domenica 29 dicembre 2013

Comunicato stampa: Un capodanno senza botti a Pordenone?


Ogni anno a capodanno assistiamo impotenti al consueto bollettino di guerra con centinaia di feriti, alcuni dei quali dovranno subire amputazioni di mani e dita e perdita della vista, e con le forze dell’ordine impegnate nel sequestro di botti illegali.
Ma sono ancora una volta gli animali a dover pagare il prezzo più alto di questa discutibile tradizione.
Agli animali, dotati di facoltà uditive di gran lunga superiori a quelle dell'uomo, non è infatti dato comprendere cosa stia accadendo e la paura, o per meglio dire il terrore, può avere risvolti drammatici.
Le tragiche conseguenze dei botti di capodanno non coinvolgono solo gli animali domestici bensì tutti gli animali, compresi quelli selvatici (il rischio maggiore riguarda gli uccelli che vivono nei pressi delle aree urbanizzate).
La loro agonia e morte a causa di questa assurda consuetudine non possono e non devono lasciarci indifferenti.

Pordenone è un Comune dotato-da anni- di una norma che vieta l’uso di botti, petardi, mortaretti e simili nelle aree pubbliche.
Dal "Regolamento Comunale di Igiene" del Comune di Pordenone,
articolo 38-comma 9:
"Sparo di petardi, mortaretti, e simili in luogo pubblico o aperto al pubblico:
è vietato lungo le strade, piazze e aree pubbliche e aperte al pubblico, il lancio o lo scoppio di petardi, mortaretti o simili, in particolare nel periodo delle festività natalizie, di capodanno, Epifania e carnevale"

Nonostante ciò la sensazione è che, ad oggi, gran parte della cittadinanza non sia pienamente al corrente di questo divieto, e che ad esso non sia data la dovuta visibilità.

Le associazioni LAV, LAC e Animalisti FVG si sono, mesi fa, appellate al Sindaco di Pordenone Dott. Claudio Pedrotti chiedendo all'Amministrazione di avviare una campagna di sensibilizzazione e informazione circa il divieto in oggetto, da realizzarsi attraverso una serie di pubbliche affissioni su plance comunali, ritenendo queste ultime un prezioso strumento per la promozione di un messaggio di civiltà contro l'utilizzo di botti e petardi in città. 
Per il Comune questa campagna non avrebbe comportato costi aggiuntivi se non quelli comunemente sostenuti per la promozione delle varie iniziative in corso durante l'anno.

L'appello è tuttavia rimasto inascoltato e la lettera aperta delle associazioni non ha mai avuto risposta.
Le associazioni, nel prendere atto con rammarico del silenzio del primo cittadino di Pordenone, si sono fatte esse stesse promotrici della campagna di sensibilizzazione “NO AI BOTTI”, attraverso la distribuzione -per tutto il mese di dicembre- di locandine e centinaia di volantini a Pordenone e provincia. 

Non riusciamo a comprendere le ragioni che spingono un’Amministrazione Comunale dotata di norme in materia di sicurezza, igiene e tutela animali, a lasciare che le stesse siano così palesemente disattese, mancando di informare e sensibilizzare in maniera adeguata ed efficace i suoi cittadini.
Non è più tempo di inviti alla moderazione e al buon senso, bensì di un messaggio chiaro da parte delle istituzioni, poiché, ci preme sottolinearlo, l'uso dei botti nei luoghi pubblici a Pordenone è vietato e non semplicemente sconsigliato.

Cogliamo pertanto l'occasione per rivolgere un appello alla cittadinanza, invitandola a festeggiare il nuovo anno nel rispetto della normativa vigente e, cosa importante, di ogni vita.

LAV Lega Anti Vivisezione Onlus
LAC Lega per l’Abolizione della Caccia
AFVG Animalisti Friuli Venezia Giulia

giovedì 12 dicembre 2013

Comunicato Stampa: Conferenza "il cavallo macchina-il cavallo animale"

il Country Christmas a Pordenone
foto: © Andrea Gaspardo

Il cavallo animale, il cavallo macchina: questo il titolo della conferenza organizzata venerdì 13 dicembre alle 21.00 alla Sala Incontri Teresina Degan (Biblioteca di Pordenone) da LAV Pordenone, LAC Pordenone e Animalisti FVG.
Relatrice della serata, la responsabile del Settore Equidi LAV, Nadia Zurlo.

La conferenza vuole essere una risposta forte e chiara al Country Christmas, evento giunto alla sua quinta edizione e che, da programma, prevede l'impiego di 200 cavalli (assieme a un gran numero di vitelli) in discipline country.

Se nelle precedenti edizioni del Country Christmas si è assistito a spettacoli tramite cui è stato veicolato un messaggio non rispondente alla realtà, con la rappresentazione di storie di cavalli liberi (nelle vaste praterie della Fiera di Pordenone), quest'anno si arriva al parossismo.
Il presidente di Pordenone Fiere Alvaro Cardin dichiara che "per venire incontro alla sensibilità di alcuni visitatori quest’anno non verranno proposti spettacoli con animali, ma come in tantissime arene in tutto il mondo, il programma di Country Christmas prevede attività agonistiche con cavalli inserite in un circuiti e campionati di categoria".
Nel prendere atto che per il Signor Cardin gli unici soggetti degni di considerazione e di rispetto sono i fruitori dell'evento e non gli animali in esso utilizzati, intendiamo replicare alle sue dichiarazioni, che ci lasciano ancora una volta sconcertati.
Affermare che quest'anno non vi saranno spettacoli con animali è a nostro avviso volutamente fuorviante, poiché nulla cambierà nella sostanza.
Avremo, come ogni anno, discipline equestri in salsa country, gli animali saranno addirittura in numero maggiore rispetto alle precedenti edizioni e non mancheranno neppure i vitelli, rincorsi in un'arena da cowboys a cavallo per la gioia degli appassionati del genere.
Si può decidere di dare un nome diverso alle cose, ma questa operazione di restyling non potrà di certo cambiare la natura di una manifestazione che continua a sfruttare gli animali, impiegandoli in attività che nulla hanno a che fare con il rispetto per la loro condizione, per le loro esigenze e caratteristiche etologiche.

Di male in peggio, è davvero il caso di dire: non servono infatti particolari competenze o grande fantasia per capire che quando si parla di competizioni- da sempre- ciò che conta è vincere: il prezzo lo pagheranno comunque altri, in questo caso cavalli e vitelli.

Le associazioni animaliste sono state invitate a visitare l'evento per verificare le condizioni di detenzione degli animali; riservandoci di farlo come ogni anno, giriamo questo stesso invito al presidente di Pordenone Fiere, sollecitandolo a informarsi sulla storia di questi animali, sul mondo da cui provengono e sulla sorte che li attende a fine carriera o- come nel caso dei vitelli- a raggiungimento dell'età adulta.

Dovendo azzardare un'ipotesi ci risulta facile pensare che quando gli organizzatori di questa manifestazione hanno elaborato il programma dell'edizione 2013, non potendo prevedere la cancellazione dell'art. 19 del Regolamento Comunale Tutela Animali (con cui si vietava l'impiego di animali in spettacoli a pagamento), si siano fatti due conti in tasca e, nell'impossibilità di recuperare le spese di allestimento di uno show equestre tramite l'incasso di un biglietto, abbiano deciso di puntare tutto sulle competizioni e sulle attività agonistiche con cavalli.
Quel che è certo è che oggi il Country Christmas di Pordenone si sta rivelando sempre più un palco per vendere un nuovo prodotto.

