lunedì 2 maggio 2011
UN MURALE ANIMALISTA A PORDENONE
Un murale animalista a Pordenone: questo è il progetto che siamo riusciti a realizzare in Via Prasecco, sulla parete della palestra adiacente al Polo Universitario cittadino.
Il Comune di Pordenone ha acconsentito all'esecuzione dell'opera, autofinanziata da Animalisti FVG e realizzata da Denis Francescutti e Daniela Morello.
L'idea iniziale prevedeva il coinvolgimento dell'Istituto d'Arte di Cordenons, che avrebbe portato alla realizzazione di un murale ancora più grande (a ricoprire l'intera parete della palestra, 81 mq).
Dopo estenuante trattativa l'Istituto ha bocciato il progetto (per altro molto interessante e ben articolato), bocciatura di cui aspettiamo ancora (dopo tre mesi) una formalizzazione scritta.
Tutto questo non ci ha però scoraggiati, siamo infatti riusciti comunque, contando solo sulle nostre risorse, a realizzare il piccolo murale che vedete nel video.
Il murale si ispira a una celebre immagine che raffigura lo sguardo di un uomo di colore, di un animale e di una donna.
Abbiamo voluto rappresentare simbolicamente il parallelismo tra razzismo, specismo e sessismo: tre forme di discriminazione che, pur non essendo sovrapponibili, sono legate l'una all'altra storicamente. La discriminazione in base al sesso o alla razza (termine impropriamente applicato alla specie umana) non sono un residuo arcaico del passato bensì, occorre prenderne atto, dei tratti che appartengono intrinsecamente alla modernità. Lo stesso avviene nel caso dello specismo (discriminazione in base all'appartenenza di specie), concetto spesso ignorato o non compreso.
Specismo è un termine coniato dallo psicologo inglese Richard Ryder per descrivere la pratica discriminatoria dettata dalla diffusa convinzione antropocentrica che gli esseri umani godano di uno status morale superiore e che quindi debbano godere di maggiori diritti rispetto agli altri animali. L'intento di Ryder è quello di porre in evidenza le analogie fra lo specismo, il razzismo e il sessismo, dimostrando che le motivazioni filosofiche per condannare queste posizioni sono identiche.
Il filosofo australiano Peter Singer ha definito lo specismo come: «Un pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie e a sfavore di quelli dei membri di altre specie» (Liberazione animale, 1975).
«Il razzista viola il principio di eguaglianza attribuendo maggior peso agli interessi dei membri della sua razza qualora si verifichi un conflitto tra gli interessi di questi ultimi e quelli dei membri di un’altra razza. Il sessista viola il principio di eguaglianza favorendo gli interessi del proprio sesso. Analogamente, lo specista permette che gli interessi della sua specie prevalgano su interessi superiori dei membri di altre specie. Lo schema è lo stesso in ciascun caso» (Peter Singer)
Le analogie fra razzismo sessismo e specismo conducono a una riflessione importante: il principio di uguaglianza deve divenire un principio universale.
Il che non significa che gli animali, umani e non-umani, debbano essere trattati allo stesso modo, ma che la stessa quantità di sofferenza ha lo stesso valore e quindi deve pesare in modo eguale, qualunque sia l'essere che la sperimenta.
Tutti gli animali (umani e non umani) sono uguali, perché tutti sono capaci di avere interessi: per esempio, l'interesse a evitare il dolore, a sviluppare le proprie capacità, a soddisfare i bisogni primari di cibo e di riparo, a godere di rapporti amichevoli e di amore con gli altri, ad essere liberi di realizzare i propri progetti senza interferenze non necessarie da parte di altri. Singer è fermamente convinto che solo un principio morale di questo tipo possa consentire di definire una forma di eguaglianza che abbracci tutti gli uomini con tutte le loro differenze, ma anche che questo principio debba conseguentemente essere esteso anche alle altre specie.
Con questo murale antispecista abbiamo voluto, a nostro modo, veicolare un messaggio importante: quello del rispetto e dell'uguale considerazione nei riguardi di tutti gli esseri viventi, umani e non umani.
Un grazie particolare ad Alessandra e Gigi, che hanno prestato il loro tempo e il loro entusiasmo a questa causa, a Tiziana ed Enrico per il supporto morale (e non solo) e un grazie speciale a Denis e Daniela per la realizzazione del murale.
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