mercoledì 7 dicembre 2016

Jumping Pordenone e quel binomio tra politica e commercianti di vite


L'ippica non è uno sport.
L'ippica è un'industria impietosa quanto subdola.
Un mercato di vite che, dalle corse, alle lezioni di monta, alle passeggiate organizzate dai maneggi, all'ippoterapia (ultimo impiego prima del macello per molti), continua ad essere avvolto da una nebbia compiacente che cela immani sofferenze.
Un settore fortemente in crisi che cerca rilancio e che, grazie al sostegno della "Regione FVG, del Comune di Pordenone, della Fiera di Pordenone", ha trovato spazi, modi e finanziamenti per tentare una nuova ascesa.
Ed è così che a dicembre Pordenone ospiterà negli spazi dell'Ente Fiera il Jumping Pordenone. Due fine settimana dedicati principalmente al salto ostacoli (la conta dei danni fisici arrecati ai cavalli da questa triste pratica la si vedrà, chi la vedrà, immancabile con il tempo), dai Campionati Regionali FVG al Concorso Nazionale di Salto Ostacoli 6 stelle, senza perdere occasione - con il "battesimo della sella"- per avvicinare nuovi potenziali clienti: bambini e persone "diversamente abili".
L'industria ippica, va detto, quando si tratta di sfruttamento non disdegna nessuno e non applica distinguo. Cavalli, bambini e persone "diversamente abili", ciascuno utile a suo modo, i primi per le loro prestazioni, gli altri per denaro. O siamo convinti che sia per il bene del bambino che gli si fa credere che strumenti creati appositamente per infliggere dolore come il morso, il frustino, gli speroni, siano innocui?
Che il raggiungimento, come obiettivo, del pieno controllo di mente e corpo di qualcuno, incuranti delle sue reali esigenze e desideri, sia una forma di relazione? Che un individuo possa essere sostituito quando non è più performante (esattamente come si fa con una moto o una macchina da corsa) senza che questo possa arrecare dolore? Che si possa porre rimedio alla sistematica distruzione del corpo e della mente, conseguenza delle prestazioni richieste e della vita imposta, solo perché non ne vedremo le conseguenze?
Siamo veramente convinti che far credere a un bambino tutto questo non sia un modo per lucrare, oltre che sul cavallo, su di lui e sulle aspettative e ambizioni della sua famiglia?
Siamo anche dell'opinione che far salire una persona "diversamente abile" sulla groppa di un cavallo, un "buon cavallo" adatto per l'ippoterapia (che altro non è che un cavallo a fine carriera, troppo stanco, troppo rotto per dire di no) vendendogli l'illusione di contatti e relazioni graditi, di sinceri scambi, non sia una forma cinica e insensibile di sfruttamento, del cavallo e della persona - suo malgrado - "diversamente sfruttabile"?

Si sono dette tante parole a difesa dell'indifendibile, e altrettante ne sentiremo. La realtà è sotto gli occhi, nonostante le tante menzogne e ipocrisie. La realtà sono i cavalli, che continuiamo a non guardare anche se loro non smettono mai di comunicare disagi, volontà e desideri, per quel che possono, considerati la sproporzione di forze e i metodi (più o meno subdoli, più o meno visibili, sempre invasivi) di costrizione.
Allevati per essere venduti al miglior offerente, la maggior parte di loro vivrà una breve vita passando di mano in mano, di luogo in luogo, di "proprietario" in "proprietario", a seconda della prestazione che il suo corpo, reso giorno dopo giorno sempre più inabile, potrà offrire.
Strappati alle loro sicurezze, ai loro affetti (sempre che sia stata data loro la possibilità di intessere relazioni), spaccati nel corpo e nella mente, deprivati di tutto ciò che non sia strettamente necessario alla loro sopravvivenza e resa.


Le parole del vicepresidente Sergio Bolzonello: "faremo della città un polo nazionale del settore", l'intento dichiarato (e non solo, visti i lauti finanziamenti) di dar sostegno a quest'industria della sofferenza, ci lascia interdetti, seppur non stupiti.
L'ignoranza non è una colpa, l'ostinazione a non informarsi è una responsabilità.


Per approfondimenti:
Fiera di Pordenone, dicembre 2014: Jumping Christmas - Concorso Indoor di Salto Ostacoli.
Un'investigazione tra ciò che avviene sotto gli occhi di tutti, alla ricerca di uno sguardo incondizionato capace di non confondere il dominio con l'amicizia , il sopruso e il dolore con la relazione.
Testi a cura di Egon Botteghi, ex istruttore FISE (Federazione Italiana Sport Equestri), specializzato anche in Terapia Per Mezzo Del Cavallo (Ippoterapia). Ha svolto opera professionale nell'ambiente dell'equitazione sportiva e dell'ippica per 25 anni, lavorando per dieci anni anche come artiere a cavallo in alcune scuderie di cavalli da corsa al galoppo ed al trotto.
Ha cessato la sua attività nel 2008 per motivazione etiche, chiudendo il centro ippico che stava gestendo e co-fondando un rifugio per animali da reddito, di cui è stato presidente fino al 2012.
Per saperne di più, questa la testimonianza di Egon Botteghi per antispecismo.net: http://goo.gl/cL7BEn


venerdì 26 agosto 2016

Asini

Lady Chatterley 


[...] il gambero è un frutto del mare, te lo puoi 
fare sia arrosto, bollito, grigliato, al forno, 
saltato, c'è lo spiedino di gamberi, gamberi con 
cipolle [...] zuppa di gamberi, gamberi fritti in 
padella, con la pastella, a bagnomaria, gamberi 
con le patate, gamberi al limone, gamberi 
strapazzati, gamberi al pepe [...] minestra di 
gamberi, stufato di gamberi, gamberi 
all'insalata, gamberi e patatine, polpette di 
gamberi, tramezzini coi gamberi... e questo è 
tutto mi pare. (Bubba sui mille usi dei gamberi ­ 
Forrest Gump ­ 1994) 


Asini . Riflessivi, riservati, sensibili. Asini che mostrano un’attenzione profonda ai propri spazi, una radicata esigenza di tutelare la propria privacy, l’integrità del proprio corpo e delle proprie emozioni. Asini che a volte cercano la tua vicinanza, altre volte la schivano per lunghi mesi. Asini che attraversano periodi di entusiasmo e periodi di toccante tristezza, per motivi che non ci sarà mai dato di conoscere. Asini che arrivano a lasciarsi morire per la perdita di un amico. Asini innamorati, asini divertiti e traboccanti di vita e curiosità.

Rifugio del Cavallo di Montereale Valcellina


Così sono gli asini che conosco.
Sono tre: Galileo, Palmira e Lady Chatterley. Abitano al Rifugio del Cavallo di Montereale Valcellina. Hanno la grande fortuna di poter dare voce a tutte queste espressioni e di poterle vivere pienamente. Sono animali che si svelano a poco a poco. Un po’ come i gatti, hanno la propensione a diffidare (a ragion veduta) di qualsiasi prestazione venga loro richiesta. Per iniziare un momento di dialogo con loro è condizione indispensabile, ma non sufficiente, quella di abbandonare ogni aspettativa nei loro confronti.

