lunedì 25 agosto 2014

Comunicato stampa - circo con animali: tre richieste al Sindaco di Pordenone




"Il Comune non ha i mezzi legali per impedire l'attendamento del Circo": si tratta di una dichiarazione ricorrente da alcuni mesi a questa parte, ossia da quando il Tar Friuli Venezia Giulia ha cassato l'articolo del Regolamento Comunale che vietava l'attendamento dei circhi a Pordenone.
Da tempo ci chiediamo se le cose stiano esattamente così.
Siamo certi che la questione dell'utilizzo di animali negli spettacoli circensi sia, oggi più che mai (anche alla luce dell'aggressione subita dai cinque attivisti a Pordenone) seria e urgente, non certo esauribile in una resa "a norma di legge".

Pur nell'impossibilità di impedire l'attendamento di un circo (il prossimo in arrivo è quello di Moira Orfei, presente in città dall'11 al 16 settembre p.v.) un Primo Cittadino può, infatti, muoversi in questo senso tramite strumenti parimenti efficaci, prendendo in primis una posizione chiara e pubblica-onde fugare ogni dubbio a riguardo- sui circhi con animali.
E' questo l'appello che, come cittadini, da tempo rivolgiamo al Sindaco Pedrotti; un appello che rinnoviamo anche in questa occasione, convinti di come il Comune da egli rappresentato possa davvero fare la differenza.

Alla luce di quanto esposto e in previsione dell'ormai imminente arrivo di un circo con animali in città, desideriamo, con il presente comunicato, avanzare tre specifiche richieste al Sindaco Pedrotti:

- una dichiarazione pubblica, a mezzo stampa o video, che chiarisca la propria posizione morale in merito agli spettacoli circensi con animali

- qualora il Primo Cittadino si esprimesse in favore di un circo senza animali, gli chiediamo l'impegno a inoltrare una lettera pubblica al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sollecitando una modifica alla legge Nazionale sui       
  circhi

-la promozione a cura dell'Amministrazione, attraverso l'utilizzo delle plance comunali destinate alle affissioni, di una campagna di sensibilizzazione atta informare la cittadinanza sulla realtà dei circhi con animali

Nell'augurarci che questo appello non resti inascoltato, desideriamo porre l'attenzione sul caso specifico dell'attendamento del circo di Moira Orfei: apprendiamo dagli organi di stampa che il Comune di Pordenone, nella figura dell'assessore Romor, ha chiesto di incontrare il Prefetto e il Questore di Pordenone. "L'obiettivo  è valutare una strategia che eviti il contatto diretto tra i circensi e gli animalisti come invece era accaduto l'altra volta con tanto di pestaggio".
Inutile dire che noi, per primi, desidereremmo sentitamente evitare di essere nuovamente pestati; non vorremmo però ritrovarci a subire noi (gli aggrediti) le conseguenze di un episodio tanto brutale.
Se, come nel caso di Sacile, per motivi di sicurezza, ci dovesse essere imposto di manifestare lontano dal Circo, significherà che la violenza e la prevaricazione riservateci a marzo dagli addetti del circo avranno avuto la meglio.
In un paese che vuol raccontarsi civile e democratico tutto questo non dovrebbe mai accadere.
Ci auguriamo davvero che il Comune di Pordenone non voglia contribuire a creare le condizioni affinché -di fatto- siano "premiati" i violenti, chiedendo l'allontanamento dei manifestanti in occasione dell'attendamento del circo di Moira Orfei.
Quanto accaduto nelle giornate successive all'aggressione, quando, durante il Consiglio Comunale della città di Pordenone, il Sindaco ha espresso un "sostegno con riserva" agli aggrediti, sollevando (con l'appoggio di alcuni consiglieri comunali) dubbi sulla condotta dei manifestanti, è stato un fatto già abbastanza grave.
Ricordiamo che se l'opinione pubblica può talvolta essere condizionata da dichiarazioni diffamatorie, un sindaco ha non solo la possibilità, bensì il dovere di informarsi presso le Forze dell'Ordine (presenti durante tutti i presìdi e durante l'aggressione) su come si siano realmente svolti i fatti e su quale sia stata la condotta dei manifestanti.