In un contesto di crisi come quello attraversato attualmente dal mondo dell'ippica e con il sempre più palpabile rischio di chiusura degli ippodromi, il mercato dei cavalli non gira più; da qui l'esigenza di cercare nuove strade, riciclandosi attraverso nuove mode e tendenze d'oltreoceano. Ecco quindi lo sfruttamento di animali in versione country: reining, team penning, working cow horse, gimkana, definite dagli addetti ai lavori "attività agonistiche legate all’equitazione americana con cavalli e cavalieri pronti a sfidarsi e dimostrare la loro tecnica in queste discipline che ripetono i movimenti dei cowboy che a cavallo radunavano, muovevano e contenevano le mandrie di bovini nelle vaste praterie".
Cerchi, giravolte, cambi di galoppo, rotazioni: su queste i giudici daranno una votazione. Per alcuni il divertimento è assicurato. Non per tutti però, di certo non per cavalli e vitelli, protagonisti involontari di questo circo con animali che è il Country Chritmas.
Cogliamo l'occasione per appellarci al Sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti e al  Vicepresidente della Giunta Regionale ed ex Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello (la cui Amministrazione ha dato vita al Regolamento Tutela Animali attualmente in vigore) chiedendo ad entrambi una posizione ufficiale sulla presenza di animali al Country Christmas; la riteniamo una richiesta ragionevole, motivata dal desiderio di comprendere come possano, in una città che si definisce amica degli animali, continuare a coesistere realtà così antitetiche tra loro: una manifestazione con impiego di più di duecento animali e un Regolamento che, nello spirito con cui è nato e nelle proprie linee programmatiche, pone tra i propri obiettivi la valorizzazione della "tradizione e la cultura animalista della città", incoraggiando "le forme espressive che attengono al rispetto e alla difesa degli animali."   

mercoledì 11 dicembre 2013

Lettera aperta sul Country Christmas 2013

il Country Christmas a Pordenone
foto: © Andrea Gaspardo

Riceviamo e pubblichiamo con piacere la lettera aperta di Paola Re sulla questione Country Christmas a Pordenone, inviata alle istituzioni e agli organi di stampa locale; parole che fanno riflettere e che condividiamo. 


Gentilissimi,

ho appreso dai mezzi di informazione che a Pordenone si svolgerà dal 13 al 15 Dicembre la quinta edizione del festival Country Christmas.
Il country, con la sua musica, i suoi usi, costumi e tradizioni conta parecchi appassionati in giro per il mondo ma ciò che spesso suscita contrarietà nei suoi confronti è la presenza di animali sfruttati per dare spettacolo.
In questo festival è previsto l'impiego di 200 cavalli, un centinaio di vitelli, oltre alle consuete gare di reining (FISE), team penning (ANTE), working cow horse, gimkana, tutte discipline riconosciute dal CONI quindi, si potrebbe pensare, che male c’è?
Anche la caccia, per esempio, è uno “sport” riconosciuto dal CONI ma, guarda caso, il dissenso nei confronti della caccia da parte dei cittadini, cresce di anno in anno. Quelle del Country Christmas sono attività agonistiche legate all’equitazione americana con cavalli montati da cavalieri che si sfidano per  dimostrare la loro abilità in queste discipline, come i cowboy che a cavallo muovevano e contenevano le mandrie di bovini nelle praterie. Ogni competizione prevede che il cavallo guidato dal cavaliere faccia una serie di manovre: gare ed esercitazioni equestri legate alle specialità della monta western su cui giudici danno una votazione. La novità di quest'anno è che non ci saranno spettacoli equestri, ma solo "attività agonistiche", come se quelle attività per i cavalli fossero una passeggiata...

Mi conforta il fatto che alcune associazioni animaliste della zona abbiano organizzato una conferenza dal titolo emblematico: “Il cavallo animale. Il cavallo macchina. Chi è veramente il cavallo e come l’uomo lo trasforma”. Si tratta proprio di questo: trasformare i cavalli in macchine costretti a cavalcare, trainare, correre, saltare, ballare, esibirsi dopo essere stati spronati, eccitati, domati, frustati, per servire l’uomo nello sport, nel lavoro, nel divertimento. E quando non servono più, quel grande amore che per anni i loro sfruttatori dichiarano di nutrire per loro, si dissolve nell’inferno di un macello.

Ho letto il “Regolamento per la tutela degli animali” del Comune di Pordenone e, poiché ne leggo molti proprio perché sono interessata alla questione animale, sono rimasta positivamente impressionata dall’introduzione al Regolamento per le parole forti e chiare che esso esprime nei confronti dell’animale visto come “compagno di vita”, con cui “costruire rapporti basati sul rispetto, sulla conoscenza, sull’affetto, sul riconoscimento del loro ruolo particolare ed insostituibile nella vita degli umani”. Mi emoziono quando vedo che un’istituzione si sforza di superare quella visione antropocentrica che purtroppo avvelena le relazioni, non solo quelle tra animali umani e animali non umani, ma anche quelle tra gli stessi animali umani. E mi pare che nel Regolamento sia ben espresso nella frase: “Riservare attenzione agli animali è perciò un ottimo modo per occuparsi anche degli umani”. Questo è il cuore del problema e fare aprire gli occhi su tale visione del mondo animale (umano e non umano) è uno sforzo pedissequo e instancabile che gli animalisti e gli antispecisti fanno nella loro battaglia di vita. Leggere queste parole in un documento istituzionale è confortante e soprattutto stimolante a proseguire nel lungo cammino per l’affermazione dei diritti animali.

E quando si specifica che “Non è lecito né eticamente corretto trasformarli a nostro piacimento: dobbiamo condividere con loro la vita, non tentare di piegarli alle nostre esigenze.” si tocca una questione spinosa, quella degli spettacoli con animali in cui essi sono costretti a esibirsi in numeri proprio “a nostro piacimento”. E’ un concetto rafforzato dall’ Art. 19 - Divieto di spettacoli e intrattenimenti con l’utilizzo di animali 1. È vietata, su tutto il territorio comunale, qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico o privato, effettuato a scopo di lucro, che contempli, in maniera totale oppure parziale, l’utilizzo di animali, sia appartenenti a specie domestiche che selvatiche.

A fronte di ciò che ho letto nel Regolamento, mi chiedo dove stia la coerenza del Comune di Pordenone che, per dirla con un noto proverbio, predica bene e razzola male. Immagino qualche rappresentante del Comune nella platea del Country Christmas a esprimere un amore per il business più che per il “compagno di vita” elogiato nel Regolamento. Chi permetterebbe che il proprio compagno di vita fosse sottoposto a fatica, lavoro, stress e perdita di dignità?

