mercoledì 7 dicembre 2016

Jumping Pordenone e quel binomio tra politica e commercianti di vite


L'ippica non è uno sport.
L'ippica è un'industria impietosa quanto subdola.
Un mercato di vite che, dalle corse, alle lezioni di monta, alle passeggiate organizzate dai maneggi, all'ippoterapia (ultimo impiego prima del macello per molti), continua ad essere avvolto da una nebbia compiacente che cela immani sofferenze.
Un settore fortemente in crisi che cerca rilancio e che, grazie al sostegno della "Regione FVG, del Comune di Pordenone, della Fiera di Pordenone", ha trovato spazi, modi e finanziamenti per tentare una nuova ascesa.
Ed è così che a dicembre Pordenone ospiterà negli spazi dell'Ente Fiera il Jumping Pordenone. Due fine settimana dedicati principalmente al salto ostacoli (la conta dei danni fisici arrecati ai cavalli da questa triste pratica la si vedrà, chi la vedrà, immancabile con il tempo), dai Campionati Regionali FVG al Concorso Nazionale di Salto Ostacoli 6 stelle, senza perdere occasione - con il "battesimo della sella"- per avvicinare nuovi potenziali clienti: bambini e persone "diversamente abili".
L'industria ippica, va detto, quando si tratta di sfruttamento non disdegna nessuno e non applica distinguo. Cavalli, bambini e persone "diversamente abili", ciascuno utile a suo modo, i primi per le loro prestazioni, gli altri per denaro. O siamo convinti che sia per il bene del bambino che gli si fa credere che strumenti creati appositamente per infliggere dolore come il morso, il frustino, gli speroni, siano innocui?
Che il raggiungimento, come obiettivo, del pieno controllo di mente e corpo di qualcuno, incuranti delle sue reali esigenze e desideri, sia una forma di relazione? Che un individuo possa essere sostituito quando non è più performante (esattamente come si fa con una moto o una macchina da corsa) senza che questo possa arrecare dolore? Che si possa porre rimedio alla sistematica distruzione del corpo e della mente, conseguenza delle prestazioni richieste e della vita imposta, solo perché non ne vedremo le conseguenze?
Siamo veramente convinti che far credere a un bambino tutto questo non sia un modo per lucrare, oltre che sul cavallo, su di lui e sulle aspettative e ambizioni della sua famiglia?
Siamo anche dell'opinione che far salire una persona "diversamente abile" sulla groppa di un cavallo, un "buon cavallo" adatto per l'ippoterapia (che altro non è che un cavallo a fine carriera, troppo stanco, troppo rotto per dire di no) vendendogli l'illusione di contatti e relazioni graditi, di sinceri scambi, non sia una forma cinica e insensibile di sfruttamento, del cavallo e della persona - suo malgrado - "diversamente sfruttabile"?

Si sono dette tante parole a difesa dell'indifendibile, e altrettante ne sentiremo. La realtà è sotto gli occhi, nonostante le tante menzogne e ipocrisie. La realtà sono i cavalli, che continuiamo a non guardare anche se loro non smettono mai di comunicare disagi, volontà e desideri, per quel che possono, considerati la sproporzione di forze e i metodi (più o meno subdoli, più o meno visibili, sempre invasivi) di costrizione.
Allevati per essere venduti al miglior offerente, la maggior parte di loro vivrà una breve vita passando di mano in mano, di luogo in luogo, di "proprietario" in "proprietario", a seconda della prestazione che il suo corpo, reso giorno dopo giorno sempre più inabile, potrà offrire.
Strappati alle loro sicurezze, ai loro affetti (sempre che sia stata data loro la possibilità di intessere relazioni), spaccati nel corpo e nella mente, deprivati di tutto ciò che non sia strettamente necessario alla loro sopravvivenza e resa.


Le parole del vicepresidente Sergio Bolzonello: "faremo della città un polo nazionale del settore", l'intento dichiarato (e non solo, visti i lauti finanziamenti) di dar sostegno a quest'industria della sofferenza, ci lascia interdetti, seppur non stupiti.
L'ignoranza non è una colpa, l'ostinazione a non informarsi è una responsabilità.


Per approfondimenti:
Fiera di Pordenone, dicembre 2014: Jumping Christmas - Concorso Indoor di Salto Ostacoli.
Un'investigazione tra ciò che avviene sotto gli occhi di tutti, alla ricerca di uno sguardo incondizionato capace di non confondere il dominio con l'amicizia , il sopruso e il dolore con la relazione.
Testi a cura di Egon Botteghi, ex istruttore FISE (Federazione Italiana Sport Equestri), specializzato anche in Terapia Per Mezzo Del Cavallo (Ippoterapia). Ha svolto opera professionale nell'ambiente dell'equitazione sportiva e dell'ippica per 25 anni, lavorando per dieci anni anche come artiere a cavallo in alcune scuderie di cavalli da corsa al galoppo ed al trotto.
Ha cessato la sua attività nel 2008 per motivazione etiche, chiudendo il centro ippico che stava gestendo e co-fondando un rifugio per animali da reddito, di cui è stato presidente fino al 2012.
Per saperne di più, questa la testimonianza di Egon Botteghi per antispecismo.net: http://goo.gl/cL7BEn


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