domenica 24 agosto 2014

Il circo del futuro e il coraggio di scelte veramente etiche

Trapeze artists -1899

E' attendato a Trieste (dal 20 agosto al 1° settembre) il Magnifico Acquatico. Si tratta, per quanti ancora non lo conoscessero, della "risposta Europea al Cirque du Soleil" che "si basa sulla bravura atletica degli artisti e non usa animali dal vivo" (il virgolettato è tratto dal sito ufficiale del Magnifico Acquatico: www.circoacquatico.net ).
Ci sarebbe davvero da tirare un sospiro di sollievo: finalmente un circo di successo che, per scelta, non utilizza animali nei propri spettacoli.
In un mese (settembre) che vedrà, a Pordenone, l'attendamento del circo di Moira Orfei, ci avrebbe fatto davvero piacere poter promuovere con entusiasmo l'esempio virtuoso di un circo senza animali, formula non solo possibile ma anche gradita a un vasto ed eterogeneo pubblico. 

Ritenevamo questo un segnale incoraggiante verso un circo del futuro, pienamente rispettoso di ogni essere vivente. 

Tuttavia, e con grande rammarico, ad oggi non ci sentiamo di poter promuovere ad esempio positivo questo circo per i motivi che qui vi spieghiamo :

appresa la notizia dell'arrivo del Magnifico Acquatico in regione e desiderosi di saperne di più, ci siamo informati, venendo a conoscenza di un risvolto che ci lascia alquanto perplessi.
In occasione dell'attendamento del 2011 a Pescara, la sede provinciale LAV esprimeva, in un comunicato stampa, un più che comprensibile apprezzamento per questa realtà senza sfruttamento di animali.

Citiamo, dal comunicato stampa LAV:  
“Auspichiamo che questa scelta, di cui siamo estremamente felici – dichiara Antonella Agostini, responsabile provinciale della LAV di Pescara – sia l’espressione del desiderio dell’Amministrazione di prendere una posizione chiara nei confronti del circo che ancora utilizza animali e che venga approvata, in tempi brevi, l’ordinanza proposta dalla LAV che regolamenta l’attendamento dei circhi sul territorio del Comune”.  

Questo il servizio realizzato all'epoca da un'emittente televisiva abruzzese. 


Dal minuto 1:14 le dichiarazioni di Ivan Eotvos del Magnifico Aquatico. Riportiamo la più significativa : "(...)il circo come sinonimo di circo con animali o addirittura di animali in genere, questo penso che sia un pregiudizio sbagliato, nel senso che il circo deve essere, è sempre stato e deve continuare ad essere sinonimo di spettacolo. Con animali, senza animali, parliamo sempre di spettacolo."  


Non si fa attendere la reazione dell'Ente Nazionale Circhi.
Questa volta però, alla voce del presidente Antonio Buccioni si unisce quella della direzione del Circo Acquatico Zoppis (Magnifico Acquatico), in un comunicato congiunto in cui si prendono le distanze dalla LAV e dagli animalisti. 

Il nostro spettacolo non si pone in alternativa e tanto meno in concorrenza con i circhi con animali, che in Italia rappresentano il 99,9% dei complessi in attività e che hanno la nostra piena condivisione e solidarietà. In Italia, dove la tradizione del circo classico è radicata, autorevole e rappresentata da complessi e artisti che sono prime stelle a livello internazionale (si pensi solo al Clown d’Oro ottenuto dall’ammaestratore in dolcezza Flavio Togni all’ultima edizione del Festival di Monte Carlo), gli spettacoli con animali, nel rispetto delle normative vigenti, è giusto che continuino ad esistere ed anzi le organizzazioni animaliste farebbero bene a deporre le armi e ad avviare un confronto sereno per il bene degli animali. (...) Il circo Acquatico ha scelto la strada di non utilizzare gli animali, senza con ciò esprimere alcun giudizio di valore sugli spettacoli con animali, ma solo per seguire una esperienza artistica nuova e diversa, che in Italia deve poter convivere al fianco dei circhi con animali”

A queste dichiarazioni segue la risposta della LAV.