Ma gli asini sono molto altro ancora. Allo stato brado sono fieri, intrepidi, pieni di spinta vitale e integrità individuale e di gruppo. Se impossibilitati ad avere per sé e per il proprio branco uno spazio adeguato a vivere una vita propria, con lucidità ci chiedono quanto meno che vengano tenute in considerazione e rispettate le proprie irrinunciabili esigenze sociali.

La maggior parte degli asini non ha queste opportunità e mai le avrà.
La maggior parte di loro, quando va bene, lavora per avere salva la vita. Guardiamoci attorno. Nel periodo estivo ogni settimana c’è un evento che coinvolge gli asini. Sempre più spesso. Più passano gli anni e maggiore è il carico di lavoro che viene loro richiesto.

corsa degli asini


Ce n’è per tutti i gusti: asini che tirano la carrozza con i bambini. Bambini che prendono il patentino per cavalcare l’asino. Asini montati durante il palio per qualche festa cattolica dedicata alla Madonna. Asini – esausti – produttori di benessere umano nella onoterapia , una forma di ​ pet therapy assai diffusa in Francia, Stati Uniti e Svizzera che sta iniziando a riscuotere successo anche in Italia.

Asini usati in campagna elettorale per sostenere il candidato sindaco di turno. Asini citati in tali occasioni come ​ "un modo alternativo ed ecologico per spostarsi in città".

Che dire dei tanti nostalgici dei bei tempi in cui gli alpini andavano in guerra con gli asini?
Asini vittime innocenti, eroi loro malgrado, patrioti per forza di uno stato che non avrebbero mai voluto servire.
Per colmare questa nostalgia ci siamo allora inventati le rappresentazioni storiche, dove sicuramente non possono mancare i mansueti e testardi asini.
O i presepi viventi, così simili ai nostri presepi di plastica da non poter esistere senza la presenza di un asino.

Gli asini contribuiscono persino al rilancio del turismo. Tra le vacanze più diffuse nell’estate della crisi, a quanto pare, c’è infatti il trekking sommeggiato . In queste eco gite l’asino diventa naturalmente (cit.) il "miglior amico del camminatore" . Poco importa se noi rappresentiamo poco e nulla per lui se non, nella migliore delle ipotesi, una pesante seccatura. Nella peggiore delle ipotesi, invece, una vera e propria tortura.

E ancora, lezioni di equitazione per i più piccoli ("gli asini sono meglio dei pony per apprendere i primi rudimenti di questa disciplina").
O gli asini porta­zaini; gli asini taglia­erba, dimenticati in un prato ai bordi della statale al loro destino da qualche assessore trevigiano.

Asine produttrici di latte per umani: per il latte d’asina, panacea per le allergie al latte vaccino e per gli anziani. Ed è già boom.
E non dimentichiamo la carne di asino, perché l’asino è buono anche da morto. Non è raro trovare agriturismi che promuovono l’avvicinamento coatto agli asini per poi servirne il corpo per cena.

Agli asini si trova sempre qualcosa da fare, fosse anche morire.

Gli asini in realtà non perdono occasione per comunicarci in ogni modo il loro totale disaccordo.
Ma ogni segnale è disatteso sistematicamente, negato e spesso deriso.
Ogni disobbedienza è punita con il dolore.

Riporto da un sito ​ http://peekabootravelbaby.it/asini­e­bambini​ :

Si dice Asino (ma anche Somaro o Ciuco!) e si intende esprimere una connotazione negativa, a volte quasi dispregiativa, eppure negli ultimi anni c’è stata una riscoperta della figura dell’asino: grazie alla diffusione dell’onoterapia e della riscoperta dell’utilità del latte di asina, l’asino da simbolo d’ignoranza assurge agli onori divenendo il protagonista su cui si fonde una terapia. 

“Assurgere agli onori”, perché l’uomo ha (ri)scoperto utilità che erano andate dimenticate. Così diventa opinione comune che con gli asini si possa fare di tutto per il fatto che, si vuol credere, se lo lasciano fare.
"È il loro destino". Perché i cavalli, che pur condividono la loro triste sorte, sono piuttosto pericolosi se qualcosa va storto. Nessun genitore sano di mente metterebbe un bambino di quattro anni sopra un cavallo.
Ma cadere dall’asino sembra essere indolore.
Destini e dicerie creati ad arte, fondati su false verità, con l'esclusivo scopo lanciare nuovi settori dello sfruttamento animale. Indolore sarà di certo l'introito economico di chi promuove queste attività. Il massimo dell'aspirazione concessa agli asini sfruttati sarà una dolorosa vita al servizio di chi, quando non li riterrà più utili per il lavoro, saprà ricavare da loro un'ultimo tornaconto avviandoli al "buon vecchio" macello.

Abbiamo così trovato l’animale perfetto per ogni esigenza.
Docile quel tanto che basta per le esigenze delle famiglie, buffo quel tanto che basta per rassicurarci che sì, effettivamente, siamo più svegli noi.
Perché gli asini hanno sempre questa espressione goffa che li rende meno degni e nobili dei cavalli.
Cavalli, ai quali, per inciso, viene riservato un trattamento sostanzialmente identico. Con una sola differenza. Quando diventerà illegale macellare cavalli, perché è poco romantico ucciderne uno per mangiarlo, è probabile che pochi si ricorderanno degli asini, che invece nella nostra scala del romanticismo sono un gradino sotto ai cavalli.

Che ne è della loro privacy? Della loro attenzione per le distanze? Della loro sensibilità? Della loro fierezza? Della loro esigenze sociali?
Che ne è di quello che ci avrebbero potuto insegnare gli asini sul proprio essere asino, se solo li avessimo incontrati senza il carico di tanti pregiudizi e senza la mediazione dei nostri sacri e intoccabili bisogni?

C’è ancora tutto, intatto. Ma nascosto, doloroso, sotterrato con cura dietro quei destini spezzati. Ogni volta che mettiamo nostro figlio sopra un asino, seduto nel calesse, ogni volta che sosteniamo manifestazioni con asini (ma ovviamente lo stesso discorso vale per ogni animale senza distinzione di razza e specie) stiamo contribuendo a gettare un altro strato di cemento sopra l’animalità sepolta di ogni singolo individuo e di ogni gruppo sociale.
Ogni strato è nuovo dolore, rinnovato, più sordo, più intenso, fino ad arrivare al grado massimo: l’apatia, l’assenza. Ultima difesa nei confronti del furto cui sono vittime.

Ogni domenica pomeriggio, quell’asino sarà un po’ meno asino.
Quel bambino sarà un po’ meno bambino.
Ci sveglieremo lunedì mattina più adulti, più cinici, insensibili, freddi, apatici e infelici, pronti a essere efficienti e produttivi, umani e asini.

