giovedì 22 maggio 2014

Elezioni Europee 2014: il nostro sostegno ad Andrea Zanoni




Domenica 25 Maggio saremo chiamati insieme ad altri paesi dell’Unione, a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo.
In vista di questa importante data la Federazione italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente ha lanciato una serie di proposte per la tutela e il benessere degli animali, sottoponendole ai candidati.

 Fra queste:
• il riconoscimento effettivo degli animali nella Legislazione europea come “esseri senzienti”;
• l’estensione del nostro divieto di uccisione di cani e gatti e lo sviluppo di programmi di prevenzione del randagismo
• un’Unione Europea libera dai delfinari e dai circhi, e da tutti i luoghi di prigionia
• il divieto di cacciare e importare animali selvatici ed esotici, per cattività o compagnia
• Il divieto di importare e uccidere animali di specie “invasive aliene”
• stop alla vivisezione e incentivi alla ricerca senza uso di animali
• alimentazione per tutti, vegetale e sostenibile: l’Europa può e deve favorire il consumo di proteine vegetali riducendo l'impatto ambientale
• il divieto di allevare animali per le pellicce

Per quanto riguarda il NORD EST (Veneto-Trentino Alto Adige–Friuli Venezia Giulia–Emilia Romagna) i candidati che hanno sottoscritto il Programma della Federazione italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente sono:
Andrea ZANONI - PD 
Francesca RESCIGNO - FORZA ITALIA 
Luana ZANELLA, MARCO BOATO, MARIACHIARA CALANCA - GREEN ITALIA/VERDI 
EUROPEI 
Marco ZULLO - MOVIMENTO 5 STELLE

La lista completa dei candidati di tutte le circoscrizioni elettorali a questo link

All'interno di questa rosa di nomi c'è quello di un candidato che abbiamo avuto modo, negli anni, di conoscere personalmente e di seguire nel suo costante impegno per gli animali e l'ambiente.
Stiamo parlando di Andrea Zanoni, già europarlamentare e nuovamente candidato per Strasburgo, che si presenta a questo importante appuntamento elettorale con la tenacia e la determinazione di chi vuole continuare a combattere in Europa le battaglie iniziate due anni e mezzo fa, da europarlamentare.
Abbiamo scelto di sostenere Andrea Zanoni perché crediamo nel suo lavoro e consideriamo la sua riconferma al Parlamento Europeo un treno da non perdere, una condizione importante per il proseguimento di un percorso -svolto con serietà e passione- che ha fatto e può ancora continuare a fare la differenza per gli animali.

Ci sono molti buoni motivi per i quali riteniamo importante sostenerlo.
Ve ne citiamo alcuni:


NO al delfinario di Rimini 
Vietiamo uccellagione e richiami vivi nella caccia
Emilia Romagna, stop alla detenzione a catena dei cani 
NO alla caccia 
Gestione non violenta del randagismo 
Chiudiamo zoo e delfinari
NO ai circhi con animali 
Contro la vivisezione 
NO alla sagra dei osei e NO alle fiere ornitologico venatorie 
Aboliamo il mercato delle pellicce 
Rinnovo dell'appoggio a Stop Vivisection in Europa

Andrea Zanoni al Parlamento europeo è membro della commissione ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare), della commissione EMPL (Occupazione e affari sociali) ed è vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali. È presidente dell’associazione ambientalista Paeseambiente e della LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia del Veneto. Da settembre 2011 ha presentato oltre 260 interrogazioni parlamentari alla Commissione.

Chiudiamo questo post citando l'appello della LAV, che ci sentiamo di condividere perché importante:
"Gli animali non vanno alle urne, ma i loro compagni di vita umani sì, e decideranno, con il loro voto, se gli animali potranno contare su parlamentari che ne hanno a cuore le loro sorti e i loro diritti."

martedì 20 maggio 2014

W il circo, ma senza animali

Il circo dei Freaks (I cosiddetti fenomeni da baraccone)

“Vorremmo che la lotta contro i circensi finisse. Dobbiamo lavorare per campare” : è l’appello dei circensi del circo di Mosca (attendato nei giorni scorsi ad Aviano e ora a Cordenons) riportato dai media locali.

Noi, invece, vorremmo fosse chiaro che gli animalisti non si impegnano in una “lotta contro i circensi” o contro il circo, bensì contro l'impiego di animali questi spettacoli.
Non vi è pregiudiziale nei confronti dell'arte circense (giocoleria, clowneria, acrobatica): oggetto del dissenso da parte degli animalisti è unicamente il circo con animali, protagonisti loro malgrado di esibizioni e performance incompatibili (non ci stancheremo mai di dirlo) con una vita davvero degna di questo nome, oltre che con le proprie innate caratteristiche di specie.
Un circo senza animali non solo è possibile, ma potrebbe essere anche un bellissimo spettacolo per adulti e bambini: una vera festa con giocolieri, acrobati, clown e tutto ciò che il talento e la creatività dell’artista riescono a mettere in scena per intrattenere il pubblico. Peccato ostinarsi a non volerlo.

