venerdì 12 dicembre 2014

Comunicato stampa: per un capodanno senza botti anche a Pordenone


Ogni anno, a Capodanno, assistiamo allo sparo dei botti, un fenomeno assai trascurato e con un’infinità di aspetti negativi : essi infatti feriscono adulti e bambini, inquinano l’ambiente, provocano incendi boschivi e seri danni alla vegetazione in ambito urbano, terrorizzano gli animali selvatici cagionandone spesso la morte, e molti animali domestici fuggono restando vittime di incidenti stradali o -nella migliore delle ipotesi- finendo in canile.

A Pordenone è da anni in vigore una norma del Regolamento Comunale d’Igiene che recita :
capitolo 6 - rumore, articolo 38- comma 9
“Sparo di petardi, mortaretti, e simili in luogo pubblico o aperto al pubblico:
è vietato lungo le strade, piazze e aree pubbliche e aperte al pubblico, il lancio o lo scoppio di petardi, mortaretti  o  simili,  in particolare nel periodo delle festività natalizie, di capodanno, Epifania e carnevale.  Può essere concessa deroga qualora l’attività svolta professionalmente sia attuata durante  manifestazioni o intrattenimento soggetti ad autorizzazione o licenza di Pubblica Sicurezza, comunque nel rispetto della vigente normativa in materia.”
Il Regolamento Comunale d'Igiene è stato approvato con deliberazione del Consiglio comunale n.112 del 12.11.2007 ed è in vigore dal primo gennaio del 2008.

Nonostante il divieto, la consuetudine dello sparo di botti e petardi in città non è, purtroppo, mai venuta meno: ogni anno assistiamo al consumarsi di questa riprovevole usanza nelle strade, sia in centro città che in periferia, e non ci risultano essere elevate sanzioni ai trasgressori.

Da sempre lanciamo un accorato appello attraverso gli organi di stampa, chiedendo all'Amministrazione Comunale di impegnarsi affinché la cittadinanza sia adeguatamente informata e sensibilizzata a riguardo.
Nonostante ciò, le ultime ore che hanno preceduto il capodanno 2014 sono state come sempre caratterizzate da un continuo scoppio di mortaretti e petardi di ogni genere in pieno centro città.

Non riusciamo a comprendere come un’Amministrazione Comunale dotata di norme al riguardo possa lasciare che le stesse siano così palesemente disattese; eppure siamo certi che il Comune disponga di mezzi e risorse tali da veicolare un messaggio importante come questo, dimostrando che senso civico e rispetto non sono sfumature ma valori che guidano scelte quotidiane, come quella di festeggiare il nuovo anno senza nuocere a migliaia di animali.

Animalisti FVG promuove anche quest'anno la campagna “NO AI BOTTI”, attraverso la distribuzione -per tutto il mese di dicembre- di locandine a Pordenone e provincia. 

L'associazione inoltre si appella ancora una volta al Comune di Pordenone affinché sia, in questi giorni, dato ampio risalto alla normativa vigente e affinché la cittadinanza sia informata e sensibilizzata verso questo tema.
Essa, infine, si rivolge al Sindaco di Pordenone per chiedere un’ordinanza di divieto totale per i botti su tutto il territorio comunale (citiamo ad esempio l'ordinanza sindacale di cui il Comune di Biella è dotato), poiché con l’attuale normativa restano ancora possibili il lancio e lo scoppio di botti, fuochi e petardi, nelle proprietà private.


mercoledì 10 dicembre 2014

Le videoricette: la Gubana di Tamara


Tamara vi propone la versione vegana di un dolce tipicamente friulano: la Gubana. Caratteristico dei periodi di grande festa, questo dolce dal sorprendente ripieno si addice egregiamente al Natale che è alle porte e -perché no?- a ogni occasione! 