Ci auguriamo che che la posizione così netta del Magnifico Acquatico sulla questione circhi con animali (non distante da quella, assai deludente, del Cirque du Soleil) sia negli anni mutata, lasciando spazio a una consapevolezza che solamente una scelta etica (e non meramente artistica) è in grado di generare.

mercoledì 13 agosto 2014

Perché non saremo in Piazza del Popolo



Da anni la nostra associazione, assieme a LAV e con la partecipazione e l'adesione di numerose altre associazioni e singoli attivisti per i diritti animali, promuove e organizza un presidio di protesta alla Sagra dei Osei.
La decisione di manifestare in Piazza del Popolo, per quanto a lungo dibattuta a causa dell'ingresso a pagamento alla sagra, si è sempre riconfermata una scelta che ha pagato sia in termini di visibilità che di efficacia.
La nostra presenza nel cuore della sagra non ha mai mancato di disturbare e dare fastidio, ed è negli anni stata osteggiata dagli organizzatori in vari modi, proprio perché scomoda.
I presìdi hanno sempre avuto carattere e pacifico e i manifestanti non hanno mai raccolto provocazioni o creato situazioni tali da causare turbative all'ordine e sicurezza pubblica, nonostante gli episodi in cui essi sono stati oggetto di volgari invettive e insulti indecenti da parte di simpatizzanti ed espositori (fra le tante, la bassezza più grande è stata alludere allo stupro).
Negli anni abbiamo acconsentito a manifestare senza l'uso del megafono e, lo scorso anno, in un'area delimitata dall'impiego di transenne.
La soluzione delle transenne aveva proprio la funzione di metterci al riparo da possibili contestazioni da parte degli espositori, e proprio per questo la avevamo ipotizzata anche per il presidio di quest'anno.
Ci eravamo resi disponibili a sostituire gli slogan "gridati" con un testo letto al megafono, chiedendone in questa occasione l'utilizzo anche per dare un senso più completo al messaggio che ogni anno portiamo in piazza durante la manifestazione.
A pochi giorni dalla data del presidio (e, di conseguenza, dalla Sagra dei osei), e dopo lunga attesa, ci viene notificato che non sussistono le condizioni atte a consentire l'annuale presidio in Piazza del Popolo.
Ciò che andava bene fino allo scorso anno, improvvisamente non vale più. 
Abbiamo sempre manifestato in una piazza (una pubblica piazza, lo ricordiamo) dove c'era e c'è spazio per tutti: visitatori, espositori, manifestanti. 
Quest'anno- a quanto pare- c'è sempre spazio per tutti, ma lo spazio si è stranamente ristretto. Qualcuno deve stare fuori. Quel qualcuno siamo noi.  

La Pro Sacile sostiene di non averci mai voluti fuori dalla piazza.
Sarà così? Leggendo la stampa si può dire esattamente il contrario.
Un anno fa, come riportato dal Gazzettino: "Alla presidente della Pro non sarebbe piaciuta la troppa "accondiscendenza" manifestata dalla Questura nei confronti degli ambientalisti che, non solo sono stati autorizzati ad entrare nell'area che accoglie la manifestazione, ma per la prima volta hanno ottenuto l'utilizzo della loggia per la loro manifestazione, invece del solito posto in Piazza del Popolo. La Pro in realtà contava sul divieto di accesso all’area della sagra. "
Quest'anno, ancora sul Gazzettino: "Sono state programmate le varie fasi dell'allestimento tenendo conto del fatto che, dopo la pausa dello scorso anno dovuta alla presenza degli "ambientalisti" sotto la Loggia del Municipio, quest'anno piazza del Popolo tornerà ad essere il cuore della manifestazione canora. «Un ritorno - afferma Busetto - sollecitato dai sacilesi che da sempre considerano la piazza centrale l'anima della Sagra dei osei». E l'auspicio, "non espresso", che non ci siano autorizzazioni agli animalisti per presidi sotto la Loggia del Municipio." 

