venerdì 1 marzo 2013

LA CAMPAGNA "CHI MANGI OGGI?" E' ARRIVATA ANCHE A GROSSETO



Dopo Pordenone e Torino, la campagna "CHI mangi oggi?" è arrivata anche a Grosseto grazie ad Associazione D’Idee Onlus, con l'affissione di un cartellone gigante in un punto strategico e di grande traffico della città.
Le reazioni, anche in questo caso, non si sono fatte attendere: la notizia del "bambolotto in vaschetta", protagonista della "campagna shock" (queste le parole maggiormente usate per descrivere la pubblicità) ha fatto il giro della rete in poche ore, rimbalzando di testata in testata a livello nazionale.
Sono intervenuti il primo cittadino di Grosseto ed esperti in campo pubblicitario, è stato indetto un sondaggio on line per testare le reazioni della gente.
Campagne per gli Animali, ideatrice della campagna , ha pubblicato un comunicato che riportiamo e di cui condividiamo ogni parola:


L’affissione dei mega-manifesti della pubblicità “Chi mangi oggi?”, a Grosseto e in altre città italiane come Torino e Pordenone, ha sortito l’effetto desiderato, ossia far riflettere e discutere le persone.
Il nostro intento come ideatori di questa campagna era esattamente questo. Riteniamo interessante dal punto di vista antropologico evidenziare che la fotografia di un bambolotto rappresentante le fattezze di un bambino umano, smembrato e impacchettato, suscita generalmente indignazione e disgusto, mentre le continue e quotidiane pubblicità raffiguranti i corpi degli animali non umani smembrati e impacchettati in varie modalità non provocano lo stesso disgusto, anzi al contrario paiono universalmente accettate.
La cultura della nostra società antropocentrica ci abitua alla visione di violenze e crudeltà nei confronti di esseri senzienti che vengono schiavizzati, torturati e uccisi con il benestare del comune sentire, solo perché non appartenenti della nostra specie.

Ecco quindi che se al posto di un agnello smembrato e incellofanato ci si ritrova un feticcio raffigurante un bambino, allora scoppia lo scandalo: le nostre coscienze sono obbligate a fare i conti con il nostro operato, con la nostra crudeltà, la nostra indifferenza, pertanto reagiamo indignandoci.
Per una pecora un agnello è il suo bimbo, tanto quanto lo è un bambino umano per sua madre, e ciò a prescindere dalla specie animale di appartenenza e dal valore che noi le diamo. L’affetto materno e il sentimento che lo genera non conoscono confini di specie. Ciò però viene del tutto negato in nome della superiorità della specie umana, che si arroga il diritto di disporre a proprio piacere di ogni essere senziente e del pianeta.


La nostra è una lotta di liberazione che ha come nemico l’antropocentrismo e lo specismo, la discriminazione e il pregiudizio che alimentano una filosofia di vita e un sistema sociale che a loro volta generano altro pregiudizio. Non siamo una setta, un partito, o degli squilibrati, siamo semplicemente delle persone che considerano razionalmente il rapporto umano-non umano da una nuova prospettiva che non è quella antropocentrica dominante.
Si può vivere su questo pianeta impattando il meno possibile sugli altri: la nostra stessa esistenza ne è la dimostrazione pratica. In quanto animali onnivori noi abbiamo la fortuna di poter scegliere ciò che intendiamo mangiare.

Vorremmo specificare che non esiste un movimento vegano, o una setta vegana, esistono solo persone e reti di persone e gruppi che seguono una filosofia di vita assolutamente laica e distante da motivazioni mistiche e religiose, e fondata su principi di solidarietà, giustizia, empatia ed egualitarismo.
La pratica vegana è seguita da numerose persone (e le statistiche demografiche attestano che in Italia sono in crescita) per diverse ragioni: noi siamo vegani etici e consideriamo il veganismo una filosofia di vita necessaria alla visione antispecista che propagandiamo. Le ragioni salutistiche non ci riguardano, e comunque Donald Watson, che nel 1944 fondò in Inghilterra la Vegan Society e coniò il termine “vegan”, è morto nel 2005 alla considerevole età di 95 anni.

Campagne per gli animali
www.campagneperglianimali.org

Facciamo nostre queste importanti riflessioni su "CHI mangi oggi'", campagna che ha un iter singolare e nella quale abbiamo creduto fortemente fin dall'inizio; sull'immagine del bambolotto sono stati spesi fiumi di parole ed è stato possibile sondare una significativa gamma di reazioni che riteniamo indicative di come l'animo umano, messo di fronte alle proprie responsabilità, possa innalzare un solido muro di autodifesa.
La negazione (e mistificazione) della realtà è lo strumento che rende invisibile la sofferenza di altre specie, mettendo a tacere ogni più piccolo rigurgito della nostra coscienza. Il bambolotto di plastica, nella sua disarmante semplicità, ha il merito di essere riuscito a creare una falla, uno squarcio nella apparentemente intatta tela bianca che la nostra società dipinge per ciascuno di noi.
Attraverso quello squarcio, se vogliamo osservare bene, c'è il destino di un numero infinito di animali non umani, ci sono le vere immagini oscene-quelle dei loro corpi fatti a pezzi, immagini che oggi non offendono quel "comune senso del pudore" che con tanta ipocrisia si va invocando. 


Il nostro personale augurio è che questa campagna possa essere replicata in molte altre città. Sul sito di Campagne per gli Animali è possibile trovare tutte le informazioni utili per fare propria l'iniziativa :  http://bit.ly/ZuwTaE

3 commenti:

  1. Bene, sono contenta che questa campagna faccia discutere, indice della sua efficacia.
    Ieri l'ho difesa in una discussione su FB. ;-)

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  2. Ho scritto due righe in difesa della vostra campagna ;-)

    http://www.ildolcedomani.com/2013/03/riflessioni-sostegno-della-campagna-chi.html

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