Andrea Gaspardo


domenica 14 agosto 2016

Le bugie hanno il naso lungo


Corsa degli asini di Porcia (PN)

Ma qualcuno ha avvisato don Fort che non si dicono le bugie? 

«...Quindi, al momento della corsa vera e propria, che viene effettuata da gente giovane e poco pesante, si vieta l’uso di frustini e si monta a pelo, senza briglie».
(fonte: http://goo.gl/TALVQO )


 "poco pesante"?

Infatti l'anno scorso "gente giovane poco pesante" ha rischiato di spaccare la schiena (di certo procurava non pochi dolori e danni) ad un piccolo asinello; e dov'erano i veterinari che avrebbero dovuto garantire il "massimo rispetto" degli asini? (presenze che dovrebbero rassicurarci e rassicurare gli asini?).

 Quel che è loro "sfuggito" però non è sfuggito a noi, fatti non parole, documentati e resi pubblici.  
 Da notare la "leggerezza" del ragazzo con la maglia numero 9, le salite a peso morto, la camminata barcollante dell'asinello che faticava a reggere il pesante fardello; come se non bastasse, dal momento che il giovanotto non riusciva a "dominare a dovere" l'animale, finendo con il farsi disarcionare, gli organizzatori hanno ben pensato di sostituirlo con un altro giovane (numero 6), non certo più leggero, ma di sicuro più abile nell'imporsi, governare, costringere.

Per rimanere in tema di bugie, ci chiediamo anche come don Fort possa permettersi di dichiarare che gli asini vengono montati "senza briglie", senza timore alcuno di essere sconfessato ...briglie e morso c'erano eccome, e a ricordarlo agli asini i continui dolorosi strattoni.

E comunque, fatti - gravi - a parte (troppi per essere elencati tutti in questo post), resta il fatto che, durante tutto il tempo della corsa, gli asini hanno fatto capire con tutte le loro forze che non volevano partecipare al violento gioco cui erano costretti. 
Un penoso e triste spettacolo di sopraffazione che, a parere di don Fort, dovrebbe trasmettere ai giovani il rispetto nei confronti degli animali.
Sarà mai possibile? Le parole del bambino che, fuori campo grida: "Gabriele, dagli un calcio" la dicono lunga sul tipo di messaggi che queste manifestazioni trasmettono.

Le dichiarazioni di don Fort non stupiscono affatto, parole spese da chi si è ben definito "cristiano amante degli animali" (a dimostrazione di questo gli scatti fotografici del don circondato dai "suoi" tanto amati uccellini, prigionieri rinchiusi in gabbia).
Dimostrare passione e provare compassione sono concetti ben diversi, che a volte - e questo è il caso - possono risultare antitetici.
La compassione non contempla mai il possesso e l'abuso.

domenica 17 luglio 2016

Circo Millenium, un'altra aggressione ai danni degli attivisti

Ancona, 10 luglio 2016
Uno degli attivisti aggrediti dagli addetti del circo Millenium


Ancona, 10 luglio 2016: una nuova aggressione avvenuta a danno di alcuni attivisti per mano degli addetti del circo Millenium.
A distanza di poco più di due anni dal feroce pestaggio di 5 attivisti a Pordenone, il circo Millenium torna alla ribalta per essersi reso protagonista, ancora una volta, di un inaudito episodio di brutale violenza.


Riportiamo la testimonianza di uno degli aggrediti di Ancona:

AGGRESSIONE VIGLIACCA E CRIMINALE AL CIRCO


Domenica 10 luglio, alle ore 16,30 circa, il nostro gruppetto di attivisti antispecisti, costituito da sette elementi, tre ragazzi e quattro ragazze, prende posizione a circa una quarantina di metri dalla biglietteria del Circo Millenium, attendato nel maxi parcheggio dello Stadio del Conero, in Ancona, con l’intenzione di inscenare un presidio di denuncia e di sensibilizzazione del pubblico al problema della condizione di estrema sofferenza degli animali, detenuti, violentati, abusati e sfruttati nei circhi, a scopo di lucro.
In quel mentre uno dei circensi muove verso di noi distaccandosi dal cospicuo gruppo di circa una ventina di persone, in gran parte uomini, in minima parte donne, che già dal momento dell’arrivo sul luogo con le nostre due auto, tengono sott’occhio i nostri movimenti. Vedendolo venire verso di noi, gli vado incontro, e questo, quando mi è vicino, mi intima con fare minaccioso di sgombrare immediatamente l’area insieme ai miei compagni, sostenendo che questa è stata presa da loro in affitto, perciò di loro esclusivo utilizzo, e che con la nostra presenza arrechiamo disturbo alla loro attività. Controbatto che l’area è pubblica, perciò anche da noi utilizzabile, e che della nostra manifestazione è già stato inviato un preavviso alla Questura di Ancona. Aggiungo che lui, se vuole, può chiamare la Polizia, così saranno gli agenti a stabilire se la nostra collocazione sia compatibile o meno con la loro attività ed eventualmente a farci spostare di lì verso un’area opportuna.
Nel frattempo sopraggiungono tutti gli altri circensi, alcuni dei quali, soprattutto le donne, iniziano a provocarci con pesanti insulti. Alcuni di noi controbattono le loro invettive, anche se in maniera più blanda, e questo è per loro il pretesto per passare all’azione. Così cominciano col prenderci a spintoni. Luca ed io, vedendo che le cose si stanno mettendo male, chiamiamo al telefono la Polizia.
Il primo ad essere violentemente aggredito sono io. Prima da uno che tenta di colpirmi al volto con un pugno, che io paro con la mano. Poi da un secondo (il fratello del primo), che senza che io possa accorgermene, perché concentrato sull’azione del primo, mi aggira portandosi alle mie spalle, e in perfetta sincronia con l’azione del primo, vigliaccamente afferra la mia lunga chioma da dietro e violentemente strattona il mio capo verso il basso, producendomi un forte trauma al rachide cervicale, facendomi sbilanciare indietro e facendomi crollare a terra supino. Nella caduta urto violentemente l’anca sinistra e il pollice sinistro che subiscono anch’essi un forte trauma. Appena la mia testa e la mia schiena toccano terra, prima ancora che riesca a realizzare cosa mi stia accadendo, tanto fulminea è l’azione, mi arriva in faccia, all’attaccatura del naso, un pesante pugno sferrato dall’alto verso il basso dallo stesso aggressore, che mi produce l’incrinatura del setto nasale ed un sanguinamento del naso. Grazie alla mia agilità riesco a rialzarmi prontamente, evitando così di essere massacrato a terra dal branco, che però si proietta verso di me appena sono in piedi.
Con uno scatto mi divincolo e fuggo velocemente, vanificando il loro inseguimento.