E così è stato. Niente autorizzazione agli animalisti in Piazza del Popolo.
Ci viene concesso un "presidio statico esclusivamente presso l'area sita in Sacile (PN) Via Mazzini- area prospicente Via Gasparotto" 

Motivazione: 
" considerato che nella stessa giornata si svolgeranno nella stessa piazza numerose iniziative organizzate dall'Amministrazione comunale di Sacile, anche in numero maggiore rispetto alle precedenti edizioni, che richiameranno numeroso pubblico e che sugli organi di informazione locali e sui social-network, sono stati evidenziati momenti di contrapposizione, anche aspra, tra opposti schieramenti; 
Constatato che a seguito di quanto sopra esposto non sussistono le condizioni generali che avrebbero consentito il regolare svolgimento della preannunciata iniziativa nella piazza del Popolo, allo scopo di prevenire prevedibili turbative all'ordine e sicurezza pubblica. "

Nulla è cambiato in questi anni, nella sostanza e nella forma, per quanto riguarda sia le nostre manifestazioni che il dibattito sui media e sui social.
La sagra dei osei è una manifestazione che farà sempre discutere; in questi anni ci siamo impegnati a garantire un dissenso fermo ma sempre civile e pacifico, affiancato da un costante e scrupoloso lavoro di contro- informazione anche attraverso un sito di denuncia su questa e tutte le fiere ornitologico-venatorie d'Italia. Abbiamo promosso iniziative di vario genere, atte a far conoscere realtà come questa a un'opinione pubblica che sta dimostrando una crescente sensibilità nei riguardi della sofferenza animale. 
Tutto questo (che comprensibilmente non può che contrariare gli organizzatori della sagra), è -fino a prova contraria- un diritto sancito dall'Art. 21 della Costituzione Italiana ("Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione"). 
Alla luce di quanto detto riteniamo la decisione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica incomprensibile e immeritata. 
Abbiamo ritenuto di non poter accettare di essere collocati fuori dalla piazza non certo per una questione di puntiglio o di orgoglio, bensì per una ragione di una semplicità disarmante: la piazza è di tutti, essa non è il salotto privato di una fiera venatoria che da sempre si prende la libertà di blindare un'intera città, imponendo persino ai suoi abitanti il pagamento di un biglietto d'ingresso.
Ci rammarica pensare che quest'anno gli equilibri siano cambiati a tal punto da trasformare quella stessa piazza, che era da sempre considerata il luogo più sicuro e idoneo allo svolgimento del presidio, zona off-limits per i manifestanti. 
Il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica ha preso una decisione che in tutta sincerità ci risulta difficile considerare "sopra le parti", e che temiamo possa creare uno spiacevole precedente per il futuro. 
Abbiamo sempre dimostrato rispetto nei confronti di tutti, animali umani e non umani - e continueremo a farlo con le modalità e la serietà che ci contraddistinguono, garantendo per ciò che facciamo, perché è esattamente ciò in cui crediamo.   

lunedì 11 agosto 2014

Sagra dei osei di Sacile: ecco il vero "cambiamento"


Apprendiamo con grande rammarico che, ancora una volta, gli organizzatori della Sagra dei Osei di Sacile dimostrano l'incapacità di gestire democraticamente qualsivoglia forma di dissenso (contrariamente a quanto da tempo dichiarano agli organi di stampa), arrivando- come pubblicato sul Messaggero Veneto di domenica 10 agosto- a minacciare di intraprendere azioni legali contro chi osa compiere scelte autonome e consapevoli.
Consideriamo questo un fatto preoccupante, atto a inibire il libero pensiero.
Ci auguriamo che "chi parla di azioni legali" non intenda passare alle vie di fatto; se ciò dovesse accadere siamo certi che saranno molte le persone (non solo "gli animalisti") pronte a dare sostegno al duo comico.