Mi appello alle parole del Regolamento: “Questo regolamento vuole perciò essere, in primo luogo, un invito alla conoscenza ed all’educazione…..vuole promuovere fra i giovani il rispetto per la vita, la natura, l’ambiente, chiama gli educatori ad assumere un ruolo importante in questa direzione, ci sollecita tutti a conoscere noi stessi anche interpretando i rapporti che sviluppiamo con gli animali.” per invitare le autorità istituzionali, politiche, scolastiche e religiose, ma soprattutto le famiglie con bambini, a non assistere agli spettacoli con animali del Country Christmas per la valenza negativa del loro messaggio.
Credo che ogni spettacolo che sfrutta gli animali sia uno spettacolo vietato ai minori, diseducativo e per nulla portatore di quei valori necessari ai bambini per vivere in armonia col mondo animale.
Ai bambini bisognerebbe insegnare che gli animali si devono rispettare e difendere, non sfruttare per incrementare il successo di un festival che potrebbe sfidare se stesso impiegando il solo talento degli artisti, per esempio dei ballerini e i cantanti.  Facciamo lavorare le persone, non gli animali: per le persone il lavoro è un diritto, se si è fortunati anche un divertimento, per gli animali è una schiavitù.
Se Pordenone vuole erigersi a città che tutela la tradizione del country, lo faccia con giornate di studio, convegni, conferenze, proiezioni di film e documentari, mostre, laboratori didattici, giochi, canti, balli. Ci sono tante idee stimolanti per fare una festa country ma teniamo lontani i cavalli e i bovini perché per loro quella non è affatto una festa.

Invito il Sindaco Claudio Pedrotti a riflettere sulla discrepanza creatasi tra il dire e il fare del suo Comune: una discrepanza che mina la fiducia che molti suoi cittadini nutrono nell’Amministrazione Comunale.

Invito Claudio Cattaruzza, Assessore con  delega a cultura, manifestazioni, tempo libero, eventi, turismo e promozione della città a valutare se il Country Christmas, che si serve degli animali per fare spettacolo, sia un evento da considerare rappresentativo di tutto ciò. Credo che Pordenone sia da ricordare per le arti figurative, l’archeologia e la storia naturale promosse dai suoi musei, per i suoi parchi e per la sua natura. Bisogna incentivare un turismo etico, senza sfruttamento di alcun essere senziente, che non pensi solo agli introiti economici ma che susciti la voglia di ritornare per approfondire la conoscenza.

Invito Ines Flavia Rubino, Assessora con  delega ad asili nido, scuole materne e istruzione a impegnarsi affinché ai piccoli cittadini di Pordenone non venga trasmessa quella cultura di sfruttamento degli animali che non gioverebbe alla loro crescita serena. Soprattutto spero che il Country Christmas non venga pubblicizzato nelle scuole come spesso accade con il circo con animali, tramite la distribuzione di biglietti gratuiti e ridotti.

Invito Vincenzo Romor, assessore con delega alle politiche sociali tra cui quelle per gli animali, a pensare fin da ora al prossimo Country Christmas, costruendo un dialogo con le associazioni animaliste e antispeciste che, se chiedono un Country Christmas senza animali è per il bene di tutti gli animali, umani e non umani.

Cordiali saluti.
Paola Re

martedì 3 dicembre 2013

CAMPAGNA "NO AI BOTTI" 2014 A PORDENONE



Animalisti FVG, LAV Pordenone e LAC Pordenone, in occasione del capodanno 2014, promuovono la campagna “NO AI BOTTI”, un'iniziativa di sensibilizzazione a tutela delle vite dei tanti animali vittime di botti, mortaretti, fuochi e petardi nella notte di San Silvestro.

Volantini e locandine della campagna saranno distribuiti a Pordenone e provincia per tutto il mese di dicembre.

Puoi sostenere anche tu la campagna “NO AI BOTTI” condividendo questa immagine sul tuo diario Facebook e informando i tuoi amici e conoscenti circa i gravi danni che questa “tradizione” causa a migliaia di animali ogni anno.

Puoi anche stampare in proprio l'immagine della campagna; a tale scopo sono disponibili due formati: uno per il volantino (A5) e uno per la locandina (A3). Sono entrambi scaricabili a questi link:

Per scaricare il pdf per la stampa in A3  https://db.tt/clD3JVie 
Per scaricare il pdf per la stampa in A5  https://db.tt/I8YslmhN  

Ti ricordiamo che le locandine (formato A3) possono essere affisse solamente se provviste di regolare timbro: dovrai pertanto farle timbrare dall’ufficio affissioni del tuo Comune.
Per la città di Pordenone l'ufficio affissioni è sito in via Noncello 2 (tel. 0434 27333) http://goo.gl/maps/k5rbq
e il timbro è gratuito, trattandosi di campagna non commerciale.
Le affissioni devono essere posizionate solo ed esclusivamente negli spazi appositi o all'interno di vetrine degli esercizi commerciali che ne consentono l'esposizione.

Per quanto riguarda i volantini in formato A5 ti ricordiamo che ogni comune è dotato di un proprio regolamento che ne individua le modalità di distribuzione, pertanto ti invitiamo a consultare gli uffici preposti del tuo comune per maggiori informazioni.
A Pordenone, come in altre città, è fatto divieto di posizionare volantini sui parabrezza delle auto parcheggiate.

Se hai un negozio o un locale pubblico a Pordenone e desideri sostenere questa campagna affiggendo la locandina nel tuo locale o distribuendo i volantini, puoi contattarci scrivendo ad animalistifvg@gmail.com per richiedere il materiale.

Grazie!



domenica 1 dicembre 2013

IL MENU' DELLE FESTE PER UN NATALE 2013 VERAMENTE BUONO!



Eccoci anche quest'anno con un delizioso menù senza crudeltà per le vostre feste, 100% vegan e curato dalla bravissima Alessandra per i lettori del nostro blog
Buon appetito e buone feste da Animalisti FVG!

ANTIPASTO - Sformato di cime di rapa e tofu

Ingredienti:
500 grammi di cime di rapa
300 grammi di tofu
100 grammi di patate
1 cipolla bianca
1 cucchiaino di rosmarino trito
farina di mais per gli stampi
1 spicchio d'aglio
sale e pepe q.b. 
olio e.v.o.

Procedimento:
pelare le patate, tagliarle a tocchetti e cuocerle al vapore
tagliare a tocchetti anche il tofu e cuocerlo al vapore per 5 minuti
cuocere le cime di rapa con uno spicchio d'aglio e tritarle finemente
affettare la cipolla e condirla con il rosmarino, il sale e due/tre cucchiai d'olio;
farla rosolare, aggiungere il tofu e far cuocere il tutto per 10/15 minuti
unire le cime di rapa e rosolarle insieme per altri due minuti
frullare il composto, unirlo alle patate precedentemente schiacciate (con schiacciapatate)
oliare 4 stampini (coppapasta) di circa 8 cm di diametro, passarli nella farina di mais, riempirli con il composto precedentemente ottenuto e infornarli per 10 minuti a 200 gradi circa

PRIMO - Ravioli al tofu, verza e sedano rapa

Ingredienti:
100 grammi di farina "0"
100 grammi di semola di grano duro
100 grammi di tofu alla piastra
1 cipolla bianca
250 grammi di sedano rapa
50 grammi di mandorle sbucciate, tostate e tritate
1/2 cucchiaino di scorza d'arancio
150 ml di panna di soia
sale e pepe q.b.
olio e.v.o.

Procedimento per il ripieno:
lessare le foglie della verza per 5/8 minuti (non devono rompersi)
preparare un trito di cipolla bianca e fare un soffritto, tritare finemente la verza e unirla alla cipolla, poi unire le mandorle, il tofu sbriciolato e la scorza d'arancio; cuocere il tutto per due minuti.

Procedimento per la pasta:
impastare la farina di semola e la farina "0" con l'acqua e un pizzico di sale, fino a ricavarne un composto sodo e omogeneo. Coprirlo e lasciarlo riposare per 30 minuti.

