San Daniele del Friuli. Un paese con un nome che dice molto, anche a chi non è di questa regione.
San Daniele è, infatti, sinonimo di prosciutto, un tipo di prosciutto consumato ovunque, anche all'estero. Per celebrare questo "prodotto" friulano e nazionale la cittadina di San Daniele ogni anno, per quattro giorni, si riempie di festa; l'antica sagra medievale del prosciutto si è trasformata, nel tempo, in un festival internazionale di carattere cultuale, gastronomico e turistico.
Il nome di questo evento è "aria di festa".
L'aria, nel senso del microclima, la fa infatti da padrona: è proprio il microclima di questa zona che rende "unica" la stagionatura del prosciutto...frutto di una tradizione millenaria, come sottolineano gli addetti ai lavori.
Cultura, tradizione millenaria. Parole già sentite e risentite, spesso recitate come un mantra da chi giustifica lo stato delle cose.
E lo stato delle cose, in questo caso, è la realtà di centinaia e centinaia di esseri senzienti "lavorati" per finire sulle tavole degli italiani. Macchine da carne. Fatte nascere, allevate, macellate, trasportate a San Daniele per la stagionatura. Una "catena di smontaggio" che, a volerla seguire passo passo e senza voltare ipocritamente lo sguardo, è tutto fuorché una festa.
Eppure anche quest'anno, a San Daniele, ci sarà "aria di festa": per far festa basterà non pensare all'animale, concentrandosi solo su ciò che abbiamo nel piatto.
Per sollevarci dai sensi di colpa sono stati (appositamente e da sempre) coniati termini innocui e neutri come "carne" "affettato" "insaccato" "prosciutto".
Dell'animale, del suo sangue e della sua disperazione, della sua vita affettiva e dei suoi sentimenti (che esistono, è un dato di fatto e non un'ipotesi) non c'è più traccia. Il processo di mercificazione è compiuto (con buona pace delle nostre coscienze): potremo, a San Daniele come in tante, tantissime altre feste di paese, trovare questa "merce" esposta, venduta un tanto all'etto, rivendicata come identità culturale, trasformata in piatti che fanno tendenza, perfino messa in palio fra i premi della pesca di beneficenza. In quest'ultimo caso il cerchio sarà compiuto: si potrà "far del bene" e, in cambio, portarsi a casa il frutto (sapientemente stagionato) di un'agonia.
Per condividere o scaricare il video: TV Animalista
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