Ingredienti per la pasta:
350 ml di latte di soia
700 gr di farina
3 cucchiai di zucchero di canna
90 gr di burro di soia
2 cucchiaini di lievito di birra secco
la buccia grattuggiata di un limone
un bicchierino di rum
due cucchiaini di sale

Ingredienti per il ripieno:
150 gr di pinoli
250 gr di nocciole tostate
250 gr di noci sgusciate
250 gr di mandorle sgusciate
100 gr di cacao in polvere
un bicchierino di grappa
un bicchierino di rum
3 cucchiai di zucchero
250 gr di uvetta
1 cucchiaino di cannella 
un pò di burro di soia 
un po’ di noce moscata grattugiata

Procedimento:
Impastare bene e a lungo tutti gli ingredienti per la pasta e lasciar lievitare il composto (in un luogo riparato) dalle 8 alle 12 ore, a seconda della temperatura dell'ambiente. 
Preparare il ripieno tritando noci, nocciole e mandorle, aggiungendovi l'uvetta precedentemente ammollata nel liquore (grappa e rum), i pinoli, lo zucchero e il cacao, la noce moscata grattugiata e, in ultimo, unendo il burro di soia sciolto assieme alla cannella. 
Stendere la pasta e distribuirci sopra il ripieno in modo uniforme;
arrotolarla e sistemarla sulla placca del forno dandole la tipica forma a chiocciola.
Lasciar lievitare nuovamente la gubana per circa un'ora.
Nel frattempo preriscaldare il forno a 125°.
Al momento di infornare il dolce spennellarne la superficie con un po’ di latte vegetale.
Dopo circa mezz’ora aumentare la temperatura del forno a 150° e cuocere la gubana ancora mezz’ora.
Togliere dal forno e far raffreddare la gubana su una gratella.

La possiamo servire, come da tradizione, irrorandola con una spruzzata di grappa.



giovedì 4 dicembre 2014

COMUNICATO STAMPA - Regolamento Comunale tutela animali: Requiem per una morte annunciata


Pordenone, 04 dicembre 2012

Il Comune di Pordenone, leggiamo dal Regolamento sulla Tutela degli Animali, "riconosce alle specie animali non umane diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche" (Art 1, comma 2) ,"opera affinché sia promosso nel sistema educativo dell’intera popolazione, e soprattutto in quello rivolto all’infanzia, il rispetto degli animali e il principio della corretta convivenza con gli stessi" (Art. 2, comma 2).
Esso, riportiamo sempre dal Regolamento, "valorizza la tradizione e la cultura animalista della città ed incoraggia le forme espressive che attengono al rispetto e alla difesa degli animali."(Art. 2, comma 3)

A Natale, come tutto l'anno, è piacevole rilassarsi e credere alle favole. Bei racconti che ci parlano di paesi felici ed accoglienti per tutti.
La realtà purtroppo, per quanto la si tenti di eludere con progetti di facciata, continua a raccontarci storie ben diverse.
Certi che solo attraverso una lucida lettura dei fatti sia possibile aspirare al raggiungimento di risultati onesti, concreti e duraturi,
non ci resta che prendere atto che -ad oggi- il titolo di "Pordenone città amica degli animali" altro non è che un mero artificio formale.

È morto, dopo 11 anni, il Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali.
Le "esequie", annunciate per mezzo di epigrafi affisse in città, hanno avuto luogo oggi, giovedì 4 dicembre 2014,  in forma privata.


Nato nel 2003 come "strumento finalizzato al rispetto ed alla tolleranza verso tutti gli esseri viventi" e per perseguire "ogni manifestazione di maltrattamento verso gli animali",
il Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali non è sopravvissuto a campionati ornitologici, gare di monta western, concorsi ippici, fiere e circhi con animali in città.

L'anno che volge al termine vede Pordenone ancora una volta cornice di un ricco calendario di eventi - vecchi e nuovi - che prevedono lo sfruttamento di animali.
Tante le cose che si sarebbero potute fare. Altrettante le proposte puntualmente disattese.
Silenzi strategici, che hanno pesato come macigni, per non ostacolare gli interessi di chi trae profitto dalla sofferenza.
Un Regolamento "muore" quando gli intenti che lo hanno animato finiscono per essere macchie d'inchiostro su carta bianca.

‪#‎nonèunacittàperanimali‬




venerdì 28 novembre 2014

Il menù delle feste per un Natale 2014 veramente BUONO!


Eccoci anche quest'anno con il delizioso menù vegan per le feste, curato da Alessandra (un vero talento in cucina) per i lettori del nostro blog.
Buon appetito e buone feste da Animalisti FVG!

ANTIPASTO - Involtini di cavolo

Ingredienti (per 4 persone):
1 cavolo verza di media grandezza
250 grammi di lenticchie cotte
200 grammi di riso a chicco piccolo
400 grammi di passata di pomodoro
1 cipolla grande bianca
1 carota media
80 grammi di funghi porcini secchi
prezzemolo, olio e.v.o., vino bianco
sale, pepe e aglio q.b.

