Desideriamo intervenire in merito alla questione "Amici animali in Fiera", di cui molto si è dibattuto in questi giorni, replicando alle dichiarazioni del responsabile dell'Associazione Ornitologica Pordenonese, Signor Michele Abrescia.
Questi sostiene che alla manifestazione sono stati venduti solo "piccoli pesci".
Vorremmo far presente al Signor Abrescia che i pesci appartengono al regno animale esattamente come tutti gli altri esemplari di numerose altre specie messi in vendita per tutta la durata dell'evento, con tanto di prezzo esposto.
Che non fossero solo i pesci ad essere in vendita lo dimostra l'ampia e inequivocabile documentazione fotografica diffusa anche a mezzo stampa, in virtù della quale riteniamo sia alquanto inopportuno ostinarsi a sostenere il contrario.
La vendita dei pesci, documentata nel video da noi realizzato, ha rievocato in molti le tristi immagini dei luna park degli anni 70, immagini che non vorremmo vedere più.
Così come non vorremmo davvero vedere più gechi e rettili rinchiusi in piccole scatolette di plastica, maialini, cincillà, furetti, gatti, insetti, uccelli, animali esposti come merce in attesa di un compratore.
Apprendiamo sempre dalle dichiarazioni pubbliche del Signor Abrescia che l'Azienda Sanitaria ha effettuato dei controlli, non eccependo nulla.
Chiediamo pubblicamente all'Azienda Sanitaria di confermare o eventualmente smentire quanto da lui sostenuto.
La documentazione video in nostro possesso crediamo non lasci spazio a interpretazioni o dubbi.
Abbiamo ripreso lo stand di un espositore/venditore che ha dichiarato di essere privo di documentazione e moltissimi animali erano a nostro avviso detenuti in condizioni non compatibili con le loro caratteristiche etologiche e in contrasto con la normativa vigente.
Gli uccelli, a cui -dichiara il Signor Abrescia- "non viene tolta nemmeno una piuma anche perché andrebbe a discapito del suo valore" sono esseri senzienti dotati di un "valore" che nulla ha che vedere con la monetizzazione, e l'unico modo possibile per rispettarli è il riconoscere la loro dignità e il loro diritto a non trascorrere una vita in gabbia.
Quanto agli animali nati in cattività, la questione secondo la quale non si possono liberare perché morirebbero è a nostro avviso pretestuosa, poiché fino a quando sarà considerato accettabile riprodurre specie di uccelli (e non solo) in allevamento la loro sofferenza non potrà avere fine.
Farli nascere in cattività e descrivere questa cattività come come condizione essenziale alla loro sopravvivenza è una contraddizione in termini. È questa catena di montaggio, che è l’allevamento di animali, a dovere essere interrotta. Semplicemente non riproducendone.
Chiediamo al Presidente della Fiera Alvaro Cardin, che dichiara la propria estraneità alle modalità di svolgimento della manifestazione ("organizzata da un'associazione esterna"), se davvero ritiene che all'interno della fiera tutto sia consentito e se basti dare in gestione una manifestazione a un'organizzazione esterna a sollevare la Fiera da qualsiasi responsabilità, se non altro morale.
Concludiamo invitando il Sindaco di Pordenone a prendere una posizione in merito a questa vicenda: crediamo che il suo silenzio, a distanza di giorni dall'evento in questione, sia davvero assordante.
Animali in Fiera Zanolin attacca : maltrattati e venduti
Articolo pubblicato sul Messaggero Veneto (edizione di Pordenone) Mercoledì 28 Settembre 2011
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