Il branco allora ritorna sui suoi passi e a subire l’aggressione questa volta è Luca, che ha fatto col telefono la ripresa video del momento della mia aggressione e sta riprendendo ancora. Atterrato con un forte pugno in faccia, viene poi trascinato sull’asfalto per i capelli, molti dei quali vengono strappati dal cuoio capelluto.
Il trascinamento produce sul suo torace abrasioni ed escoriazioni sanguinolente. Ma è ora che avviene il peggio: trattenuto a terra, tirandogli i capelli verso il suolo, viene colpito ripetutamente da più energumeni, con calci e pugni di violenza inaudita, principalmente su entrambi i lati del volto, producendogli numerose fratture delle ossa facciali, nonostante la schermatura fatta con le mani e gli avambracci. Il suo telefono, che lui nonostante tutto continua a tenere in mano per registrare tutta la sequenza degli accadimenti, gli viene strappato di mano e con tutta la forza scaraventato a terra, quindi distrutto (la scheda del telefono con la registrazione del video, costituente la prova del crimine, viene in seguito recuperata e messa a disposizione della Polizia).

Adamo ed io, tornato nel frattempo nel luogo delle aggressioni, interveniamo per far cessare il massacro, prima che ci scappi il morto. Allora i vigliacchi mollano la presa su Luca e nuovamente si scagliano verso di me, che anche questa volta fuggo a gambe levate, di nuovo inseguito da loro senza successo.
Il branco, come in precedenza, desiste dall’inseguimento e torna indietro, e questa volta diventa Adamo l’oggetto e la vittima dell’azione violenta.
Mentre pacatamente cerca di placare gli animi degli assalitori per indurli a smetterla con la loro azione scellerata, lo stesso soggetto che aveva aggredito me alle spalle, a tradimento sferra con la testa un potente colpo alla base del suo naso, rompendogli il setto nasale e producendogli un copioso versamento di sangue.

Mentre mi riavvicino al luogo del crimine, dopo aver seminato i miei inseguitori, vedo Adamo coprirsi con le mani il volto e poi venirmi incontro implorandomi di chiamare l’ambulanza del pronto soccorso, preoccupato per la possibilità di pesanti e pericolose complicazioni del suo precario stato di salute.
Il suo volto è una maschera di sangue e i palmi delle sue mani sono completamente imbrattate dal sangue sgorgato dal suo naso.

Chiedo telefonicamente l’intervento dell’ambulanza e invito le ragazze del nostro gruppo ad abbandonare la zona, mentre i circensi minacciano di distruggere le nostre auto se non le sgomberiamo di lì immediatamente. Uno di loro sferra un pesante pugno di avvertimento sul tettuccio della mia auto. Mi preparo ad intervenire, quando finalmente si vede sfrecciare sulla strada l’auto della polizia. Allora i circensi si decidono a lasciare l’area del misfatto e a raggiungere il loro tendone.
Sgomberate entrambe le auto dall’area e parcheggiate alla meglio lungo la strada, ecco arrivare l’ambulanza….

Leonardo Casaccia


Evidentemente la violenza paga!
Quando credere alle menzogne risulta più facile rispetto all'accettazione di scomode verità.
Quando la giustizia si dimostra inefficiente ed usa a smentirsi, totalmente disinteressata alla ricerca della verità (non è un caso che stiamo ancora attendendo, dopo oltre due anni, che la verità sia ripristinata in un'aula di tribunale).
Quando il silenzio, l'omertà e il disinteresse delle istituzioni e dell'opinione pubblica - complici colpevoli - gravano come macigni.
Perché mai chi già per professione è avvezzo all'uso della violenza come mezzo di coercizione (applicata sistematicamente, giorno dopo giorno, sugli animali schiavi: domati, abusati ed esposti innanzi ad un imperturbabile pubblico pagante, evidentemente talmente assuefatto agli orrori da non saperli cogliere) dovrebbe sentirsi non autorizzato a ricorrere alla prepotenza per negare ad altri il diritto, sancito dalla Costituzione, di esprimere liberamente le proprie opinioni?

Assistendo increduli a fatti che, in una società che ha l'ardire di considerarsi civile, non dovrebbero accadere, ricordiamo che, nel mentre, le voci dei veri protagonisti - gli animali imprigionati e costretti ad esibirsi negli spettacoli - continuano a rimanere inascoltate. Voci e corpi che non smettono mai di dire la loro, di opporsi o negarsi, di ribellarsi. Con loro continueremo a lottare senza farci intimorire, più motivati che mai.

giovedì 14 luglio 2016

Presentazione del libro: Volare! a Martignacco (UD)


Cos'è una fiera ornitologico venatoria?
La celebrazione della caccia, la mercificazione delle sue vittime.
Un mercato di animali, una distesa di gabbie attraverso le cui sbarre essi osservano la nostra libertà.

Sabato 16 luglio alle 18 saremo ospiti del diCaneinGatto cat_dog cafe per presentare VOLARE! - #nosagraosei, un libro che nasce dall’esigenza di spiegare le ragioni che ci portano a contestare la Sagra dei Osei di Sacile, la più importante manifestazione avicola europea e, con essa, tutte le fiere ornitologico venatorie.

Aiutaci a diffondere la consapevolezza sulle fiere che sfruttano animali: puoi farlo sostenendoci in questo lavoro di documentazione, leggendo e facendo conoscere questo libro. 

Sabato 16 Luglio 2016 ore 18:00
diCaneinGatto cat_dog cafe
via Cividina 4, Martignacco (UD)

Sagra dei Osei di Sacile: il nostro Contromanifesto 2016


Ogni anno Sacile si avvale di una serie di artisti per realizzare il manifesto che pubblicizza la Sagra dei Osei.
La Pro Sacile afferma che tutti i disegni fino a oggi divulgati sono sempre stati fedeli a quello che è lo spirito della manifestazione canora. 
È davvero così? 
Una manifestazione che imprigiona, che asseconda gli interessi dei cacciatori e degli allevatori (è sempre stata la loro sagra, e di nessun altro) dovrebbe, per onestà intellettuale, raffigurare nei propri manifesti ciò che davvero rappresenta: la privazione della libertà, la 
reclusione forzata ottenuta con una moltitudine di gabbie. 
Invece, fino ad oggi, i manifesti pubblicitari della Sagra dei Osei stravolgono la realtà di questa festa e sono un tripudio di colori, di raffigurazioni di una natura libera, solare, gioiosa, vivificante. Esattamente il contrario di quanto davvero accade a Sacile da quasi mille anni. Da qui l’esigenza di un contromanifesto che mostri la realtà: nasce 
nel 2013 il nostro progetto, che porta alla realizzazione di un contromanifesto che si rinnova negli anni. 

