sabato 29 ottobre 2011

COS'È IL BAREFOOT E PERCHÉ LA LAV LO SOSTIENE



Si è diffusa da tempo immemore la scuola di pensiero secondo la quale i cavalli debbano essere ferrati, soprattutto quelli usati per le discipline sportive, tanto amatoriali quanto professionali.

Quando si affronta il discorso con cavalieri o gestori di maneggi, spesso ci si sente dire:
"Tu cammineresti scalzo sui sassi? Perché ti metti le scarpe? Ebbene, i ferri sono le comode scarpe del cavallo!"
Un'affermazione capace di fare presa e di risultare logica, tanto che la stragrande maggioranza delle persone ritiene normale la ferratura e, anzi, la considera come un importante indice di cura del piede.
Per capire la portata di questo pensiero, vi basti considerare quanti animalisti, o volontari per la protezione degli animali, segnalino alle associazioni che si occupano di tutela degli equidi cavalli che vivono in libertà, elencando, nelle motivazioni del presunto maltrattamento, anche l’assenza dei ferri.

Però il cavallo nasce scalzo. Non è stata la natura a dotarlo di ferri, ma l'uomo.

Davvero questa pratica assicura benessere al cavallo e viene effettuata a suo esclusivo beneficio?


Se i ferri sono veramente indispensabili, allora come fanno i cavalli bradi a stare senza?
C'è il rischio che sviluppino qualche patologia a carico del piede?
La loro unghia è più fragile?

La ferratura è uno dei risultati della scuderizzazione del cavallo, ovvero del suo mantenimento in condizioni oltre che innaturali anche inidonee.

Infatti, i cavalli devono vivere in ambienti ristretti, senza possibilità di muoversi e pertanto di consumare l’unghia, come avviene per i soggetti che vivono allo stato brado o semi-brado, e inoltre permangono a lungo sulle loro stesse deiezioni, quindi a contatto con le esalazioni ammoniacali prodotte dall’urina.

Possiamo ragionevolmente dire che la ferratura è un mezzo per porre rimedio al danno conseguente la stabulazione, ma oltre a non essere risolutivo e a costringere il cavallo alla continua opera del maniscalco, produce a sua volta altri danni che, ovviamente, ricadono sul cavallo.

Per correttezza di informazione, e per fornire una più ampia panoramica del tema anche ai non esperti di cavalli, elenchiamo le motivazioni a supporto della ferratura.