Procedimento:
scottare per 2 minuti 4 foglie esterne del cavolo verza

lasciarle raffreddare
preparare un soffritto di cipolla con la carota e l'aglio
aggiungere i porcini tagliati e precedentemente ammollati
saltare il tutto unendo il riso e sfumarlo con il vino bianco
aggiustare di sale e di pepe, unire le lenticchie e la passata di pomodoro
stufare 200 grammi di verza
salarla, tagliarla a pezzetti piccoli e unirla al composto precedente
prendere le foglie di verza, riempirle con 1 o 2 cucchiai del composto appena preparato, richiuderle fermandole con uno stuzzicadenti
ungere una teglia e passarle al forno per 15 minuti circa a 180°

PRIMO - Conchiglie giganti al forno

Ingredienti:
350 grammi di conchiglie giganti di Gragnano
60 grammi di tofu al naturale
400 grammi di spinaci lessi
300 grammi di ragù di seitan
1 litro di besciamella vegetale
sale, pepe, noce moscata, aglio, burro di soia

Procedimento:
lessare la pasta per metà del tempo effettivo di cottura

scolare e lasciar raffreddare
preparare gli spinaci tagliuzzati
salarli e peparli
saltarli in padella con burro di soia e aglio
schiacciare con la forchetta il tofu, unirlo agli spinaci e la noce moscata
aggiustare di sale
con il composto ottenuto riempire le conchiglie
unire il ragù di seitan, la besciamella e infornare per 15 minuti a 200°

SECONDO - Brasato di seitan

Ingredienti:
400 grammi di seitan
2 carote grosse
1 costa di sedano
1 cipolla grande bianca
salvia e rosmarino
150 ml di brodo vegetale
sale, pepe, olio e.v.o. e vino bianco q.b.

Procedimento:
tagliare a cubetti piccoli la cipolla, la carota e il sedano

aggiungere un trito di salvia e rosmarino e rosolare per 10 minuti
tagliare a fette sottili il seitan
unirlo al soffritto e sfumarlo con il vino bianco

aggiungere il brodo vegetale e lasciar cuocere per 15 minuti con il coperchio, togliendolo fino a che il brodo evapora

CONTORNO - duchesse di patate

Ingredienti:
400 grammi di patate da gnocchi o da purè
1 cucchiaio di burro di soia
noce moscata, sale

Procedimento:
lessare le patate con la buccia in acqua salata
pelarle e passarle allo schiacciapatate
aggiungere il burro di soia e la noce moscata
trasferire il composto in una sac à poche con la bocchetta zigrinata e ampia

formare tante cupolette e infornare a 200° per 10 minuti

DOLCE - Pandolce vegano farcito

Ingredienti:
per il pan di spagna
230 grammi di farina "0"
100 grammi di zucchero
65 grammi di fecola di patate
250 grammi di latte di soia aromatizzato alla vaniglia
60 grammi di olio di semi di girasole
1/2 busta di lievito o cremor tartaro
la scorza di mezza arancia
1 pizzico di vaniglia in polvere

Procedimento:
in una ciotola setacciare la farina e la fecola, unire il lievito, lo zucchero e (mescolando lentamente con una frusta) versare l'olio e il latte di soia
ungere una teglia con diametro di circa 22 cm
versare il composto e infornare a 170° per circa 35 minuti
lasciar raffreddare e tagliare in orizzontale ricavandone 3 dischi

per la crema al cioccolato:
550 grammi di latte di soia aromatizzato alla vaniglia
30 grammi di farina "0"
10 grammi di amido di mais
30 grammi di margarina
150 grammi di zucchero di canna
100 grammi di cioccolato fondente in scaglie

Procedimento:
in una ciotola diluire (mescolando) amido e farina con 100 grammi di latte
in un pentolino sciogliere la margarina in 200 grammi di latte
aggiungere il rimanente latte e lo zucchero, far bollire unendo il primo composto
cuocere per 2 minuti mescolando con la frusta
aggiungere il cioccolato tritato o le scaglie e far cuocere altri due minuti
lasciar raffreddare


per la crema vegana:
450 grammi di latte di riso
50 grammi di amido di mais
300 grammi di panna vegetale da montare
170 grammi di zucchero di canna
100 grammi di margarina
la scorza di 2 arance grattugiate
1 cucchiaino di curcuma o di zafferano
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
200 grammi di zucchero di canna