Il Contromanifesto 2016 è realizzato dal grafico, designer e architetto pordenonese Giuseppe D’Orsi.
Queste le sue parole: «Ho elaborato la struttura del contromanifesto cercando di instaurare un dialogo attivo tra immagine e testo, facendo sì che l'immagine rappresentasse la traduzione, quanto più immediata e suggestiva, delle parole che l'avrebbero accompagnata: essi dovevano rispecchiarsi a vicenda, innescando un sentimento di empatia e riflessione. 
Ho cercato di perseguire il medesimo scopo all'interno dell'immagine: le foto degli uccelli nelle gabbie rendono queste entità reali, corpi tangibili rinchiusi all'interno di un origami, uccello fittizio che imprigiona la loro essenza manifestando ciò a cui noi riduciamo la realtà viva e cangiante, creando un' ulteriore dialettica tra essere e non essere fino a giungere al paradosso più eclatante: l'irreale rende prigioniero il reale».

joDorsi (Giuseppe D’Orsi)
Classe 1979, grafico, designer e architetto, pordenonese di nascita, parigino d’adozione.
Art director e fondatore di diverse aziende e gruppi che operano nel mondo della comunicazione,  negli anni ha curato progetti di editoria, moda, video, esposizioni 
e immagine aziendale, collaborando con i più noti brand internazionali.
Vincitore di numerosi premi e menzioni, ha insegnato e tutt’ora insegna comunicazione in diversi istituti scolastici e aziende italiane.
Dopo oltre una decade e mezza di esperienza nel mondo della comunicazione visiva 
e del progetto, lavora come creative director per aziende italiane ed estere.

Da questa settimana a ‎Pordenone‬ (Viale Treviso) la prima delle 4 gigantografie del nostro Contromanifesto per la Sagra dei Osei 2016




VOLARE! - un libro per dire NO alle fiere ornitologico venatorie



E' stato presentato in anteprima alla stampa sabato 9 luglio, a Pordenone, il nuovo libro VOLARE! #nosagraosei, a cura della nostra associazione.  

VOLARE! #nosagraosei nasce dall’esigenza di spiegare le ragioni che ci portano a contestare la Sagra dei Osei di Sacile, la più importante manifestazione avicola europea e, con essa, tutte le fiere ornitologico venatorie.
A quanti vedessero nella Sagra dei Osei di Sacile né più né meno che una simpatica occasione per una gita fuori porta desideriamo offrire, con VOLARE!, alcuni spunti di riflessione.
Questa sagra (come le innumerevoli del suo genere) viene presentata, da chi la patrocina, con termini accattivanti: tradizione, natura, cultura, genuinità. Ci si appella anche al dovere di salvaguardare il passato per poterlo tramandare con orgoglio alle future generazioni. Momenti di vita straordinaria? Di sicuro non per centinaia di uccelli costretti a spendere la loro vita in gabbia.
Le associazioni animaliste condannano pubblicamente e da anni fiere come questa, vere e proprie palestre di desensibilizzazione, luoghi in cui gli animali-schiavi - esposti, abusati e venduti - restano sempre sullo sfondo, sfocati, invisibili. Cosa c’è di appagante e straordinario in tutto questo? Appagante, per gli addetti ai lavori, è senza dubbio il giro di affari che una fiera ornitologica comporta (per chi alleva e vende animali, per chi costruisce le gabbie e per i cacciatori, che possono trovare soddisfazione in eventi di questo tipo). Ma alla fine, per quanti giri di parole si possano usare, stiamo parlando di gabbie. Gabbie dalle quali gli animali prigionieri osservano la libertà rubata, desiderano, sognano, lottano.
Tante sono le voci che, negli anni, si sono sollevate accanto a quelle degli animali-schiavi esposti e venduti in queste manifestazioni.
Un capitolo del libro è dedicato ai contributi degli autori che, ciascuno a proprio modo, hanno contribuito apportando un tassello prezioso in direzione di una visione d'insieme del vero volto della Sagra dei Osei, e di tutte le fiere con animali.
VOLARE! è dedicato a tutte le vite ancora prigioniere, esposte e vendute durante la Sagra dei Osei di Sacile e in tutte le fiere ornitologico venatorie.
Individui, non merci. Animali che conoscono la sofferenza, ma ancora in grado di gioire, desiderare e ribellarsi. Con loro continuiamo a lottare e a sognare.

Il libro è ordinabile anche via mail, scrivendo ad info@nosagraosei.org
Invitiamo tutti ad aiutarci a diffondere la consapevolezza sulle fiere che sfruttano animali: lo si può fare anche sostenendoci in questo lavoro di documentazione, leggendo e facendo conoscere questo libro.


martedì 28 giugno 2016

Festa sul Nonsel: non vogliamo le botticelle a Pordenone


Botticella” è il nome romano che indica le carrozze turistiche trainate da cavalli. Un servizio anacronistico che i candidati alla carica di Sindaco per Roma Capitale si sono impegnati ad abolire dopo anni di proteste e numerosi incidenti mortali per gli animali coinvolti. Il nuovo Sindaco di Roma voterà Sì alla Delibera di iniziativa popolare per l’abolizione delle botticelle, depositata dalle associazioni animaliste con oltre il doppio delle firme necessarie.

Mentre ovunque cresce la sensibilità e l'impiego di equidi per trainare carrozze viene sempre più messo in discussione, questa arcaica forma di sfruttamento a Pordenone - città sempre meno amica degli animali - torna alla ribalta. Anziché progredire Pordenone sembra voglia distinguersi compiendo il percorso contrario. Ed è così che gli organizzatori della "Festa sul Nonsel" (Pordenone Onlus, Pro Loco Pordenone e Sei di Pordenone se - Associazione Culturale) per l'edizione 2016 (in programma per questo fine settimana) hanno ben pensato di inserire le "Passeggiate in Carrozza con i Cavalli".
Evidentemente la spiccata propensione, portata avanti per anni con dedizione, a non volersi occupare di cultura, informazione, sensibilizzazione, di compassione, ora sta dando i suoi frutti.
Che festa sia dunque, divorando, occupando e sfruttando; grasse risate lungo il fiume, acqua che non riuscirà a portar via l'infinita sofferenza arrecata.

Ricordiamo a tutti che non esistono "cavalli da... " (equitazione, esibizione, traino...), esistono individui che desiderano solo essere considerati tali e che dovremmo imparare a lasciare in pace una volta per tutte.

Non vogliamo le botticelle a Pordenone.

giovedì 2 giugno 2016

Animalisti FVG al MujaVeg Festival


MujaVeg Festival è la prima manifestazione dedicata al veganismo che ha luogo nella provincia di Trieste e si svolgerà a Muggia sabato 11 e domenica 12 giugno, dalle 10:30 alle 22.
L’obiettivo è quello di far conoscere ad un pubblico il più vasto possibile scelta vegan, anche e soprattutto come scelta etica. 


Con grande piacere domenica 12 giugno alle 18 saremo presenti al MujaVeg Festival con un incontro dal titolo 
LIBERI DI VOLARE: perché dire NO alle fiere ornitologico venatorie

In Italia si convive con molteplici tradizioni in cui gli animali vengono sfruttati dall’uomo.
Queste realtà, piccole e grandi, sono diffuse in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. 
Per chi le promuove l’argomentazione principe con con cui mettere a tacere ogni contestazione è l’appello alla tradizione, come se rinunciare a sagre con animali significasse rinunciare a un pezzo di identità culturale del Paese.
Cos'è una fiera ornitologico venatoria? La celebrazione della caccia, la mercificazione delle sue vittime. Un mercato di animali, una distesa di gabbie attraverso le cui sbarre essi osservano la nostra libertà.
Le immagini raccolte negli anni nell'ambito della più antica e importante fiera ornitologico venatoria d'Europa-la Sagra dei osei di Sacile- ci mostrano ciò che avviene sotto gli occhi di tutti, ogni anno, in eventi come questo.