Il punto di vista tradizionale: perché ferrare il cavallo.
Le cause dell'indebolimento dello zoccolo del cavallo domestico, che vengono comunemente invocate per sostenere la necessità della ferratura, sono le seguenti:
Nutrimento meno sano:
Erbe verdi, rami e cespugli, consumati allo stato selvatico, sono ricchi di nutrienti come il beta carotene. I foraggi coltivati perdono una parte notevole del loro carotene entro poche ore dalla raccolta, e quindi non forniscono al cavallo questo componente vitale della dieta. Lo zoccolo è fatto di sostanza cornea, proprio come l'unghia dell'uomo, e cresce duro, robusto e flessibile solo con una nutrizione ottimale.
Terreno meno vario:
In natura i ferri non sono necessari perché il cavallo cammina e pascola continuamente su un'ampia varietà di terreni. La conseguenza di questo movimento continuo sul piede del cavallo è che i loro piedi vengono consumati fino ad assumere una forma piccola, liscia, regolare e dura. La continua stimolazione della suola la mantiene spessa e dura, proprio come un callo. Tuttavia, allo stato domestico, il normale movimento del cavallo copre una distanza giornaliera molto minore. Quindi, gli zoccoli si induriscono molto di meno e sono maggiormente soggetti a traumi.
Peso aggiuntivo:
Gli zoccoli dei cavalli si consumano rapidamente quando sono sottoposti al peso di un cavaliere o di un carico o allo stress aggiuntivo del traino di un carro.
Clima più umido:
I cavalli si sono spostati dalle steppe più aride ai climi più umidi dell'Europa settentrionale. Questo clima più umido ed i terreni pesanti hanno indebolito i loro zoccoli e li hanno resi più soggetti a rovinarsi, rendendo necessaria la ferratura; infatti, fu proprio nell'Europa settentrionale che la ferratura cominciò a venire applicata regolarmente.
Esposizione all'ammoniaca:
Gli zoccoli dei cavalli mantenuti in stalle o in piccoli paddock sono costantemente esposti all'ammoniaca prodotta dalla loro urina. La muraglia dello zoccolo, costituita da proteine, è indebolita da questa continua esposizione. L'uso dei ferri non evita o riduce il danno da esposizione all'ammoniaca. Tuttavia, riduce l'usura dello zoccolo indebolito.
In cattività, a causa dell'assenza dei fattori condizionanti presenti allo stato selvatico, gli zoccoli crescono larghi, lunghi, fragili e molli. Quindi, offrono scarsa protezione dalle rocce e dalle superfici dure e irregolari. Vi è un costante pericolo di rottura delle muraglie troppo lunghe e poco resistenti, o di ematomi dei tessuti molli all'interno del piede, a causa dell'insufficiente spessore e durezza della suola.
Ferratura correttiva:
La forma, il peso e lo spessore di un ferro possono influire significativamente sull'andatura del cavallo. I maniscalchi addestrati alla ferratura a caldo possono adattare i ferri per aiutare i cavalli con problemi alla muscolatura o al sistema osteoarticolare delle loro zampe.
Presa sul terreno:
Accessori come il vidia per il ghiaccio e i ramponi per terreni fangosi o scivolosi, sono utili per cavalli ad alte prestazioni come i cavalli da presentazione, i cavalli da salto, quelli utilizzati per il polo, e altri cavalli che devono sviluppare alte velocità in terreni vari o su superfici non ottimali.
Manipolazione delle andature:
Alcune razze come i Saddlebred, i Tennessee Walking Horse e altri cavalli sono valutati in base all'elevazione delle loro andature. Una ferratura speciale può essere d'aiuto per accentuare la loro andatura naturale.

Non bisogna essere animalisti per riconoscere il comune denominatore delle motivazioni a sostegno della ferratura, ossia l’azione nefasta dell’uomo, che priva il cavallo dei suoi elementi naturali e di alcunBAREFOOTi componenti essenziali della sua alimentazione, lo reclude in spazi ristretti in totale spregio della sua etologia, abbassa sensibilmente la sua qualità di vita, influisce negativamente sul suo benessere e sulla sua salute e poi… contrasta il danno con un ulteriore danno.

Quali sono gli inconvenienti della ferratura?