Riteniamo che il tentativo di bollare il forfait dei Papu come frutto di atti intimidatori e minacce ricevute tramite i social network offenda l'intelligenza di persone mature e consapevoli quali sono Andrea Appi e Ramiro Besa, ai quali rinnoviamo la nostra più calorosa solidarietà.
Da parte nostra respingiamo al mittente l'accusa d'aver fatto pressioni e minacce al duo comico. Invitarli a non partecipare con il loro show alla Sagra dei Osei di Sacile, appellandoci al loro buon senso (buon senso che hanno dimostrato e per il quale speriamo non debbano essere "puniti"), altro non è che l'usuale scambio di idee e opinioni che qualsiasi persona democratica, che abita un paese che si dichiara civile, dovrebbe considerare normale. Siamo perfettamente consapevoli di quanto quest'annuncio disturbi gli organizzatori della sagra, non tanto per il danno economico - assurdo pensarlo, infatti hanno già trovato un sostituto - ma per il danno d'immagine.
Pesa come un macigno dover ammettere che le persone che scelgono di prendere le distanze per motivi etici dalla sagra dei osei sono tante.
La realtà e le sensibilità delle persone stanno cambiando, sarebbe ora che anche gli organizzatori di questa sagra millenaria ne prendessero atto.


Ci è stata preclusa la possibilità di manifestare in Piazza del Popolo per unire la nostra protesta al canto di migliaia di uccelli prigionieri e di altre migliaia che moriranno nelle pentole. 
Incredibilmente, affianco a questo fatto senza precedenti, dovremmo anche essere compiaciuti poiché- con immensi giri di parole- il sindaco Ceraolo e la Pro Sacile dichiarano che loro ci avrebbero pur voluti in piazza. Oltre il danno, la beffa.
Di fronte a ciò riteniamo sia legittimo conoscere le reali motivazioni che hanno spinto il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica a negare l'autorizzazione allo svolgimento dell'annuale presidio in Piazza del Popolo.
Chiediamo di essere informati circa le dinamiche e le modalità che hanno portato a una decisione così pesante che ci riguarda da vicino, in netta controtendenza con quanto avvenuto nelle passate edizioni della Sagra dei osei.
Invitiamo il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica a rendere pubblica la posizione assunta dalla Pro Sacile al tavolo aperto in Prefettura venerdì 08 agosto.
Qualora la decisione di allontanarci da Piazza del Popolo non sia stata raggiunta all'unanimità, chiediamo infine di conoscere quali membri componenti il Comitato si sono espressi a favore di questo diniego. 

Il Sindaco di Sacile, etichettandoci come minoranza, ci invita al rispetto di "8 secoli di storia".
Approfittiamo per ricordargli che la gara canora, momento clou di questi 8 secoli di storia, vede impiegate centinaia di esemplari di "richiami vivi" (uccelli utilizzati come richiamo per la caccia).
Alla luce delle 120mila firme di cittadini recentemente consegnate al Ministro per l'Ambiente a sostegno dell’abolizione dei richiami vivi, e considerato che il comune di Sacile conta poco più di 20mila abitanti (fortunatamente non tutti appassionati sostenitori della sagra) ci sarebbe da chiedergli di quale minoranza egli stia parlando.

Concludiamo dicendo che la defezione dei Papu dovrebbe, a nostro avviso, far riflettere su quanto sia necessario isolare dal punto di vista culturale una sagra che, anno dopo anno, si dice rinnovata solamente a parole.
Chi ama gli animali e la natura non dovrebbe collaborare nel vestire a festa una fiera ornitologico-venatoria e tutto ciò che essa rappresenta, condendola con riferimenti alla bellezza della natura e alla salvaguardia dell’ambiente.
A chi, come il sindaco Ceraolo o il presidente dei Naturalisti Sacilesi Mario Fregoli, si preoccupa per la biodiversità e le “culture intensive nelle nostre campagne, che distruggono l’habitat naturale delle specie selvatiche” rispondiamo che queste culture intensive in grandissima parte forniscono mangime per allevamenti intensivi di maiali e vacche da carne e latte.
Se proprio la Sagra dei Osei volesse diventare veramente una festa della natura, si dimentichino le gabbie una volta e per sempre. 

