venerdì 20 ottobre 2017

Attivisti aggrediti a Pordenone: (in)giustizia è fatta

momenti dell'aggressione ai danni degli attivisti
Pordenone, 30 marzo 2014


Processo ai circensi per il pestaggio al Circo Millennium a Pordenone: eccoci al capolinea (un luogo d'arrivo e da cui, ricordiamocelo, si può ripartire) di questa triste vicenda.
Ora è tempo di trarre conclusioni e condividerne gli insegnamenti.
Pensare è lecito ed è nel diritto di chiunque dissentire ed esprimere pacificamente le proprie opinioni (vedi alla voce Costituzione Italiana).
Quel che viene omesso però è che, se scegli di farlo, sarà a tuo rischio e pericolo.
Per buona parte dell'opinione pubblica te la sei cercata nel momento in cui hai scelto di non
"farti i fatti tuoi", di metterti contro un quanto mai rodato sistema di sfruttamento e di mostrare pubblicamente scomode verità.

Chi sullo sfruttamento animale ci campa, sentendosi parte offesa (di certo nel portafoglio), potrà tutto: alterare la verità, offendere verbalmente, minacciare, picchiare brutalmente.
Dalla sua parte avrà frotte di ignari "consumatori" (di vite) che, sentendosi, seppur indirettamente, presi in causa, saranno disposti a sostenerli a spada tratta. Basti pensare all'imbarazzo di un genitore
nel dover reggere lo sguardo carico di domande di un figlio che osserva un gruppo di persone che affermano che lì, nel luogo in cui è accompagnato, qualcuno sta pagando a prezzo di indicibili sofferenze il suo divertimento.
A quel punto si è disposti addirittura a chiudere un occhio (se non tutti e due) di fronte a un brutale e premeditato pestaggio. Dopotutto è solo vendetta.
Ed è così che ti ritrovi parte lesa sul banco degli imputati.
Hai urlato una parola di troppo mentre vedevi i tuoi compagni incassare calci, pugni, sberle, e non riuscivi a fermare questa follia.
Hai manifestato per dieci giorni, pacificamente, senza incassare mai un richiamo da parte delle forze dell'ordine (presenti tutto il tempo).
Non hai alzato un dito, non hai reagito innanzi a chi (brava gente del pubblico compresa) ti ha offeso pesantemente e ripetutamente, non hai colto le provocazioni e le sfide lanciate.
Poco importa. Sei colpevole. Non sei credibile. Credibile diventa -anche in sede processuale- chi mistifica la realtà raccontando che era li non per pestare gli attivisti bensì per sedare gli animi.
Li hai visti mentre picchiavano e picchiavano, e li ha visti anche chi, dopo aver assistito al fatto, ha sorriso (brava gente "de Pordenon"), ma ha scelto di non raccontare i "particolari" del pestaggio,
preoccupandosi piuttosto di fare da portavoce ai circensi e raccontare opinioni personali vendute come fatti.
Quando la verità è scomoda, hai voglia a raccontarla e a confidare nella giustizia.
Dopotutto cosa aspettarsi da una società così povera di sogni da ritenere che giustizia - e diritto - siano abuso e sfruttamento delle vite, tutte, alcune più di altre.


Animalisti FVG
LAV Pordenone


Messaggero Veneto, 19 ottobre 2017


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