Qui il programma completo della manifestazione: 

Per maggiori informazioni: 
http://www.mujaveg.it

Evento Facebook 

Nuovi libri in arrivo alla Sezione Diritti Animali della Biblioteca di Pordenone



Da oggi la Sezione Diritti Animali della Biblioteca Circoscrizionale di Torre (Pordenone), curata da Animalisti FVG, si arricchisce di nuovi volumi disponibili anche per il prestito interbibliotecario (in tutta Italia) e reperibili attraverso il database OPAC SBN, a questo link

Ecco la lista dei nuovi arrivi:

Salvi! Animali, rifugi e libertà - a cura di Valentina Sonzogni
La fabbrica dei cuccioli - I. Innocenti e M. Puricelli

Gli animali e l'etica - Francesco Allegri 
Sento dunque sogno, frammenti di liberazione animale - Massimo Filippi
Fermare Green Hill - Coordinamento Fermare Green Hill
L'esercito dei cento clown - Troglodita Tribe
Etologia filosofica, alla ricerca della soggettività animale - Roberto Marchesini
Animali, non bestie: difendere i diritti e denunciare i maltrattamenti - a cura di Gianluca Felicetti
Encefalogramma piatto, un memoriale agrodolce per animalisti colti - Roberto Duria

Tesi di laurea : Al di là delle specie: la questione animale nella riflessione filosofica contemporanea - Beatrice Scutari (per consultazione)

Le rivendicazioni del movimento per i Diritti Animali spesso non vengono pienamente comprese dall'opinione pubblica,  ma è importante sottolineare che alla base di questo movimento ci sono illustri portavoce: filosofi, uomini di scienza, medici, personalità di fama internazionale, che hanno argomentato in modo ineccepibile queste tesi.

Quanti conoscono questi testi? Ancora pochi, a nostro avviso, ed è fuori dubbio che per qualsiasi rivoluzione culturale i libri rappresentano un potente e indispensabile strumento di comunicazione, un filo conduttore che traccia un percorso che, per quanto riguarda nello specifico i diritti degli animali, è ancora in divenire.
Ad oggi la sezione Diritti Animali di Pordenone annovera più di 200 volumi, libri che in molti casi hanno contribuito a cambiare per sempre modo di vedere le cose a quanti hanno avuto l'opportunità di leggerli.

Grazie al prestito interbibliotecario un testo può essere fatto arrivare all'utente da qualsiasi biblioteca d'Italia.
Lista completa dei testi presenti nella sezione
Per informazioni su come replicare l'iniziativa "Diritti Animali in Biblioteca" nella vostra città 
o se desiderate contribuire con una donazione di testi scrivete a animalistifvg@gmail.com
oppure visitateci su su Facebook, a questa pagina 

PORDENONE-BIBLIOTECA CIRCOSCRIZIONALE DI TORRE 
Via Vittorio Veneto 21 – 33170 Pordenone (presso Bastia del Castello di Torre) 
Telefono 0434/44038 
Orario: martedì, giovedì e sabato dalle 15,00 alle 18,00 

La tessera per il prestito è gratuita e può essere richiesta direttamente presso la sede della Biblioteca Circoscrizionale

giovedì 5 maggio 2016

Una fiera dove tutto è concesso

Fiera degli uccelli di Arzignano

Il 25 aprile, alla Fiera degli uccelli di Arzignano, "tantissime le famiglie presenti ... per ammirare gli animali": ammirare, toccare, utilizzare, comprare.
"Una sorta di fattoria all'aperto tra recinti ed esibizioni che hanno affascinato soprattutto i più piccoli", commenta il Giornale di Vicenza l'indomani di questa triste fiera.
Parole che descrivono, come uno scatto fotografico, con esattezza chi (anzi, cosa) gli organizzatori di simili eventi desiderano porre in primo piano: "recinti" ed "esibizioni".
Gli animali-schiavi esposti, abusati e venduti, restano sullo sfondo, sfocati, invisibili; se li guardassimo veramente proveremmo una profonda vergogna, noteremmo la loro sofferenza, sentiremmo le loro urla, coglieremmo i continui tentativi di ribellione e, forse, inizieremmo anche noi ad urlare con loro e a dire basta, tutto questo è inammissibile.
E invece no, che festa sia, il commercio innanzitutto.
E i "più piccoli", i bambini? Sfruttiamo anche loro. Vengano signori e signore, pubblico pagante: divertimento assicurato per i più piccini al motto di "imparare giocando".
Ma imparare cosa?
Imparare a non relazionarsi, a non vedere l'altro da sé, ad invadere i corpi altrui.
Ciascuno al proprio posto, ciascuno diversamente sfruttabile: è questo il "divertente" insegnamento offerto da fiere come quella di Arzignano, vere e proprie palestre di desensibilizzazione.
Da alcuni anni siamo presenti ad Arzignano -il 25 aprile, festa della liberazione- per manifestare il nostro dissenso e per documentare quanto accade.
Ogni anno la fiera degli uccelli di Arzignano riesce a distinguersi perché, oltre al "tradizionale" abuso, caratteristico di tutte le fiere con animali, sembra godere di concessioni particolari.
Un'isola infelice dove evidentemente tutto è concesso. A nulla servono le "sfilate" dei numerosi agenti, guardie, veterinari e controllori vari dal momento che per incompetenza, omertà o malafede (sapere per quale delle tre ragioni poco cambia, poiché gli esiti rimangono gli stessi) essi non intervengono quando servirebbe.
Ed è così che, nel tempo, abbiamo visto come in questa fiera sia possibile esporre le gabbie sotto il sole senza preoccuparsi di creare ombreggiature per proteggere gli animali, circolare con cuccioli di cane a caccia di acquirenti, promuovere una lotteria per i bambini con animali in premio, esporre pony appena nati (poco importa se, per stress e carenza di difese immunitarie, potrebbero morire, dopotutto son tanto carini e piacciono a grandi e piccini), lasciare che gli animali vengano palpeggiati e invasi da mani indiscrete (animali stressati e spaventati che, in quanto reclusi, non hanno la possibilità di ritrarsi e fuggire), o utilizzare, come quest'anno, cavalle in avanzato stato di gravidanza per far provare ai bambini l'emozione di una cavalcata.
Indubbiamente ad Arzignano erano presenti tante famiglie, ma-vorremmo ricordarlo- non solo umane: madri, padri e figli, separati, rinchiusi, disperati.
Ci sentiamo di dire agli organizzatori della fiera degli uccelli di Arzignano, compiaciuti per il numero di presenze, che non c'è davvero nulla di cui essere orgogliosi nell'essersi prestati ad organizzare un evento tristemente diseducativo e ad uso e consumo del profitto, in barba anche alle più elementari normative sulla tutela degli animali. 

