venerdì 12 luglio 2013

Sagra dei Osei di Sacile 2013, pronto il "contro-manifesto"


Come ogni anno, edizione dopo edizione, Sacile si avvale di ottimi artisti per realizzare il manifesto che pubblicizzerà la Sagra dei Osei che nel 2013 è alla sua 740esima edizione.
La Pro-Sacile afferma che il manifesto di quest’anno sarà particolarmente suggestivo ed aggiunge che tutti i disegni fino ad oggi divulgati sono sempre stati fedeli a quello che è lo spirito della manifestazione canora.
Davvero?
Una manifestazione che imprigiona, sottrae gli animali alla natura per chiuderli per sempre in gabbia, che asseconda gli interessi dei cacciatori (è sempre stata la loro sagra, e di nessun altro) dovrebbe, per onestà intellettuale, raffigurare nei propri manifesti quello che davvero rappresenta: la reclusione forzata ottenuta con una moltitudine di gabbie con all’interno uccelli infelici, frustrati nelle loro esigenze etologiche, per sempre costretti ad un’esistenza che nulla ha a che vedere con ciò a cui la Natura li aveva destinati prima che ci mettesse lo zampino l’umano egoismo.
Invece, fino ad oggi, i manifesti pubblicitari della Sagra dei Osei stravolgono la realtà di questa “festa” e sono un tripudio di colori, di raffigurazioni di una natura libera, solare, gioiosa, vivificante.
Tutto il contrario di quanto davvero accade a Sacile il terzo fine settimana di agosto, da quasi 1.000 anni.
Da qui la necessità di un contro-manifesto che dica la verità, perché nulla è più prezioso di un’informazione sincera in un mondo mediatico che, pur di “vendere”, sarebbe capace di far apparire come salutare anche il veleno estratto dalla amanita falloide.
Il contro manifesto si avvale della collaborazione del grafico padovano Enrico Baracco, a propria volta attivista per i diritti animali.
Una colomba, al centro dell’opera, è posta dietro una grata che fedelmente rappresenta la sorte di prigionia di tutti gli animali alla Sagra dei Osei; sulle sue ali vengono tratteggiate delle linee per il taglio con forbice.
In fondo a cosa servono le ali ad un essere in gabbia che non potrà mai volare?
Questa, a nostro avviso, la vera sostanza della Sagra secolare di cui si fa vanto Sacile, confondendo il concetto di tradizione con quello di civiltà, quasi fossero sinonimi.
E’ “tradizione” anche torturare i prigionieri di guerra, ma se si tratta di diritti civili della nostra specie siamo disposti a cambiare terminologia e a chiamare le cose con il proprio vero nome, mentre con gli altri animali ci sentiamo in diritto di confondere e di stravolgere i significati a nostro piacimento.
La colomba, portatrice di pace, con le ali pronte ad essere tagliate, è la migliore rappresentazione della Sagra dei Osei e di tutte le fiere ornitologiche venatorie che mentono sulla realtà delle loro intenzioni e si permettono di ammantarsi di oro ed argento e di ingaggiare promettenti artisti quando trasudano sangue, sofferenza e miseria umana.

www.nosagraosei.org

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