Animalisti FVG
LAV Lega Anti Vivisezione Onlus

sabato 9 agosto 2014

"In your tiny eyes": Flash mob contro la Sagra dei osei di Sacile


Un flash mob contro la Sagra dei osei di Sacile: questa la singolare e iniziativa che ha avuto luogo nella notte dell'8 agosto a Pordenone, suscitando grande interesse.
Le associazioni Animalisti FVG e LAV, da anni impegnate sul fronte del NO a quella che è la più grande fiera ornitologico venatoria d'Italia, hanno dato vita ad alcune proiezioni a sorpresa in centro città con lo scopo di richiamare l'attenzione della cittadinanza e far riflettere su ciò essa realmente rappresenta: una "festa" in cui non si festeggia nulla, l’esaltazione della gabbia in cui migliaia di uccelli sono costretti a vivere per tutta la loro esistenza.
L'arte si fonde con la questione animale grazie alle splendide e toccanti immagini realizzate dall'artista visiva Tiziana Pers: il risultato è quello di focalizzare lo sguardo su un tema- quello della prigionia degli animali protagonisti della sagra- che da sempre organizzatori e sostenitori scelgono di non affrontare, negando una verità che da 741 anni è sotto gli occhi di tutti.



Queste le parole di Tiziana Pers:

"Nottetempo due disegni vengono proiettati a grandi dimensioni, alternati e dissolti l'uno nell'altro, in un luogo centrale di Pordenone.
In provincia di Pordenone si trova Sacile, paese dove annualmente si svolge la Sagra dei osei, un grande mercato a cielo aperto dove vengono venduti in piccolissime gabbie migliaia di uccelli, evento centrale per quanto concerne la vecchia pratica dei richiami vivi, le cui deroghe italiane per permettere la cattura in libertà sono tema dibattuto in questi giorni anche anche in sede europea.
Un disegno ritrae l’occhio spalancato di un bambino, nel cui riflesso vediamo le sbarre della gabbia. Attraverso le sbarre lo sguardo di un merlo s’incontra con quello del bimbo e, di riflesso, si rivolge a noi.
Il secondo disegno ritrae invece l’occhio di un merlo, nel cui riverbero leggiamo le sbarre della gabbia. Attraverso le medesime sbarre lo sguardo del bambino s’incrocia con quello del merlo, e, quindi, con il nostro.
Noi spettatori siamo, di volta in volta, merlo e bambino.

Spesso nei meccanismi sociali i dettagli rischiano di venire relegati in secondo piano, diventando gli aspetti più trascurati.
Eppure spesso è nel piccolo che vanno cercate le chiavi di lettura dei cortocircuiti della nostra quotidianità. Per riconoscere le radici della violenza molte volte è sufficiente soffermarci su quanto sta di fronte a noi, su ciò che rientra nella reiterazione dei gesti e delle abitudini.
L’idea di ingrandire a dismisura un dettaglio, conferendo monumentalità all’intimo gesto del disegno, si prospetta come una finestra e una lente su degli occhi che sovente non riconosciamo nella loro pienezza, ma che identifichiamo frettolosamente nella patina dei luoghi comuni: l’uccellino sta nella gabbia, il bambino si porta a vedere l’uccellino.
Quello che m’interessa indagare è: se li mettiamo a fuoco, se sfaldiamo i trascorsi incancreniti della consuetudine, siamo in grado poi di reggere il peso di quel duplice sguardo che si rivolge direttamente a ciascuno di noi?
Siamo in grado noi di ignorare quei minuscoli occhi di anime senza colpa intrappolate a vita?
E siamo in grado poi di sostenere con i nostri figli che questo è il futuro privo di compassione che stiamo consegnando nelle loro mani? Ma in fondo, non era anche la schiavitù una tradizione?
Lo sguardo per eccellenza rappresenta la prima forma di comunicazione non verbale, di comprensione dell’altro prima delle parole.
Ma quello del bambino e dell’uccellino, ingrandito e focalizzato, è il dialogo impossibile tra due innocenti, poiché mediato dalla violenza di una gabbia.