Procedimento per il condimento:
pelare il sedano rapa, tagliarlo a cubetti e lessarlo in poca acqua, possibilmente aromatizzata con salvia per 10 minuti circa. Scolare il tutto, aggiungere 150 ml di panna di soia, sale e pepe, olio e.v.o., frullare con un frullatore a immersione finché il composto non sarà cremoso

Stendere la pasta con un mattarello e distribuire il ripieno con un cucchiaino, formando delle palline distanziate l'una dall'altra. Coprire con un'altra porzione di sfoglia e premere con le dita tra una pallina e l'altra del ripieno.
Con la rotellina dentata tagliare dei quadrati che avranno al centro il ripieno. 
Continuare fino ad esaurimento degli ingredienti.

Cuocere i ravioli in abbondante acqua bollente salata, regolandosi per i tempi di cottura sulla base dell'assaggio. In genere il tempo medio di cottura per un raviolo è di 5 minuti circa. Dipende comunque dallo spessore della sfoglia.
Condire i ravioli con la salsa precedentemente preparate aggiungendo, a piacimento, semi di papavero.

SECONDO - Brasato di seitan

Ingredienti:
400 grammi di arrosto di seitan
2 gambi di sedano
3 carote grosse
2 cipolle bianche di media grandezza
200 ml vino bianco
olio e.v.o.
sale e pepe q.b.
1/2 litro di brodo vegetale

Procedimento:
preparare un soffritto con sedano, cipolla e carota
allungarlo con del brodo vegetale
cuocere per 15 minuti lasciando evaporare il brodo
aggiungere il seitan (intero) , farlo rosolare per 5 minuti sfumandolo con il vino bianco
aggiungere a mano a mano dell'altro brodo vegetale e far cuocere il tutto per altri 10/15 minuti
accompagnare il brasato di seitan con patate al forno, polenta o verdure di stagione

DOLCE - Tronchetto di Natale

Ingredienti per il pan di spagna:
100 grammi di farina "0"
30 grammi di olio di girasole
80 grammi di zucchero di canna chiaro
1/2 bustina di lievito
100 grammi di latte di soia
1/2 cucchiano di vaniglia in polvere

Ingredienti per la mousse:
200 grammi di panna vegetale da montare
2 cucchiai di cacao in polvere
50 grammi di crema di nocciola
2 cucchiai di zucchero a velo
200 grammi di cioccolato fondente tritato
70 grammi di bagna al Rum

Ingredienti per la bagna al Rum: 
70 grammi di acqua
40 grammi di zucchero
2 cucchiai di Rum

Procedimento: 
preparare il pan di Spagna: in una ciotola setacciare la farina e il lievito, aggiungere lo zucchero e, un poco alla volta, il latte di soia, la vaniglia e l'olio fino ad ottenere una crema omogenea
foderare con la carta forno una teglia rettangolare (20x30 cm) e distribuire il composto livellandolo
cuocere in forno per circa 15 minuti a 160°
togliere il pan di Spagna dal forno e coprirlo con un altro foglio di carta forno, arrotolandolo su se stesso e tenendolo in forma per 10 minuti, finché non si raffredda.

passare alla preparazione della bagna al Rum: portare l'acqua ad ebollizione, spegnere il fuoco e aggiungere lo zucchero e il Rum
lasciar raffreddare

preparare la mousse montando la panna con lo zucchero a velo e il cacao. 
In una ciotola versare la crema di nocciole e unire la panna precedentemente montata e 50 grammi di cioccolato tritato

srotolare il pan di spagna e bagnarlo con la bagna al Rum
distribuire 3/4 della mousse su tutta la superficie del pan di Spagna e arrotolarlo nuovamente su se stesso

ricoprire il tronchetto con la rimanente mousse e con i restanti 150 grammi dl cioccolato tritato.    





mercoledì 27 novembre 2013

Apriamo le gabbie e chiudiamo gli allevamenti per animali da pelliccia! Appuntamenti LAV in Friuli Venezia Giulia


LAV in piazza per dire No alle pellicce: sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre (con replica il  7 e 8 dicembre) saranno nelle principali piazze italiane per chiedere il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce.

Una mobilitazione per sostenere la proposta di legge per vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per ottenere pellicce (ma anche pelle, al fine di prevenire il possibile sviluppo di allevamenti di animai esotici per la produzione di pelle “pregiata” utilizzata dall’industria del lusso).

Ai  tavoli potrete firmare le cartoline dirette ai 25 senatori e 43 deputati membri rispettivamente della Commissione Sanità al Senato e della Commissione Agricoltura alla Camera, che per primi dovranno esprimersi sulla proposta di legge.

 I Tavoli programmati in Friuli-Venezia Giulia sono i seguenti

Pordenone
sabato 30 novembre, domenica 1, sabato 7 e domenica 8 dicembre ore 9.00/12.30-1500/19.00
Corso Vittorio Emanuele alt. civico 20 di fronte Coin
Tel. 320/4795023  E-mail lav.pordenone@lav.it

In concomitanza con l'evento di Pordenone sarà presente un tavolo informativo di sensibilizzazione sulla questione circhi in città (alla luce della recente sentenza del T.A.R. Friuli Venezia Giulia), a cura di LAV, LAC e Animalisti FVG. 


Trieste
Sabato 30 novembre ore 10.00/19.00 - Piazza Cavana
Domenica 1 e domenica 8 dicembre ore 10.00/19.00 - Centro Commerciale "Le Torri"
Tel. 320/6378852  E-mail lav.trieste@lav.it


Udine
Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre ore 10/18 - Piazza San Giacomo
Sabato 7 e domenica 8 dicembre ore 10/18- Piazza della Libertà sotto loggia lato Contarena
Tel. 340/8322628  E-mail lav.udine@lav.it


Scopri gli altri tavoli su www.lav.it/lav-in-piazza

martedì 26 novembre 2013

Pordenone, 13 dicembre - Conferenza - Il cavallo: macchina o animale?



IL CAVALLO ANIMALE - IL CAVALLO MACCHINA

Chi è veramente il cavallo e come l’uomo lo trasforma. 
Questo il titolo della conferenza organizzata da LAV Pordenone, 
LAC Pordenone e Animalisti FVG come risposta al Country Christmas, evento giunto alla sua quinta edizione e che, da programma, prevede l'impiego di 200 cavalli (assieme a un gran numero di vitelli) in spettacoli e discipline country. 
Relatrice della serata, la responsabile del Settore Equidi LAV, Nadia Zurlo.

Gli equidi non sono ancora tutelati da nessuna legge specifica e, soprattutto, continuano ad essere vittime della mentalità utilitaristica del mondo equestre, che ne propone l’impiego in varie attività e ne ha ormai radicato l’immagine universalmente accettata di animale “da”.

Cavalcare, trainare, correre, saltare, ballare, esibirsi. Centinaia di migliaia di cavalli vengono fatti nascere espressamente per servire l’uomo negli sport e nel lavoro.
E, a fine carriera, spesso finiscono la loro sfortunata vita al mattatoio. Sono tra gli animali in assoluto più sfruttati e anche i più dimenticati, messi in secondo piano da tematiche più sentite, tanto dagli animalisti, quanto dall’opinione pubblica.

