giovedì 27 marzo 2014

Il circo, la Pasqua e Don Andrea


Don Andrea Rossi, parroco del santuario della Madonna delle Grazie di Pordenone, difende con slancio il circo con animali di Viviana Orfei- attendato in questi giorni in città- invitando gli animalisti "ad occuparsi di altre realtà di sfruttamento animale".
Replichiamo chiedendo a Don Andrea di indicarci quali sarebbero le realtà di sfruttamento che a suo dire trascuriamo, e delle quali dovremmo occuparci.

Tra pochi giorni, in occasione della Santa Pasqua, avrà luogo-come ogni anno- la mattanza degli agnelli: una vera e propria strage di esseri indifesi, cuccioli che verranno sacrificati sull’altare di una tradizione cristiana che certamente Don Andrea conosce molto bene.

Siamo di fronte a una situazione di sfruttamento animale barbara e atroce, un vergognoso scempio perpetrato nel più assoluto silenzio dell'opinione pubblica, delle istituzioni e della stessa Chiesa, per il puro gusto di anteporre le esigenze del palato alla vita degli animali.

La Pasqua è la principale festività del cristianesimo. Essa celebra la risurrezione di Gesù, ma nel contempo celebra indirettamente anche il sacrificio di animali innocenti che- a differenza di Gesù- mai avranno la speranza di una resurrezione.

Come è possibile celebrare una festa sulla pelle e sulle vite di milioni di esseri senzienti? Ce lo chiediamo e giriamo la domanda a Lei, Don Andrea, che con tanto slancio ci invita a occuparci d'altro.
E' questa realtà abbastanza degna di attenzione per Lei? Risponde ai suoi parametri di sfruttamento animale?
O dobbiamo credere che, come per il circo, anche questo inaccettabile spettacolo di morte e sopraffazione possa in qualche modo intristire i suoi fedeli?

Invitiamo Don Andrea a riflettere sulla questione, segnalandogli la campagna "BUONA PASQUA A CHI NON SI MACCHIERÀ LE MANI DEL SUO SANGUE", promossa dalla nostra associazione nei prossimi giorni a Pordenone:
decine di manifesti presenti nelle principali vie della città dal 4 aprile fino a Pasqua, con lo scopo di focalizzare l'attenzione sul massacro degli agnelli e invitare a non essere complici di queste atroci sofferenze e morte, non mangiando nessun animale.

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