martedì 4 febbraio 2014

Nutria, un facile capro espiatorio


Il 31 Gennaio ha avuto luogo un convegno sulle nutrie promosso e organizzato dalla Provincia di Udine; a margine del convegno il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini e l’assessore alla Caccia e pesca Marco Quai si sono premurati di informare i cittadini, attraverso gli organi di stampa, sul fatto che si stiano attualmente prendendo provvedimenti per un contenimento delle nutrie presenti sul territorio.
A supporto di ciò è intervenuto il direttore del Consorzio di bonifica Bassa Friulana, Luca Gargioli, evidenziando come - a suo dire- questi animali stiano causando danni per 11 milioni di euro.
Sarebbe questa infatti la cifra spesa per gli interventi di ripristino degli argini, nella Bassa friulana, a causa delle perforazioni causate dalle nutrie; apprendiamo inoltre come il piano di contenimento 2013 abbia portato al prelievo di 600 capi, a cura della Polizia Provinciale.
L'ipocrisia del ricorrere a termini volutamente asettici come "contenimento", "capi", "prelievo" nasce dallo sforzo, da parte del mondo venatorio, di rendere socialmente giustificabile la realtà dell'ennesima strage di animali; nel caso specifico le nutrie, bollate senza appello come animali nocivi, diventano il perfetto capro espiatorio a cui addossare responsabilità riconducibili unicamente all'uomo.
Come sempre quando si tratta di affrontare la questione animale con tutti i suoi molteplici risvolti, il movimento animalista si trova nella condizione, spesso frustrante, di dover sottolineare concetti già noti all'opinione pubblica, rifacendosi a studi, dossier, fatti e informazioni che da tempo circolano in rete; si tratta tuttavia di uno sforzo che raramente raggiunge il proprio primario obiettivo, quello di stimolare una onesta riflessione che conduca le istituzioni a un cambio di rotta, a nuovo modo di guardare agli animali non umani, lontano da pressioni lobbistiche, interessi economici o facili scaricabarile di esponenti politici interessati a trovare comodi alibi alle proprie mancanze.
Potremmo così, nel parlare delle nutrie, soffermarci sul fatto che esse siano presenti nel nostro territorio originariamente grazie all'industria della pelliccia, che le ha introdotte per allevarle, sfruttarle e massacrarle in maniera sistematica e per anni.
Questo dato di fatto, scomodo e per questo mai evidenziato quando si spendono fiumi di inchiostro per descrivere i cosiddetti piani di contenimento, sarebbe di per sé sufficiente a farci comprendere come questi animali non siano giunti da noi per farci un dispetto o per distruggere gli argini dei nostri fiumi.
Le nutrie, si potrebbe aggiungere, non scavano gallerie dove la sponda è naturalmente coperta da vegetazione spontanea, e basterebbe veramente poco a contenere eventuali danni (ove ce ne ne fossero).
Si potrebbe andare avanti e approfondire l'argomento (ampiamente e seriamente trattato da esperti, associazioni ambientaliste e animaliste) ma temiamo si tratti anche questa volta di parole inascoltate.

Il vero punto, a nostro avviso, sta nello sguardo che l'uomo riserva agli animali: siano essi nutrie, topi, cinghiali, volpi, corvidi o altri animali che si è meschinamente deciso di definire "animali nocivi", la logica dello sterminio diventa l'unico strumento contemplato e la parola coesistenza non viene mai, per un solo momento, presa in considerazione.
Spesso ci chiediamo quanto peso possa avere il fare una corretta informazione quando gli interessi in gioco sono altri e ben individuabili.
Nel caso specifico non è difficile riconoscere quali siano i reali interessi da tutelare in convegni come quello promosso dalla Provincia di Udine, presenziati da vertici delle Istituzioni e assessori alla Caccia e pesca il cui ruolo lascia ben poco spazio a interpretazioni di sorta.

Per quanti desiderassero avere una versione diversa dei fatti, approfondendo la questione delle nutrie in giorni come questi -in cui le condizioni meteo e i frequenti straripamenti dei fiumi hanno riportato agli onori della cronaca questi animali- consigliamo la lettura del dossier LAC  e segnaliamo il sito del progetto TheInvasion  



The Invasion - A Coypumentary 

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