Secoli e secoli di sfruttamento hanno portato l’opinione pubblica a considerare normale vedere l’essere-umano sempre “sopra” l’essere-cavallo, pensando che quest’ultimo sia nato per fare ciò e ne sia anche felice, con l’umano in una condizione di superiorità in un rapporto che è sempre stato di dominanza.

VENERDI' 13 DICEMBRE, alle ore 21, 
presso la Sala Incontri "Teresina Degan" della Biblioteca di Pordenone, verrà illustrata la vera etologia degli equidi e il mondo di sfruttamento e sofferenza cui sono costretti dall’uomo, sia che si tratti di pratiche illegali che legali e socialmente accettate.

Diciamo NO a tutto questo, per un Country Christmas senza animali. 

evento Facebook

Lettera aperta al Sindaco di Pordenone - Campagna Capodanno 2014





alla Cortese Attenzione del  Sindaco di Pordenone Dott. Claudio Pedrotti
e p.c. all'Ufficio Servizi agli animali del Comune di Pordenone

Spett.le Sindaco Dott.Claudio Pedrotti,

Ci rivolgiamo alla Sua persona nel desiderio di sottoporLe una questione che ci auguriamo Lei possa prendere in considerazione.
Il Comune di Pordenone è da anni dotato di un Regolamento Comunale d'Igiene (approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 112- 12/11/2007)  che prevede il divieto di sparo di petardi, mortaretti, e simili in luogo pubblico o aperto al pubblico.
A tale proposito l'Art. 38, comma 9 prevede: "Sparo di petardi, mortaretti, e simili in luogo pubblico o aperto al pubblico: è vietato lungo le strade, piazze e aree pubbliche e aperte al pubblico, il lancio o lo scoppio  di  petardi,  mortaretti  o  simili,  in  particolare  nel  periodo  delle  festività natalizie, di capodanno, Epifania e carnevale."
fonte : http://www.comune.pordenone.it/it/comune/atti/regolamenti/urbanistica/regolamento_igiene.pdf/view

Negli anni tale norma è rimasta per lo più disattesa e abbiamo fondate ragioni di ritenere che gran parte della cittadinanza ne sia a tutt'oggi all'oscuro.
Le Autorità preposte al rispetto del Regolamento sono spesso impotenti in giornate come quelle che si apprestano a venire (in particolar modo ci riferiamo alle giornate che precedono e seguono la notte dell'ultimo dell'anno), anche a causa di un forte impegno sul territorio.

La proposta che desideriamo fare all'Amministrazione che Ella rappresenta è quella di avviare una campagna di sensibilizzazione e di informazione circa il divieto in oggetto, diretta alla cittadinanza e realizzata attraverso una serie di pubbliche affissioni;
a tale scopo ben si presterebbero alcune plance dislocate in città , le stesse utilizzate in occasione delle campagne elettorali e per la promozione di eventi e iniziative del Comune (quali, ad esempio, il "Natalone").
Riteniamo questo un prezioso strumento per la promozione di un messaggio di civiltà contro l'utilizzo di botti e petardi, atto ad informare la cittadinanza circa il divieto in vigore.
Per il Comune, oltretutto, questa campagna non avrebbe costi aggiuntivi se non quelli comunemente sostenuti per la promozione delle varie iniziative promosse durante l'anno.

Ringraziandola per l'attenzione e fiduciosi in un Suo positivo riscontro cogliamo l'occasione per PorgerLe distinti saluti.

LAV Lega anti vivisezione
LAC Lega per l'abolizione della caccia
AFVG Animalisti FVG


venerdì 15 novembre 2013

La sindrome da burnout e l'attivismo per i diritti animali



La sindrome da burnout è l'esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni d'aiuto, qualora queste non rispondano in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere.


Stiamo parlando di una sindrome che coinvolge molte figure professionali, come ad esempio i medici o il personale sanitario che si occupa di pazienti affetti dalle malattie più gravi, per le quali si rendono necessarie terapie lunghe, impegnative e spesso dall'esito incerto.
Essi sono pertanto esposti a un elevato rischio di sviluppare il burnout, una sorta di esaurimento psicoemotivo specifico dell'ambito sanitario.


Chi quotidianamente e attivamente si occupa di diritti animali tende a sviluppare (attraverso l'esperienza o in virtù di una predisposizione naturale), un forte stato di empatia nei riguardi degli animali non umani;
egli non pone mai una linea di demarcazione tra il dolore degli animali umani e quello degli animali non umani, riconoscendo a entrambi pari dignità e pari diritto alla vita.
Questa straordinaria capacità di "sentire dentro", di andare non solo verso l'altro, ma anche di portare questi nel proprio mondo, è un potente mezzo di cambiamento, uno strumento necessario a farci comprendere fino in fondo l'infinita sofferenza che si abbatte quotidianamente sugli animali.
Si tratta però di un'arma a doppio taglio che ci accompagna in un ambiente estremamente ostile, rendendo visibile quel carico di morte che ci circonda anche nelle più banali azioni quotidiane; inutile fare una lista, il dolore degli animali si trova proprio sotto i nostri occhi, ovunque ci giriamo, ed è impossibile sfuggirne.
E come se tutto questo non bastasse, quando cerchiamo di fare qualcosa a riguardo, informandoci per potere a nostra volta testimoniare questo dolore, è inevitabile imbatterci in immagini estremamente forti.
Chi, come attivista, si trova a dovere utilizzare la rete e i social network come strumento di informazione e divulgazione, è spesso sottoposto ad un forte e intollerabile carico di stress dovuto alle immagini della sofferenza degli animali non umani.
A miliardi, stipati su vagoni della morte e condotti al mattatoio, manipolati nell'asettico silenzio di uno stabulario, sfruttati in un allevamento, sottoposti a ogni forma di sopraffazione, ogni minuto di ogni giorno.

Questa overdose di dolore non è per niente facile da metabolizzare; l'attivista si trova a doverla affrontare da solo, senza strumenti e spesso senza la possibilità di condividere con la famiglia, con i colleghi, con gli amici, il proprio profondo disagio; in un contesto sociale del tutto impermeabile alla questione animale ci si trova a vivere la frustrazione di non vedere cambiamenti tangibili e a breve termine.
Nei momenti di minore sconforto ci facciamo coraggio e cerchiamo di immaginare il giorno in cui la liberazione animale da noi tutti auspicata possa avvenire, pur chiedendoci se la nostra generazione potrà mai vedere l'alba di quel giorno.

Quello dell'attivista non è un lavoro inteso nel senso comune del termine, tuttavia esso presenta le stesse logiche di stress psicofisico riscontrate in numerosi contesti lavorativi.
La differenza è che l'attivista non può contare su una rete di sostegno, garantita invece nel caso di alcune categorie professionali e di grande aiuto a chi si trova quotidianamente a fronteggiare questioni come il dolore e la morte.

Non ci sono rimedi o vie d'uscita, ma se vogliamo aiutare concretamente e lucidamente (quindi efficacemente) gli animali, dobbiamo in qualche modo fare lo sforzo, nel contempo, di tutelare il nostro equilibrio emotivo e- cosa difficile ma necessaria- quella minima dose di gioia di vivere che è una premessa indispensabile per prendersi cura degli animali nel migliore dei modi.

Cadere vittime del vortice di dolore che ci circonda, sviluppare un atteggiamento estremamente negativo e sfiduciato nei confronti della società e dei nostri stessi compagni di viaggio, con tratti fortemente depressivi e al limite del cinismo, non aiuterà gli animali a vedere l'alba di un mondo diverso da quello di oggi.