Spesso si cita il Cirque du Soleil come esempio virtuoso di circo senza utilizzo di animali. Se ciò da una parte è vero, non si può però affermare che esso sia un esempio eticamente positivo, in quanto il Cirque du Soleil sostiene e difende l’uso degli animali nei circhi.

Ciò non toglie che mettere in scena uno spettacolo interamente basato sul repertorio della tradizione circense (senza l'impiego di animali) è cosa non solo attuabile, ma può rivelarsi anche altrettanto redditizio.
Alcuni sostengono che esista un legame indissolubile fra circhi e animali; noi al contrario crediamo che il mondo del circo possa e debba guardare al futuro riuscendo a innovare il proprio modo di fare spettacolo.

Si può essere -o meno- d’accordo su questa scelta, ma riteniamo non sia corretto affermare che gli animalisti si stiano adoperando in una una campagna contro il circo e contro quanti si esibiscono al suo interno, addirittura minacciando il loro lavoro allo scopo di affondare un settore che ha una sua tradizione. Ciò che chiediamo è semplicemente un cambiamento di rotta, perché cambiare significa crescere e innovarsi significa guardare al futuro.
Se se la sensibilità nei confronti degli animali è in continuo crescendo- come noi pensiamo- un circo senza animali potrà, grazie al talento e alla bravura dei propri artisti, guadagnare un pubblico fin’ora inaspettato.

Nel corso della sua storia il circo ha affrontato cambiamenti sostanziali: non dimentichiamo che fino alla prima metà del ’900 nei circhi andavano di moda i cosiddetti freaks, uomini con varie deformità che si esibivano come fenomeni da baraccone ed erano la principale attrazione degli spettacoli del loro tempo. Oggi un circo di freaks umani non sarebbe socialmente, moralmente ed eticamente accettabile. Desterebbe, e a ragione, la massima indignazione da parte dell'opinione pubblica.
Perché questo percorso si dovrebbe interrompere ora? Perché permettere, ancora oggi, l'esistenza un circo basato sulle esibizioni degli animali?   


La difesa del “lavoro” non può essere un dogma aprioristico: il lavoro, qualunque esso sia, deve sempre fare i conti con gli effetti che produce e con le conseguenze che fa ricadere su gli altri, siano essi appartenenti alla nostra o a qualsiasi altra specie.

Il mondo del circo può scegliere di ostinarsi a difendere l’uso degli animali nei propri spettacoli, ma non può aspettarsi di farlo senza che alcuno ne contesti la legittimità morale; questa resistenza a nostro avviso non gli permetterà di percorrere la strada in grado di garantire un vero futuro, e alla fine perderà la sua battaglia. Si può al contrario (ce lo auguriamo) scegliere di cambiare, guardando a un diverso modo di intendere il proprio lavoro: dopotutto quello dei circensi è un lavoro che essi hanno scelto consapevolmente e liberamente, a differenza degli animali.

W il circo, ma senza animali. 

lunedì 19 maggio 2014

Gli animali? Stanno tutti bene...


Ogni qual volta contestiamo un evento che prevede l’utilizzo di animali (circo con animali, Sagra dei osei e altre fiere venatorie, spettacoli come il Country Christmas) la replica a cui maggiormente ricorrono gli organizzatori è quella del "benessere" degli animali impiegati, unita al diniego di qualsivoglia forma maltrattamento e alla rassicurazione su quanto gli animali siano amati e bene accuditi.

Repliche di questo tenore, talvolta anche a cura delle istituzioni locali che ospitano o addirittura patrocinano queste manifestazioni, sono poi riportate con enfasi dai media, contribuendo a far passare così un doppio messaggio: "gli animali stanno bene" / "le proteste degli animalisti sono pretestuose e immotivate". E poi ci sarebbe sempre qualcosa di più importante di cui occuparsi, come si premura di ricordarci proprio in questi giorni la Sig.ra Busetto della Pro Sacile, paladina della Sagra dei osei.

Il punto è, in realtà, di una semplicità disarmante: occorrerebbe fare una volta per tutte chiarezza su cosa sia il benessere di un animale e su cosa si intenda per maltrattamento.