Mi domando se sia questo il momento in cui il sentire comune si riapproprierà della capacità di mettere a fuoco la violenza che stiamo infliggendo ai soggetti-di-una-vita, ed il desiderio di rimuovere le sbarre dagli occhi di entrambi, riconciliandoci finalmente con l’altro, diventerà volontà condivisa.
E mi domando anche se, dopo la distruzione di quella waste land che abbiamo progettato, sconfinato deserto tra noi e l’altro, un vero incontro sia ancora possibile.
Nello specifico la mia è una domanda rivolta prima di tutto a me stessa: il bambino ritratto è mio figlio di cinque anni, che fin da piccolissimo non sopportava di vedere gli uccelli chiusi in gabbia.
Il merlo invece è uno dei milioni di uccelli privati di identità e impiegati come richiami vivi.

Se il ruolo della cultura è quello di costruire le basi di un’umanità migliore, più consapevole e più critica verso se stessa e verso il rapporto con il resto del creato, allora forse anche il ruolo della tradizione necessita di essere rivoluzionato, partendo dagli spinte di ogni individuo che non si riconosca nelle zone d’ombra del proprio tempo."





martedì 5 agosto 2014

Da oggi a Pordenone il "contro-manifesto" per la Sagra dei Osei di Sacile 2014


Da oggi, per quindici giorni, arriva a Pordenone il contro-manifesto della Sagra dei osei 2014.
Esso sarà affisso nelle principali vie del centro città a cura delle associazioni Animalisti FVG e LAV, che per il secondo anno hanno voluto mostrare (suscitando una forte reazione da parte della Pro Sacile) la realtà di questa sagra: una manifestazione che imprigiona, sottrae gli animali alla natura per chiuderli per sempre in gabbia, che asseconda gli interessi dei cacciatori e che confonde il concetto di tradizione con quello di civiltà, quasi fossero sinonimi.

Il contro-manifesto 2014 si avvale della collaborazione dell'artista e illustratrice Emanuela Biancuzzi, che dichiara: " L'urgenza di mostrare il mio sdegno per questa ennesima forma di crudeltà ha sostituito l'esigenza di dare un' impronta troppo personale a questo manifesto. Ho preferito rinunciare alla mia artistica presenza per raggiungere un risultato finale il più possibile schietto e obiettivo. Una presentazione piuttosto che una rappresentazione.
In questo modo, che cos'è la Sagra dei Osei mi sembra venga comunicato immediatamente.
Attraverso un collage fotografico ho evidenziato quello che è sotto gli occhi di tutti: gabbie microscopiche ammassate ovunque e malamente e un bel concentrato di indifferenza all'altrui dolore.
Non mi sono concentrata su come dare alle cose un aspetto gradevole. Non mi piacciono le distrazioni inutili né troppo le decorazioni però mi interessava fornire una immagine della realtà in contrasto con la rappresentazione fasulla, edulcorata e stucchevole che il manifesto ufficiale ha proposto sinora: uccellini colorati, banalizzati, stilizzati e felici, soprattutto svolazzanti, cioè LIBERI , cosa che alla Sagra dei Osei, ad essere onesti, purtroppo non accade da settecentoquarantunoanni."

Queste le vie dove è possibile vedere il contro-manifesto:

Via Montereale
Via Oberdan
Viale Marconi
Via Carnaro
Via San Valentino
Via Fontane
Piazzetta Giustiniano
Viale Dante