Difenderci non è un modo di eludere la realtà che ben conosciamo; difenderci è difendere chi da solo non può farlo e ha bisogno del nostro aiuto.
E' reagire veicolando l'empatia in qualcosa di concreto per gli animali non umani, è reagire a un sistema che nega la loro sofferenza riducendoli a unità, a numeri, a cose, e allo stesso tempo cerca di contrastare, sminuire o ridicolizzare il nostro impegno per loro.

Molte realtà e presidi sanitari hanno, da anni, messo in campo piani e strategie per tutelare gli operatori dal rischio dello stress prolungato, causato da una sovraesposizione alla disperazione; questo non solo per difendere i loro interessi, ma soprattutto perché un operatore sereno, consapevole e preparato, è anche una risorsa per il soggetto più debole, colui che deve essere difeso.
Ci auguriamo che queste brevi riflessioni possano servire in qualche modo da stimolo a un dibattito sulla questione, aprendo a una collaborazione con professionisti vicini alle tematiche antispeciste/animaliste e con competenze specifiche in ambito psicologico che possano essere di supporto agli attivisti attraverso un percorso che li porti a difendersi da questa sindrome, ancora poco conosciuta, chiamata burnout.

Intervista a Leonardo Caffo - Antispecismo debole: buone prospettive


Leonardo Caffo ci parla del dibattito scaturito da "Il maiale non fa la rivoluzione - manifesto per un antispecismo debole" a sei mesi dalla sua pubblicazione.
Il maiale non fa la rivoluzione
Manifesto per un antispecismo debole (Ed. Sonda, 2013)
Perché il solo nascere di un’altra specie deve significare la condanna a morte o lo sfruttamento?
Ogni giorno, esclusivamente a scopo alimentare uccidiamo milioni di animali di grossa taglia, che diventano 50 miliardi in un anno.
Gli animali vengono mangiati, indossati, usati per la ricerca scientifica o, se fortunati, messi dietro le sbarre di uno zoo oppure esposti alla berlina in un circo. Chi ignora tutto questo forse è felice e inconsapevole: vive pensando che i peggiori dei mali siano oggi superati e che, nonostante tutto, la nostra vita sia una vita innanzitutto morale.
Per capire cosa ne è, oggi, di tutto questo dolore bisogna scrivere non da animalisti, ma da animali. La domanda che guida questo saggio diventa dunque: che cosa penserebbe un maiale se avesse avuto la possibilità di indicarci la strada per quella rivoluzione che è la sua liberazione – ovvero la liberazione animale?
Una confutazione appassionata e rigorosa di tutte le visioni che relativizzano la sofferenza degli animali, con uno sguardo sempre attento alla società (dai cani liberati di Green Hill in Italia, a quelli sterminati in Ucraina, al nascente partito «animalista») e alle sue contraddizioni.

Una riflessione per ridefinire gli obiettivi del movimento di liberazione animale attraverso la definizione e la pratica dell’«antispecismo debole» – una nuova teoria, per un nuovo mondo.



giovedì 14 novembre 2013

Un'arte per l'altro. L'animale nell'arte e nella filosofia - intervista a Leonardo Caffo


Un’arte per l’altro. L'animale nell'arte e nella filosofia
Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni

È possibile ripercorrere la storia dell’arte alla luce di un nuovo paradigma del rapporto uomo-animale?
Questa è la sfida lanciata da Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni, che in questo denso epistolario affrontano la questione dell’antispecismo confrontandosi con i concetti chiave della filosofia e della cultura occidentale.
Un tema complesso e delicato, un’inedita lettura del pensiero animalista contemporaneo che gli autori approfondiscono in ogni suo aspetto, offrendo al lettore l'opportunità di maturare una nuova percezione degli animali non umani.
Il testo è arricchito da un denso apparato iconografico, base visiva indispensabile per osservare con occhi nuovi la prospettiva specista che emerge dalla storia dell'arte.
Un ebook carico di significati profondi, per un animalismo consapevole e d’avanguardia.


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venerdì 8 novembre 2013

Food & Love, ma senza amore



"Cinque giorni di passione eno-food nel cuore del Friuli Venezia Giulia. Dall’8 al 12 novembre torna per il terzo anno Pordenone Wine & Food Love, la rassegna del gusto dedicata alle produzioni autoctone della regione. Ospiti illustri, laboratori per bambini, degustazioni guidate, seminari per professionisti e tante altre iniziative"

Così viene proposta l'iniziativa, in corso questo fine settimana a Pordenone. Proviamo solo per un momento a soffermarci sul binomio "Food-Love" e a chiederci da dove provenga l'amore per il cibo proposto in kermesse come questa.

L'uomo può arbitrariamente e comodamente scegliere di non vedere, di non sapere e di continuare a immaginare la realtà come più lo aggrada; è già accaduto innumerevoli volte nel corso della storia, con il perpetrarsi di ingiustizie e atrocità nella pressoché totale indifferenza di molti (troppi), di coloro che hanno preferito la salvaguardia della propria tranquillità ad una onesta seppur dolorosa ricerca della verità e alla spinta verso una piena giustizia sociale.

Ma l'accostamento di parole come Food (cibo) e Love (amore) non può- in alcuni contesti- che apparire tragicamente paradossale. Ci chiediamo dove sia tutto questo amore nel preciso istante in cui gli animali (cibo, per l'appunto) arrivano al capolinea di un mattatoio, a fine corsa di una vita che è tutto fuorché vita. 

Eppure cibo e amore coesistono, in iniziative come questa, laddove per amore non si intenda altro che la mera soddisfazione dei piaceri del palato o il desiderio di promuovere un territorio attraverso piatti che sono costati vite.  

La nostra non è meraviglia né indignazione; ci è assolutamente chiaro come si voglia, in queste occasioni, dare importanza-sopra ogni cosa- al ritorno economico di tali iniziative e, in uguale misura, alla soddisfazione di un piacere sensoriale. Dovrebbe, tuttavia, essere usata quanto meno la decenza di evitare di parlare di amore.

Dalla recente mega grigliata in Piazza xx Settembre ad ogni altro appuntamento gastronomico in città (con soddisfazione anche per gli entomofagi), gli animali non umani sono sempre e comunque oggetto, mai soggetto. La rimozione delle loro vite, sostituite da prosciutti, baccalà e quant'altro, è una tappa obbligata e socialmente accettata.

Ci chiediamo se mai verrà in mente a qualcuno che è possibile organizzare un evento gastronomico senza crudeltà. Non è difficile immaginarlo e neppure realizzarlo: basterebbe un po di amore vero.



giovedì 24 ottobre 2013

Modelli alimentari - note a margine di una conferenza sull'alimentazione a base di insetti

immagine: © Kirill Kedrinski - Fotolia.com


MODELLI ALIMENTARI
NOTE A MARGINE DI UNA CONFERENZA SULL’ALIMENTAZIONE
A BASE D’INSETTI

Nel 1997 abbiamo scoperto che l’industria della carne, per abbassare i costi, mescolava ai mangimi polveri di metalli pesanti ricavati dai depuratori e almeno il 30% di deiezioni (merda).
Alcuni docenti universitari dimostrarono che nelle deiezioni vi è almeno il 25% di sostanze non assimilate che possono essere riutilizzate, scientificamente, nella nutrizione degli animali da macello.