Cos’è il benessere di un animale ?
Dopo l’uscita del libro di Ruth Harrison, "Animal Machine" (1964), in cui si denunciava la sofferenza degli  animali all'interno degli allevamenti intensivi, fu istituita una commissione (Commissione Brambell) intitolata a elaborare delle linee guida sul benessere animale.
Il Brambell Report fu pubblicato nel 1965 e, nonostante nel rapporto in questione si facesse chiaramente anche riferimento alla necessità di rispettare le caratteristiche etografiche dell’animale, la visione di "benessere animale" che si andò a consolidare nell’ambiente accademico fu quella che un’alimentazione adeguata, riparo da intemperie, assenza di stress o di malattie, libertà dalla sofferenza e dalla paura fossero sufficienti per garantire una vita “dignitosa” all’animale.


Naturalmente per noi, come per chiunque (singolo o associazione) sia impegnato nella tutela dei diritti animali, le cose non possono stare a questo modo: una prigione dorata non sarà mai accettabile né compatibile con il concetto di rispetto per gli animali, né con quello di benessere.

Se si vuole seriamente parlare di benessere non si può prescindere da quelli che sarebbero i comportamenti innati di una specie qualora essa si trovasse - in libertà- nel suo ambiente naturale. 
Un uccello nasce per volare e certamente non per trascorrere la propria vita in una gabbia: per quanto grande essa sia e per quante cure e cibo gli siano destinati, egli mai potrà esprimere liberamente i suoi bisogni etologici ed essere se stesso, così come la natura l’ha voluto.
La condizione di detenzione mai potrà sostituire un ambiente naturale che gli è stato arbitrariamente ed aprioristicamente negato.

Non ci sono- in assoluto- le condizioni per poter parlare di benessere, se non attraverso una visione che vuole l’animale e i suoi bisogni in funzione dei desideri dell’uomo.

Di fronte a un qualsiasi documentario naturalistico salta inequivocabilmente all'occhio la distanza siderale tra la vita che l’uomo impone agli animali (in spettacoli come i circhi e non solo) e quella che in natura ogni specie realizza.
Un leone nutrito e spazzolato tutti i giorni, un uccello che trascorre la propria vita in una gabbia senza che cibo e acqua gli vengano a mancare, possono essere felici? La nostra risposta potrà sempre e solo essere NO.
Tanto più la vita di questi animali è distante da ciò che essa sarebbe stata in natura, maggiore è il sopruso che l’uomo perpetra nei loro confronti.

Questo non dovrebbe essere un concetto tanto difficile da comprendere; quale uomo vorrebbe una vita sicura, con cibo e riparo garantiti  in un palazzo con le pareti d’oro, senza la benché minima libertà di esprimere la propria personalità, seguendo istinto, desideri e aspirazioni?

L'essere nati in cattività non fa certo di alcuni di loro animali diversi da ciò che l’evoluzione ha prodotto in migliaia di anni. Fabbricare generazioni di schiavi e descriverne la schiavitù come condizione essenziale alla loro sopravvivenza è una contraddizione in termini, priva di qualsivoglia nesso logico.

Ogni evento che prevede l'utilizzo di animali in rappresentazioni concepite per il divertimento del pubblico nasconde, inoltre, un’altra insidia, silenziosa ed invisibile: l’educazione all'insensibilità, insita in spettacoli che costringono gli animali a situazioni del tutto irrispettose dei loro bisogni e delle loro caratteristiche di specie. Non si dimentichi che essi sono dotati di dignità propria quali esseri viventi; le relazioni che stabiliamo con loro in contesti di questo genere, lungi dall’essere neutre, sono elementi in grado di incidere sull’emotività, sul pensiero e sulla formazione/educazione dei bambini, che vedranno così nell’animale non un essere vivente con una dignità da rispettare, bensì una cosa di cui il soggetto più forte (uomo) può disporre a proprio piacimento.

Naturalmente quanto sopra esposto non implica che non vi siano anche forme di maltrattamento nel senso classico del termine: basti pensare all’addestramento che questi animali (impiegati, ad esempio, nei circhi) devono subire per rispondere ai comandi. E molte altre sevizie sono celate e solo raramente raggiungono il grande pubblico, o vengono rilevate dagli organi preposti ai controlli.

Alla luce di tutto questo, quando i media ci mostrano immagini di animali che sonnecchiano tranquilli accanto a circensi sorridenti oppure ad "amorevoli" allevatori, espositori e vincitori della gara canora della Sagra dei osei di Sacile, quando i controlli non riscontrano "nulla di rilevante", non significa che non vi siano questioni etiche che vengono abilmente eluse. Le questioni etiche, il rispetto per la vita e per la vera libertà sono argomenti di cui pochi amano parlare.
Meglio preoccuparsi della salvaguardia del bocciodromo, come fa il sindaco di Aviano dinnanzi alla notizia del presidio animalista contro l'attendamento del circo, e ancora una volta il nostro appello per una società capace di rompere con un passato imbarazzante resterà inascoltato, sovrastato da confortanti immagini di animali "ben tenuti" e di animalisti "che sanno solo insultare e offendere".
Anche se così non è.