sabato 2 agosto 2014

La corsa degli asini a Porcia: per un'ora di divertimento

Corsa degli asini di Porcia - edizione 2013
foto di Animalisti FVG

Giovedì 14 agosto 2014 a Porcia, località in provincia di Pordenone, avrà luogo la “112^ edizione della CORSA DEGLI ASINI”. La corsa è organizzata dalla parrocchia in collaborazione con il Comitato "Porcia in Festa", in occasione della festa religiosa denominata “Sagra dell’Assunta”.
Negli anni passati era consuetudine terminare la corsa facendo salire il vincitore della competizione attraverso un angusto corridoio- che sale a spirale- fin sulla terrazza della torre campanaria; più che di un premio si dovrebbe parlare quindi di una condanna. Grazie alle pressioni di molti, che vedevano in questo una grave forma di sopruso, il parroco alla fine si è visto costretto a rinunciare almeno a quest'estremo barbaro atto.
Ma purtroppo la corsa continua, e così, anche quest'anno, ci ritroveremo ad assistere alle goliardate di un gruppo di baldi giovanotti che nell’allegria di un tardo pomeriggio d’estate giocano a fare i cowboys.
Immancabile la difesa a spada tratta del parroco, pronto a dare lezioni di etologia e ad insegnarci che durante la corsa di Porcia gli animali si divertono e che non sono sottoposti ad alcuna forma di costrizione.
Ma cosa sanno, questi  ragazzi, degli effetti del morso sulla bocca degli equidi? Cosa sanno di come gli si sale in groppa senza arrecargli dolori e danni? Abbiamo assistito a diverse edizioni della corsa, compresa l'edizione 2013, e lo spettacolo è stato veramente penoso: asini strattonati con le redini, fantini che a peso morto rimbalzavano pesanti e a casaccio sul dorso degli animali... questi ragazzi non avevano la minima idea di quel che stavano facendo, dei dolori- fisici e mentali- a cui stavano sottoponendo le malcapitate creature.


Corsa degli asini di Porcia - edizione 2013
foto di Animalisti FVG


Ci chiediamo inoltre se gli improvvisati cavalieri abbiano idea di come venga condizionato un asino per consentir loro di salirgli in groppa ...o pensano forse che basti un balzo e via per far si che l'asino accetti di essere cavalcato da un perfetto sconosciuto?
A chi piacerebbe provare quest'esperienza?


Corsa degli asini di Porcia - edizione 2013
foto di Animalisti FVG

Cosa sanno della loro vita emotiva, delle loro relazioni, del loro senso dell’amicizia e della famiglia?
Ma che senso ha porsi queste domande, l'importante è divertirsi ...
Dopotutto è un gioco che dura un’ora, e poi via, a bere qualcosa al bar con gli amici e a farsi qualche risata sulla comica caduta del loro compagno durante la corsa. Il parroco, terminata la corsa, passa velocemente alle altre incombenze dei festeggiamenti, rimane qualche foto di ricordo. Ma degli animali, della loro sorte (da dove sono venuti, dove andranno), della loro vita e di quel peso che sono condannati a portarsi in groppa (anche quando l'occasionale cavaliere terrmina la sua performance) non importa a nessuno. Ciò che conta è l'aver trascorso un’oretta in allegria con il don e gli amici della parrocchia.
Non esistono ragioni che possano giustificare l'utilizzo degli animali, tanto meno il "successo" di questa sagra. Esiste solo l’ostinazione di un parroco poco caritatevole (o, se non altro, non con tutti) che vuole a tutti costi che la “tradizione” continui.
L'appello alle "tradizioni" è la scusa più sfruttata oggigiorno nel nostro Paese, e gli animali che ne pagano il prezzo sono tantissimi.
Se davvero le tradizioni ci consentono di sorvolare su tutto, perché allora non riportare in auge anche altre antiche tradizioni? La Chiesa, nella sua storia millenaria, è stata costretta a rivedere alcune delle sue posizioni, dalla condanna a Galileo Galilei, al superamento della santa inquisizione, alla messa al rogo delle streghe, ha messo in discussione anni di oscurantismo sulla pedofilia (troppo spesso tenuta nascosta), ha dovuto- seppur a malincuore- fare i conti con leggi come quelle sul divorzio e l’aborto.
Ma per quanto riguarda gli animali, in 2000 anni di storia nulla è mai stato messo in discussione. Se, almeno nella forma, qualcosa è cambiato in altri ambiti, i temi riguardanti gli animali non umani restano legati agli anni più bui del medioevo.
Nel 2014 anche per la Chiesa è arrivato il momento di fare i conti con queste gravi mancanze e puntare verso un rinnovamento, perché a parlare di rispetto si fa presto, metterlo in pratica è ben altra cosa.

Se quel che conta è creare momenti di svago e aggregazione, di alternative ce ne sono tantissime. Un bellissimo esempio arriva dal palio di Lodi 
La realtà muta e cambia, anche per chi, ostinato, non vuol rendersene conto.