Successivamente abbiamo scoperto che bovini e ovini erano nutriti con le carcasse (scientificamente tritate e liofilizzate) inutilizzabili degli animali macellati e con quelle dei cani randagi soppressi nei grossi centri urbani. In sostanza, animali erbivori da milioni di anni, ora erano costretti a ingoiare proteine animali, con il risultato esaltante di una più rapida crescita. L’Homo sapiens sapiens scoprì un fantastico doppio guadagno; da un lato trovò il modo di sbarazzarsi di migliaia di tonnellate di carcasse animali, dall’altro, stringendo alleanza con
l’Homo oeconomicus, trovò il modo di alimentare il vitello con le ossa della madre.
Nacque così la “mucca pazza”, definizione poco allarmante coniata dalle sacre scritture dell’informazione, ma si trattava (e si tratta) di encefalopatia bovina spongiforme trasmissibile all’uomo.

Franz Bodenheimer, padre della ricerca in Israele è stato il primo studioso a documentare l’estensione dell’appetito umano per gli insetti (Insects as human Food, Den Haag 1951); è altrimenti noto per aver dimostrato che la manna venuta dal cielo di cui parla la Bibbia era in realtà una secrezione cristallizzata prodotta da una specie di coccide diffuso nella penisola del Sinai. 
Quel che è certo è che gli Indiani d’America, quando vi erano forti carestie, per sopravvivere mangiavano anche le locuste. Come è stato provato quarant’anni fa, gli Indi (maschi) Taruya, che vivono tra Colombia e Brasile) mangiano frutta, carni e verdure, ma alle donne danno da mangiare insetti.
Anche in Cina, negli anni Quaranta e Cinquanta, la popolazione povera si nutriva di insetti (cfr. K. C. Chang, Food Chinese Culture, New Haven 1977, p. 13). Bodenheimer riferisce che negli anni Quaranta in Cina vide le operaie della seta lavorare in condizioni sub-umane e cibarsi delle larve dei bachi da seta, per sopravvivere. Lo stesso ha provato W. S. Bristowe (Insects and Other Invertebrates for Human Consumption in Siam, 1932) che ha fornito una dettagliata descrizione dei lavoratori Laotiani e Vietnamiti (sotto la dominazione francese) costretti dalla fame a cibarsi di scarafaggi, aracnidi e scorpioni.
A proposito di questioni culturali, Bristowe dimostra che è probabile che la gente acquisti il gusto per qualcosa che la salva dal morire di fame.

I sostenitori della bontà dell’alimentazione insettivora affermano che il rifiuto di questo tipo di alimentazione è un problema culturale degli Europei e degli Americani. Può essere.
La questione delle questioni è da una parte lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, la sua reificazione (l’essenza della schiavitù non consiste nel lavoro faticoso, ma nella riduzione dell’uomo a cosa), dall’altra lo sfruttamento più sconsiderato delle risorse della Terra, la devastazione della natura, il delirio della Instrumentelle Vernunft.
In fondo è proprio vero: è un problema culturale.
Nel 1885, il nobiluomo inglese V. H. Holt pubblicò un libro che contribuisce a svelare l’intelligenza dell’Homo oeconomicus: Why Not Eat Insects? (London 1885, ma vi è una edizione londinese del 1969).
Scandalizzato dagli insetti che divorano le verdure dei suoi campi, Holt pensò di aver trovato la soluzione a due problemi: la fame dei braccianti e il raccolto del padrone, convincendo i primi della bontà e del valore nutritivo degli insetti. Il padrone avrebbe continuato a mangiare come sempre, i braccianti si sarebbero saziati di scarafaggi, scorpioni ecc. Scrive Holt: “In tempi quali questi che viviamo, pieni di difficoltà agricole, si dovrebbe fare tutto il possibile per alleviare le sofferenze dei nostri affamati lavoratori. Sicché, perché mai non dovremmo far valere il nostro ascendente nell’indicar loro una negletta fonte di cibo?”.
Le multinazionali e la scienza dei loro laboratori guardano con interesse alla diffusione di un modello alimentare basato sul consumo di insetti, naturalmente “per combattere la fame nel mondo”. Sempre “per combattere la fame” si è puntato sul cibo Frankestein, il cibo transgenico. La realtà di questi ultimi vent’anni ha dimostrato quale sia lo scopo principale del cibo transgenico svelando contemporaneamente un nuovo ramo dell’imperialismo: la biopirateria (cfr. Vandana Shiva, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni, Cuen, Napoli 2001). È arcinoto che se l’umanità diventasse vegetariana, le superfici già oggi coltivate potrebbero nutrire una popolazione doppia rispetto a quella attuale; una popolazione che dunque rischierebbe di condurre una vita sana, senza mattatoi, senza insetti nel piatto in una civiltà degna di questo nome.
La questione di fondo riguarda il rapporto dell’uomo con il mondo della vita. 
Non tutto ciò che si può fare si deve fare. Se fosse vero il contrario sarebbe “tecnicamente e scientificamente corretto” praticare quanto suggeriva Jonathan Swift in Una modesta proposta, nel 1729.
Si tratta di capire se la conoscenza deve essere un fattore di moltiplicazione del dolore nel mondo o se debba essere apportatrice di un nuovo mattino del mondo. Si tratta di capire se l’uomo debba essere la maledizione della Terra, se le sue mani debbano essere sporche del sangue degli animali uccisi o se quelle mani possano stringere i semi dell’aurora; se la nostra vita debba essere spesa per moltiplicare la “trionfale sventura” (di cui parla T. W. Adorno, “Aber die vollends aufgeklärte Erde strahlt im Zeichen triumphalen Unheils” – Gesammelte Schriften, Bd. 3, p. 19) o per innalzare la civiltà e ingentilire il mondo apportandovi bellezza e giustizia.
Che Orfeo accompagni Giasone.

21 ottobre 2013                                    GINO DITADI

Gino Ditadi, studioso delle ideologie, filosofo del biocentrismo e della Deep ecology.
Autore/curatore, tra gli altri, de: I filosofi e gli animali, tomi I-II, Isonomia Ed. Este 1994 (la più vasta raccolta esistente di scritti e materiali, dall’antichità ei nostri giorni); LEV N. TOLSTÒJ, Contro la caccia e il mangiar carne, Isonomia Ed.; GIACOMO LEOPARDI, Dissertazione sopra l’anima delle bestie e altri scritti selvaggi, Isonomia Ed., Este 1998 – e Idis Ed. 2011; G. DITADI, Le grandi religioni e gli animali, Red Ed., Como 1999; PLUTARCO, L’intelligenza degli animali e la giustizia loro dovuta, Isonomia Ed., 2000; TEOFRASTO, Della Pietà, Isonomia Ed., 2001-2005; ERASMO DA ROTTERDAM, Querela Pacis, Lamento della Pace, Idis Ed, Este 2009; G. DITADI, Rifiuto del sacrificio di sangue ed estensione del diritto agli animali in Teofrasto, in STEFANO RODOTÀ e PAOLO ZATTI, Trattato di Biodiritto, volume V, Diritto e animali, Giuffrè Ed., Firenze 2011.