limitazione del meccanismo dello zoccolo
L'abolizione dell'arco plantare anteroposteriore e la presenza dei chiodi e delle barbette concorrono a limitare l'elaterio. Ne consegue una marcata riduzione dell'efficienza del meccanismo dello zoccolo, con conseguenze particolarmente rilevanti sulla circolazione sanguigna locale ma non trascurabili anche sulla circolazione sanguigna generale (ridotto ritorno venoso).
La parte posteriore del piede (glomi-talloni-fettone), mantenuta costantemente in posizione "contratta", tende ad atrofizzarsi (i glomi e i talloni si avvicinano fra loro, il solco mediano diventa più profondo, il fettone si restringe).
limitazione o abolizione del contatto passivo della suola e del fettone con il suolo.
La suola, priva del contatto con il suolo, non si trasforma in callo; piuttosto si accumulano notevoli quantità di suola "morta", friabile, che non offre alcuna protezione alle strutture sottostanti, con aumento della probabilità di sobbattiture durante il movimento su terreni sassosi e sede di possibile invasione da germi opportunisti (vedi fettone).
Il fettone, privo di contatto con il suolo, è più facile preda di attacchi batterici e fungini (il cosiddetto "marciume", in inglese thrush).
limitazione dell'assorbimento degli shock meccanici
La funzione di dissipazione degli shock meccanici svolto dalle strutture posteriori del piede (talloni, fettone, sottostanti cartilagini laterali) è resa inefficace. Lo shock viene trasmesso direttamente dal ferro alla muraglia, e si ripercuote, senza adeguato smorzamento delle vibrazioni, al soprastante apparato osteoarticolare esponendolo a usura accelerata. Il cavallo ferrato dovrebbe essere usato il meno possibile su terreni molto duri, per evitare i danni conseguenti.
diminuzione della presa su superfici dure e lisce
La scarsa presa del ferro su superfici quali lastroni e pavimentazioni in pietra, asfalto, cemento implica la concreta possibilità che il cavallo scivoli, sia durante il movimento all'esterno che negli spostamenti all'interno della scuderia o nelle piattaforme destinate al grooming. Il rischio di incidenti con gravi conseguenze sia per il cavallo che per il cavaliere è reale e concreto, anche se può essere limitato da opportuni accorgimenti (applicazione di punte o di particelle di vidia, in inglese borium).


Negli ultimi anni il punto tradizionale di vista sulla ferratura è stato rivisto sulla base di argomentazioni scientifiche riguardanti la fisiologia dello zoccolo a seguito degli studi della veterinaria tedesca Hiltrud Strasser e delle osservazioni dei Mustang in libertà, e successive esperienze pratiche di Jaime Jackson, padre del barefoot moovement. Secondo questa scuola di pensiero, la ferratura viene eseguita per paura e per abitudine (by fear and use).

È ormai provato che i cavalli ferrati sviluppino gravi zoppie in quanto la ferratura incide sulla forma, sulla struttura, sulla funzionalità e sulla salute di ognuna delle componenti dello zoccolo, fino a livello cellulare.

È possibile sferrare un cavallo e poi tenerlo scalzo?

Questa è una domanda che non dovrete rivolgere a un maniscalco, perché troverebbe un tot di motivazioni per convincervi a non farlo. Un cavallo scalzo in più è un cliente in meno per lui, tenete sempre presente questo.

In realtà, non c’è nessuna controindicazione, anche per cavalli ferrati da molti anni. Questi dovranno necessariamente attraversare un periodo cosiddetto di transizione, affinché possano guarire le strutture interne dello zoccolo. Si può aiutare il cavallo con l’ausilio di scarpette, in commercio ce ne sono parecchie, ma vi consigliamo di farvi aiutare nella scelta da un bravo pareggiatore.

Lo zoccolo di un cavallo che per anni è stato ferrato non è sano, in più ha subito una graduale distorsione della sua forma: il periodo di transizione può durare un intero ciclo di crescita dello zoccolo, quindi all’incirca otto mesi.

Il gestore del cavallo deve fornirgli vari tipi di suolo sul quale muoversi per abituare lo zoccolo e indurirlo, creando delle zone nel pascolo con terreni diversi, ad esempio può essere utile spargere dell’acciottolato intorno al portarotolo del fieno e all’abbeveratoio, sì da essere sicuri che il cavallo ci cammini sopra con regolarità ogni volta che va a mangiare e a bere.

Terminato il periodo di transizione, si verificheranno notevoli miglioramenti nella sicurezza del piede, nell’impulso e nella resistenza (perché la flessibilità dello zoccolo sferrato agisce come una pompa ausiliaria a sostegno dell’attività del cuore) e nella qualità e agilità del movimento.

In Italia vi sono alcune associazioni aderenti al barefoot movement, la più rappresentativa è Barefoot Horse Italia, che, tra le altre cose, forma professionisti nel pareggio naturale.

Per ulteriori informazioni:
www.barefoothorseitalia.it


Nadia Zurlo
Resp. Settore Equidi LAV

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