, tagliate i funghi a fette o spicchi sottili.
Preparate la panna allo zafferano amalgamando bene i due ingredienti e aggiungendo una presa di sale e una di pepe o peperoncino, a seconda dei gusti.
Scaldate l'olio in una padella antiaderente e saltate i funghi con l'aglio (tagliato in due pezzi) a fiamma viva. Salate, lasciate che i funghi si asciughino leggermente e spegnete il fuoco.
Scolate la pasta al dente e unitela ai funghi, aggiungendo un filo d'olio.
Mentre la saltate a fiamma moderata, unite la panna allo zafferano amalgamando il tutto. Togliete dal fuoco e servite, decorando il piatto con fette di champignon crudo e semi di canapa. 

Questa e altre gustose ricette vegan su Terra Nuova di dicembre :-)

Buon appetito!



sabato 8 dicembre 2012

REGALI DI NATALE, CONSIGLI PER I NON ACQUISTI




La scelta di condividere una parte della nostra vita assieme ad un animale dovrebbe essere un momento molto importante, frutto di una decisione ponderata e consapevole.
Si tratta di un atto di responsabilità che vi porterà a instaurare un legame duraturo con colui che diventerà, a tutti gli effetti, un membro della vostra famiglia.
Come voi, anche l'animale che sceglierete di accogliere avrà, nel corso della sua vita, esigenze a cui dovrete rispondere e un mondo interiore che imparerete a comprendere e rispettare. Anche lui avrà bisogno di socializzare con i propri simili, giocare, vivere una vita ricca di relazioni e stimoli, in sintonia con le proprie caratteristiche di specie.
In ogni relazione che si rispetti (anche fra animali umani) ci potranno essere piccoli imprevisti e qualche scoglio da superare; questo fattore va tenuto ben presente perché fa parte del "pacchetto completo", ossia dell'insieme di risvolti (positivi e meno positivi) che fanno inevitabilmente parte di un legame.
Un animale non nasce per soddisfare i nostri gusti estetici, per rispondere alle nostre aspettative o colmare un vuoto esistenziale.
Egli esiste per se stesso, è dotato di una propria individualità, di una personalità e di una vita emotiva che lo rendono unico al mondo, esattamente come noi.
Una volta che sarà entrato nella nostra vita e nella nostra famiglia non dovremo deluderlo, sarà nostra responsabilità assicurargli tutto l’affetto che merita, affrontando e superando per il suo bene anche le eventuali difficoltà, per molti anni a venire.
Sarà pertanto fondamentale comprendere come accoglierlo al meglio, senza cadere in quelle mancanze e in quegli errori che, anche quando commessi in totale buona fede, sono retaggio di una visione antropocentrica del rapporto uomo-animale.

Quando vi sentirete veramente pronti a un passo così delicato e importante, certi che la vostra scelta sia frutto di un'attenta valutazione, solo allora potrete cominciare a intraprendere questo percorso, unico e complesso, che è l'adozione di un animale.

Il nostro "consiglio natalizio per i non acquisti" parte proprio da queste premesse; è un consiglio di una semplicità disarmante, che certamente avrete già sentito ma che è il caso di rinnovare tutti gli anni, per quanti ancora si ostinano a non seguirlo.
Non acquistate animali a Natale, non comprateli in nessun caso.
Un amico non si compra, non è un capo d'acquisto, la sua vita è un bene che non dovrebbe mai essere in vendita, per nessuna ragione.
Comprare un animale è alimentare una triste catena di produzione che parte dagli allevamenti e passa attraverso i negozi e, sempre più spesso, anche attraverso il traffico illegale di cuccioli di razza. Comprare un animale significa implicitamente dare un prezzo a una vita e sostenere gli interessi di chi guadagna su ogni vita. 

Per ogni animale acquistato, da qualche parte (anche vicino a voi) ce n'è uno abbandonato, un animale che trascorrerà il tempo che gli resta in un rifugio o che vivrà una breve vita di stenti in mezzo a una strada.

A Natale, se vi sentite pronti, scegliete un'adozione visitando il rifugio più vicino, oppure sostenete un'adozione a distanza.

perché adottare un cane in un rifugio?