mercoledì 23 ottobre 2013

Circo con animali a Pordenone: ore decisive

foto: © Nemesi Animale

La questione circhi con animali è, oggi più che mai, al centro di un delicato dibattito anche a livello internazionale.
In questi giorni essa ci tocca da vicino e, ancor più, tocca da vicino il Comune di Pordenone, che si trova a dover prendere una decisione in merito al ricorso da parte di un circo (Millenium) desideroso di attendarsi in città.
Per quanti non ne fossero a conoscenza riassumiamo brevemente l'antefatto: dieci anni fa (2003) il Comune di Pordenone dava vita a un Regolamento di tutela animali molto articolato e all'avanguardia per quei tempi (lo è tutt'ora, sebbene le associazioni animaliste abbiano più volte denunciato la mancata applicazione di alcuni suoi punti in occasione di eventi come Amici Animali in Fiera, il Campionato Ornitologico e-ultimo ma non meno importante- il Country Christmas)
L'articolo 19 del Regolamento pone, di fatto, il divieto di spettacoli con utilizzo di animali. In virtù di questo divieto, dal 2003 nessun circo con animali attenda a Pordenone.
Chi ha redatto il regolamento è però al corrente (come chi scrive, d'altronde) del fatto che un divieto tout court come questo sia impugnabile, ma evidentemente per quasi dieci anni si è deciso di correre ugualmente il rischio, valutando solo in un secondo tempo- e con l'avvicendarsi dell'attuale Amministrazione Comunale- un'eventuale modifica/sostituzione dell'articolo 19 con qualcosa di più complesso (sull'impronta di quanto già in vigore in altri comuni italiani).
La necessità di studiare un modello diverso di regolamento (non più un divieto bensì un corpus di restrizioni conformi alla normativa CITES) dovrebbe nascere infatti proprio dal desiderio di assicurare a Pordenone un futuro di città senza circhi con animali; questo sforzo viene apprezzato e accolto in prima istanza dalle associazioni animaliste presenti sul territorio, che dal 2012 partecipano, a tale scopo, a un tavolo di concertazione con il Comune.
Il 2012 è infatti l'anno in cui il vento sembra cambiare: un circo con animali si fa avanti e contatta il Comune, manifestando l'intenzione di attendare in un futuro non troppo lontano. Già in quella occasione, a quanto pare, il circo lancia un avvertimento: il regolamento è impugnabile.
Trascorrono mesi in cui si va studiando una bozza che possa in tempi brevi (questo il nostro augurio di allora) sostituire il divieto all'Art.19.
Le associazioni ultimano la bozza esattamente un anno fa e la sottopongono al Comune a fine 2012 (dicembre, per la precisione).

Seguono mesi di attesa che ci portano ad oggi: il circo Millenium impugna l'articolo 19 e fa ricorso al TAR. 

Tutto come da programma -o meglio- nulla di inatteso. In tutta questa vicenda c'è però un elemento sorprendente che nessuno forse aveva preso in considerazione: apprendiamo che i titolari del circo Millenium avevano fatto richiesta di attendamento per il periodo marzo-aprile 2014 dopo aver ottenuto (il 10 luglio 2013) autorizzazione all’occupazione dell’area dal presidente di Pordenone Fiere. 

Considerato questo elemento non trascurabile e, a nostro avviso, decisivo per il ricorso presentato dal circo, riteniamo utile riportare la dichiarazione di Pordenone Fiere, apparsa di recente sulla stampa locale.  

Essa risale a Sabato 19 ottobre 2013:

"Come detto verbalmente e per iscritto all’organizzatore del circo - spiega Cardin - con mail del 4 luglio e lettera firmata del 10 dello stesso mese, inviata anche al Comune, avevamo fatto presente, che devono essere rispettate le norme comunali relativamente agli spettacoli con gli animali. La stipula della scrittura privata per regolare l’occupazione dell’area poteva avvenire solo dopo aver esibito tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’iniziativa, nel rispetto delle normative del municipio.
Per dovere di cronaca - continua Cardin - una nostra collaboratrice aveva avvertito verbalmente l’organizzatore che il regolamento di tutela degli animali del Comune è molto stringente."


"Explain it to me like I'm a two-year-old. " (spiegamelo come se avessi due anni) : è una celebre battuta tratta da una altrettanto celebre pellicola (Philadelphia, 1993).
Con queste esatte parole uno dei protagonisti si rivolge al proprio interlocutore, nel desiderio di un chiarimento.

Animati dallo stesso desiderio giriamo la domanda al presidente Cardin, poiché (sempre citando la pellicola) "c'è un elemento in tutto questo che proprio non entra nella nostra testa dura".
Considerato l'Articolo 19 (Regolamento tutela animali del Comune di Pordenone), che cita (comma 1):
"È vietata, su tutto il territorio comunale, qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico o privato, effettuato a scopo di lucro, che contempli, in maniera totale oppure parziale, l’utilizzo di animali, sia appartenenti a specie domestiche che selvatiche"
chiediamo al presidente di Pordenone Fiere di spiegarci-con parole sue e come se avessimo due anni-per mezzo di quale straordinario gioco di prestigio possa, un circo con animali, attendare a Pordenone nel rispetto delle norme comunali relativamente agli spettacoli con gli animali, o ancora, esibire autorizzazioni "nel rispetto delle normative del municipio". 

Questa noncuranza (o svista, a voler essere indulgenti) è per altro un déjà vu: la Fiera di Pordenone ci pare aver voluto dare, in più occasioni, una molto originale e del tutto personale interpretazione del Regolamento:

Campionato Italiano di Ornitologia

Amici Animali in fiera

Country Cristmas

In attesa di delucidazioni sull'effettivo ruolo della Fiera in questa vicenda è nostro desiderio rivolgerci al Comune di Pordenone, che sta in queste ore decidendo sul da farsi:
qualora si dovesse optare per la cosiddetta "resistenza" (la scelta di non cedere ai circensi e andare avanti attendendo il pronunciamento del TAR), si dovrà a nostro avviso tenere ben presente l'eventualità di una parziale sconfitta; è già accaduto a Ferrara ed Alessandria, sulle cui ordinanze il TAR si è pronunciato accogliendo il ricorso dei circhi.
Naturalmente il nostro auspicio è che Pordenone continui ad essere città vietata ai circhi con animali.
Ma a tale scopo potrebbe risultare necessario (se non indispensabile) andare oltre la sentenza del TAR (laddove sfavorevole), appellandosi al Consiglio di Stato, come sta avvenendo a Brindisi.
Se, come sembra, Il Comune di Pordenone desidera ribadire la propria contrarietà ai circhi con sfruttamento di animali (onorando un Regolamento in vigore dal 2003 che ne ha contribuito a fare un comune virtuoso in questo senso), riteniamo sia più che mai il momento di andare fino in fondo e senza ripensamenti, con coraggio.
I circensi da tempo fanno rete nel contrastare i regolamenti che impediscono loro di attendare in numerose città; non si capisce per quale motivo Pordenone non faccia lo stesso, prendendo contatto con Comuni come Brindisi per un prezioso confronto e scambio di esperienze, con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani e, ancor più importante, con la Regione Friuli Venezia Giulia, segnalando l'urgenza di un intervento sul tema.
Non si tratta di ipotesi fantascientifiche o utopistiche ma di mero buon senso e lungimiranza; ci auguriamo che l'Amministrazione possa prendere seriamente in considerazione questo appello, per un vero, concreto e urgente piano d'azione.
Il tempo a disposizione sta per scadere, o forse è già scaduto.  





intervista a Mimmo Consales