foto: © Enrico Ferri
Grande successo per il corteo svoltosi a Trieste sabato 17 marzo 2012 per dire NO al finanziamento con fondi pubblici (386.987 euro su un totale di 459.458,46 euro) destinati alla ristrutturazione dello stabulario dell'Università di Trieste.
Circa 600 persone hanno sfilato per le vie del centro in maniera determinata, civile e pacifica paralizzando la viabilità; molte vestivano dei camici bianchi, guanti e mascherine, con scritte di condanna alla pratica della vivisezione crudele, inutile e fuorviante per la vera scienza medica, come comprovato da numerose pubblicazioni scientifiche.
Grazie al tam tam di Facebook, sono arrivati animalisti da tutta la regione e dalla Slovenia.
La manifestazione è stata organizzata, in modo totalmente apartitico e con la sola unione delle forze e delle capacità individuali, da un gruppo di cittadini attivi per i diritti dei senza voce coordinati da: Anna Stancanelli, Francesca Vitturi, Silvia Cossu, Claudia Bognolo, Annamaria Noventa e Alessandro Manente.
Gli obiettivi sono ben precisi: investire i fondi pubblici previsti per lo stabulario dell'Università in una realtà scientifica didattica che stia al passo con i tempi, adeguandosi alle nuove tecnologie che non fanno ricorso alla sperimentazione animale o ai dati animali, in base alla legge 413 del 12 ottobre 1993 ( legge sull'obiezione di coscienza alla vivisezione) e abolire definitivamente la vivisezione.
Ci teniamo a sottolineare l'importanza che tale legge debba essere rispettata dalle Università italiane al fine di dare una democratica libertà di scelta e creare delle generazioni di futuri scienziati al passo con i tempi, per garantire una ricerca veramente all'avanguardia ed innovativa grazie anche al contributo della scienza e della cultura.
Con questo obiettivo è stata creata dagli organizzatori dell'evento, nell'ambito della manifestazione, una nuova e mirata petizione popolare in formato pdf e cartaceo che fa riferimento alla legge 413/93.
Sono state raccolte infatti quasi 500 firme sia per la petizione contro il finanziamento con fondi pubblici dello stabulario dell'Università di Trieste, sia per la petizione http://www.stopvivisezione.net/ da presentare al Parlamento europeo con la quale si chiede - per la tutela della salute dei cittadini e del loro ambiente, per la sicurezza e per il progresso della medicina - di abolire immediatamente, ogni forma di vivisezione, o sperimentazione animale da tutti gli attuali e potenziali ambiti per i quali è applicata o potrebbe esserlo, in quanto metodo obsoleto, mai validato scientificamente e che non offre nessuna garanzia scientifica per la tutela della salute e della sicurezza.
Circa 600 persone hanno sfilato per le vie del centro in maniera determinata, civile e pacifica paralizzando la viabilità; molte vestivano dei camici bianchi, guanti e mascherine, con scritte di condanna alla pratica della vivisezione crudele, inutile e fuorviante per la vera scienza medica, come comprovato da numerose pubblicazioni scientifiche.
Grazie al tam tam di Facebook, sono arrivati animalisti da tutta la regione e dalla Slovenia.
La manifestazione è stata organizzata, in modo totalmente apartitico e con la sola unione delle forze e delle capacità individuali, da un gruppo di cittadini attivi per i diritti dei senza voce coordinati da: Anna Stancanelli, Francesca Vitturi, Silvia Cossu, Claudia Bognolo, Annamaria Noventa e Alessandro Manente.
Gli obiettivi sono ben precisi: investire i fondi pubblici previsti per lo stabulario dell'Università in una realtà scientifica didattica che stia al passo con i tempi, adeguandosi alle nuove tecnologie che non fanno ricorso alla sperimentazione animale o ai dati animali, in base alla legge 413 del 12 ottobre 1993 ( legge sull'obiezione di coscienza alla vivisezione) e abolire definitivamente la vivisezione.
Ci teniamo a sottolineare l'importanza che tale legge debba essere rispettata dalle Università italiane al fine di dare una democratica libertà di scelta e creare delle generazioni di futuri scienziati al passo con i tempi, per garantire una ricerca veramente all'avanguardia ed innovativa grazie anche al contributo della scienza e della cultura.
Con questo obiettivo è stata creata dagli organizzatori dell'evento, nell'ambito della manifestazione, una nuova e mirata petizione popolare in formato pdf e cartaceo che fa riferimento alla legge 413/93.
Sono state raccolte infatti quasi 500 firme sia per la petizione contro il finanziamento con fondi pubblici dello stabulario dell'Università di Trieste, sia per la petizione http://www.stopvivisezione.net/ da presentare al Parlamento europeo con la quale si chiede - per la tutela della salute dei cittadini e del loro ambiente, per la sicurezza e per il progresso della medicina - di abolire immediatamente, ogni forma di vivisezione, o sperimentazione animale da tutti gli attuali e potenziali ambiti per i quali è applicata o potrebbe esserlo, in quanto metodo obsoleto, mai validato scientificamente e che non offre nessuna garanzia scientifica per la tutela della salute e della sicurezza.
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