Associazioni aderenti:
AFVG (Animalisti Friuli Venezia Giulia)
LAV (Lega Anti Vivisezione)
ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali)
OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali)
LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia)
CPV (Coordinamento Protezionista Veneto)
VA (Verona Antispecista)

LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli









sabato 30 aprile 2016

Amministrative 2016-Circhi con animali? La parola ai candidati



In attesa delle Elezioni Amministrative 2016 a ‪Pordenone abbiamo chiesto ai candidati una dichiarazione pubblica sulla questione circhi con animali, realizzando i video che vi proponiamo in questo post.

Su questo tema ancora così poco dibattuto nel nostro paese avvertiamo, oggi più che mai, l'urgenza di un reale cambiamento in direzione di un totale divieto di utilizzo (il termine più appropriato è sfruttamento) degli animali nei circhi, attuabile in primis attraverso una legge nazionale, che ci auguriamo non tardi ad arrivare. Tanti sono, a nostro avviso, i punti da evidenziare.

Eccone cinque: 


1- la FVE- Federazione dei Veterinari Europei (di cui fa parte la FNOVI - Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ) chiede di proibire l’utilizzo di animali esotici nei circhi viaggianti attraverso l’Europa perché, avendo questi animali lo stesso corredo genetico dei loro simili selvatici «non c’è in alcun modo la possibilità che i loro bisogni, fisici, fisiologici e mentali vengano rispettati»
Fonte --> http://goo.gl/3FfjjU

2- Importanti psicologi dell'età evolutiva auspicano e sostengono un radicale cambiamento di costume che vada in direzione della chiusura e del divieto dell’impiego di animali nei circhi 
Fonte -->  http://goo.gl/l2svS6

3-La rilevazione EURISPES del 2016 sottolinea che il 71,4% degli italiani è contraria ai circhi con animali.
Fonte LAV--> http://goo.gl/289BOq

4-Finanziamenti pubblici ai circhi
Negli ultimi 5 anni, i circhi e lo spettacolo viaggiante hanno ottenuto quasi 30 milioni di euro di finanziamenti “pubblici”, erogati tramite il Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) 
Fonte LAV--> http://goo.gl/kCpTRx

5- Molti paesi hanno emanato leggi di divieti per i circhi con animali
Fonte  --> http://goo.gl/QtcVKz












lunedì 11 aprile 2016

25 APRILE- Presidio contro la fiera degli uccelli di Arzignano (VI)


Arzignano, paese in provincia di Vicenza, è la cornice di questa fiera giunta alla sua 35° edizione. La fiera ha luogo in un'estesa area verde che ospita, oltre alla classica gara canora, esposizioni di uccelli da richiamo, gabbia e voliera, spettacoli di falconeria, una mostra di animali da cortile e stand legati al mondo venatorio.

Il tutto avviene- ironia della sorte- il 25 aprile di ogni anno: giorno della liberazione, ma non per le centinaia di animali prigionieri di questa manifestazione. 
La pratica dell’uccellagione (la cattura degli uccelli ad uso di richiamo) e la successiva detenzione in piccolissime gabbie è contraria alle normative europee sulla tutela e conservazione dell’avifauna; ciò nonostante alcune regioni italiane permettevano questa barbara usanza fino al 23 Luglio 2015, data in cui il Senato ha approvato la “Legge europea 2014″, volta ad evitare varie procedure di infrazione comunitaria tra cui l’uso di reti nei “roccoli” ed altri impianti autorizzati o gestiti da regioni e province per approvvigionare i cacciatori da appostamento di richiami vivi.
Purtroppo nulla è stato al momento previsto per quanto riguarda la questione dell’uso degli uccelli da richiamo nelle mostre ornitologico venatorie e nelle gare canore delle stesse.

Ma c’è un aspetto ancor più grave: durante queste fiere tutto è trasformato in divertimento, in una gran festa per le famiglie.
Passa l’idea che il nostro rapporto con gli animali si possa realizzare attraverso la loro prigionia e detenzione; i bambini imparano a conoscere gli uccelli …attraverso le sbarre, a considerarli merce da acquistare e portare a casa, senza altri pensieri.
Dall’edizione 2012 gli attivisti locali hanno iniziato a dimostrare il proprio dissenso, con striscioni, affissioni a tema e presidi di protesta all’ingresso della fiera.

Il 25 aprile 2016, dalle 09:30 alle 13:00, avrà luogo una manifestazione di protesta all’ingresso (Parco dello Sport, ingresso lato piscine) della Fiera degli uccelli di Arzignano: un presidio pacifico per dire NO all’ennesima sagra della gabbietta, per un 25 aprile davvero degno di tale nome anche per gli animali.
LA LIBERTÀ È UGUALE PER TUTTI.

Evento Facebook





Cos'è una fiera ornitologico venatoria from Animalisti FVG on Vimeo.

9 MAGGIO - COWSPIRACY - proiezione a Pordenone


PORDENONE, 9 maggio 2016 ore 20:45
Aula Magna Centro Studi - presso Cinemazero

Dopo l'inaspettato successo nazionale, arriva anche a Pordenone il film "Cowspiracy: The Sustainability Secret".

Il documentario segue il regista californiano Kip Andersen nella sua ricerca di uno stile di vita più sostenibile, ricerca che lo porta a scoprire dati sconcertanti sull’impatto ambientale dell’industria degli allevamenti, individuata come la principale causa di deforestazione, consumo di acqua, spreco di risorse e degrado ambientale.
Perché, allora, le grandi organizzazioni ambientaliste sono restie a parlarne?
Recentemente Leonardo Di Caprio ha deciso di “adottare” il film diventandone il produttore esecutivo, con l’obiettivo di promuoverne la diffusione.

INGRESSO LIBERO
Seguirà buffet vegan

La proiezione è organizzata da: 
Terraè - officina della sostenibilità
Animalisti FVG
DAS - Diritto ad una Alimentazione Sana // Pordenone
LAV Pordenone - Lega Anti Vivisezione
LAC - Lega Abolizione Caccia - Friuli Venezia Giulia
Oipa Pordenone - Organizzazione Internazionale Protezione Animali

Si ringrazia l'associazione Essere Animali che ha promosso la diffusione del film in Italia.

Evento Facebook



VIII° Festival di Beneficenza all' EZ's Place,onlus, Rifugio del Cavallo

foto: Andrea Gaspardo

Sabato 16. Aprile, a partire dalle ore 20.00, si terrà all' EZ's Place Onlus, Rifugio del Cavallo di Montereale Valcellina (PN)
il VIII° Festival di Beneficenza

con Live Country Music "Stormy Creek Band" 

La festa sarà, come ogni anno, una splendida occasione per stare assieme, divertirsi, danzare attorno al fuoco sotto le stelle e mangiare un buonissimo chilli vegano, accompagnato da birra speciale !!!
Sarà anche l'occasione per conoscere ed aiutare gli ospiti del Rifugio. Perciò non prendete impegni, vi aspettiamo numerosi (non dimenticate gli amici a casa!).

Per maggiori informazioni:
rifugiodelcavallo.org
www.zedanranch.de
cell. 360593236
Evento Facebook


in caso di brutto tempo l'evento sara' cancellato

lunedì 29 febbraio 2016

Il menù di Pasqua...che non fa male a nessuno

Anche quest'anno la bravissima Alessandra Caprari ha curato uno squisito menù di Pasqua interamente vegetale per il nostro blog. 
L'invito, rivolto a ogni persona che senta dentro di sé compassione o anche solo senso di giustizia verso gli animali, è di NON festeggiare la Pasqua con un pezzo di agnello - o di qualsiasi altro animale - nel piatto.

ANTIPASTO - spiedini croccanti agli omega 3

















Ingredienti (per 4 persone)
450 grammi di tofu la naturale
3/4 si bicchiere di shoyu
erbe aromatiche (origano ed erba cipollina)
semi oleaginosi a piacere (es: girazole, zucca)
sale e pepe q.b.
olio e.v.o.
spiedini di legno

Procedimento
ricavare dai panetti di tofu dei cubetti, farli marinare nella salsa di soya con sale, pepe, olio ed erbe per circa 3 ore
passarli sulla piastra e farli rosolare su tutti i lati
ripassarli nella marinatura e nei semi oleaginosi
inserirli nello spiedino, alternandoli

PRIMO - crespelle alle erbe selvatiche con granella di pistacchi
















Ingredienti (per 6/7 crespelle)
per il ripieno:
450 grammi di bruscandoli (germogli del luppolo selvatico)
mezza cipolla media 
600 ml di besciamella vegetale
sale e pepe q.b.
olio e.v.o.
granella di pistacchi

per le crespelle:
200 ml di latte di soia

130 ml di acqua
200 grammi di farina integrale o "0" a piacimento

Procedimento
preparazione delle crespelle:
unire alla farina il latte vegetale e l'acqua
aggiustare di sale
sbattere con la frusta per evitare che si formino grumi
a parte, ungere una padella da crêpe e preparare le crespelle versando il composto

preparazione del ripieno:
far soffriggere la cipolla tagliata finemente nell'olio
pulire e tagliare gli asparagi selvatici e farli cuocere per circa 15 minuti con il coperchio

salare e pepare
nel frattempo preparare la besciamella e farcire le crespelle con il ripieno preparato in precedenza

adagiare in una teglia antiaderente uno strato di besciamella, le crespelle ripiene e coprire il tutto con uno strato di besciamella
cuocere in forno, coprendo la teglia con stagnola, per 20 minuti circa a 180 gradi

togliere la stagnola e passare al grill per 10 minuti circa
servire tiepide guarnendo con la granella di pistacchi

SECONDO - polpettone con salsa di funghi
















Ingredienti (per 4 persone)
500 grammi di patate rosse
180 grammi di tofu
200 grammi di affettato di muscolo di grano
sale e pepe q.b.
olio e.v.o.
prezzemolo
pangrattato aromatizzato (pangrattato miscelato con un trito di erbe a piacere - es. rosmarino e salvia)
400 grammi di funghi champignon
1/2 spicchio di aglio
200 ml bicchiere di vino bianco
brodo vegetale 200 ml
200 ml di panna di soia

Procedimento
lessare le patate e schiacciarle insieme al tofu, tritare il muscolo di grano finemente e unire il tutto aggiungendo un po' d'olio, sape, pepe e prezzemolo
impastare e dare forma al composto, passarlo nel pane grattugiato aromatizzato precedentemente salato
mettere in forno con olio e 100 ml di vino bianco e sfumare per 7-8 minuti
coprire con la stagnola e lasciar cuocere per 10 minuti a 180 gradi
togliere la stagnola e utilizzare la modalità "grill" per 12 minuti, girando il polpettone e facendolo dorare su tutti i lati

in una padella a parte preparare un trito di prezzemolo e aglio, unire i funghi, farli rosolare, salare e pepare, coprirli con il brodo vegetale e farli cuocere per 20 minuti
una volta cotti i funghi sfumarli con il vino bianco  e unire la panna di soia, cuocendo per altri 5 minuti
passare il composto nel mixer ottenendo una salsa cremosa
attendere che il polpettone diventi tiepido, tagliarlo a fette e servirlo con la salsa ai funghi


CONTORNO - carpaccio di sedano rapa al cartoccio
















Ingredienti (per 4 persone)
1 sedano rapa di medie dimensioni
erbe aromatiche (timo, maggiorana, rosmarino, alloro, salvia ed erba cipollina)
sale e pepe q.b.

olio e.v.o.
burro vegetale

Procedimento
lavare il sedano rapa, preparare 2 fogli di carta stagnola e posizionarli a croce
appoggiarvi il sedano rapa al centro e strofinarlo con l'olio e le erbe aromatiche, unendovi sale, pepe e il burro a pezzetti
chiudere il cartoccio e infornare a 180 gradi per un'ora e mezza circa (dipende dalle dimensioni del sedano rapa)
servire tagliando il sedano rapa a fettine molto sottili, ricoprendolo con il sugo di cottura

DOLCE - torta ripiena alla crema di datteri
















Ingredienti 
100 grammi di burro vegetale
75 grammi di olio di semi di girasole
150 grammi circa di latte di soia
2 cucchiaini di vaniglia in polvere
270 grammi di farina "0"
una bustina di cremor tartaro
1 cucchiaino di bicarbonato
120 grammi di zucchero di canna
80 grammi di amido di mais

per la farcia: 
120 grammi di tofu naturale
10 datteri medjool
80 ml di sciroppo d'acero
acqua q.b.
200 ml di panna vegetale da montare
cioccolato fondente in scaglie
riccioli di cocco

Procedimento
in una terrina mescolare con la frusta elettrica l'olio, il burro ammollato e lo zucchero
unire la farina, l'amido, il lievito, il bicarbonato, il latte di soia e la vaniglia
mescolare con un robot da cucina o una frusta, fino ad ottenere un composto omogeneo e spumoso
ungere e infarinare una tortiera di medie dimensioni (24 cm), trasferirvi il composto e infornare per 40-45 minuti a 180 gradi
far raffreddare la torta e tagliarla a metà
preparare la farcitura, tagliando a pezzetti il tofu e i datteri, unire lo sciroppo d'acero e l'acqua
passare al mixer ottenendo così un composto cremoso e metterlo a raffreddare in frigo
prendere un disco di torta e farcirlo con la crema, appoggiarvi l'altro disco di torta
montare la panna, distribuirla su tutta la superficie della torta e guarnire con scaglie di cioccolato, ciuffetti di panna e riccioli di cocco