Procedimento:
in una pentola d'acciaio mettere a macerare la scorza dell'arancia, la vaniglia e la curcuma (o zafferano) nel latte di riso
portare ad ebollizione, spegnere il fuoco e filtrare
in un'altra ciotola d'acciaio mescolare l'amido di mais, lo zucchero e una piccola quantità di latte di riso
stemperare il tutto
aggiungere il rimanente latte (sempre mescolando) e, da quando arriva il bollore, lasciar cuocere per 4 minuti
aggiungere la margarina e lasciar raffreddare
unire i due composti in un'unica ciotola
montare la panna aggiungendo lo zucchero
unirla al composto precedente

per la bagna all'arancio:
100 ml di acqua
50 grammi di zucchero
la buccia di 2 arance

Procedimento:
unire all'acqua lo zucchero e le bucce d'arancio
lasciar bollire per 2 minuti
raffreddare e filtrare

comporre la torta alternando i dischi di pan di spagna, inumiditi con la bagna, alle due creme
l'ultimo strato andrà ricoperto di crema vegana
guarnire a piacimento


QUI il menù di Natale 2013
QUI il menù di Natale 2012




lunedì 10 novembre 2014

Il circo con animali, la Chiesa e le parole del Signor Buccioni


COMUNICATO STAMPA
Pordenone, 8 novembre 2014


"Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno giustiziati "
(Piergiorgio Bellocchio)

Leggiamo con sconcerto le dichiarazioni rilasciate dal Signor Buccioni e dal vescovo Giuseppe Pellegrini in merito ai fatti dello scorso marzo e della questione circhi con animali.
Accusando gli attivisti che manifestavano pacificamente d'aver molestato il pubblico, il presidente dell'ente nazionale circhi, Antonio Buccioni, difende l'indifendibile con un ribaltone acrobatico finalizzato a mistificare la realtà.
Riteniamo intollerabile quest'ennesimo attacco che non lede solo le vittime di un brutale pestaggio, bensì il diritto sancito dalla costituzione di esprimere liberamente le proprie opinioni.
Il signor Buccioni mente- come tanti altri in questa triste vicenda- ma noi non ci stiamo e attendiamo che la verità sia ripristinata in un'aula di tribunale.
Siamo disposti a subire diffamazioni e soprusi, che pesano come macigni ancor più delle violenze fisiche, per un solo motivo, che è quello che ci ha portati a manifestare davanti al circo Millenium allora e che ci farà trovare presenti ancora una volta,
davanti al circo Medrano, domenica 9 novembre, per ribadire che tutte le vite vanno rispettate e che nessuno dovrebbe essere considerato un "attrezzo" di lavoro.
Assistiamo increduli a fatti che, in una società che ha l'ardire di considerarsi civile, non dovrebbero accadere: il silenzio e l'omertà delle istituzioni e un Vescovo che si presta, incredibilmente, ad una infelice messa in scena che altro fine non ha che la promozione di un'attività commerciale; le parole spese per rivangare i ricordi di un'infanzia romantica, vissuta nell'ignoranza (perché di questo stiamo parlando: "ignorare le sofferenze di chi viene abusato"), divengono accettabili e comprensibili se viste con gli occhi e il sapere del vescovo bambino, non certo da parte di una persona adulta, conscia del potere di cui gode, che ha la possibilità di informarsi e compiere scelte e azioni consapevoli.
Sono fatti moralmente gravi, che determinano conseguenze e assunzioni di responsabilità.
Nel mentre, le voci dei protagonisti di questa amara storia- gli animali imprigionati e costretti ad esibirsi negli spettacoli, e i bambini, "usati" come alibi per giustificare le scelte di una società "adulta", tristemente indifferente- rimangono inascoltate. 

martedì 4 novembre 2014

Comunicato stampa - Pordenone "capitale del circo"?


Pordenone, 4 novembre 2014

Dal 7 all'11 Novembre a Pordenone attenderà il Circo Medrano, della famiglia Casartelli, un circo che utilizza animali , il cui rappresentante legale dovrà prossimamente apparire davanti ai giudici di Padova per difendersi dall'accusa di maltrattamento di animali.

La Lev (Libreria Editrice Vaticana) per l'occasione organizza uno speciale battage pubblicitario pro-circo, che vedrà la partecipazione di Antonio Buccioni, presidente nazionale dell'Ente Nazionale Circhi, e la promozione della “partecipazione agli spettacoli da parte delle scolaresche (materne ed elementari) per far conoscere il circo alle giovani generazioni”.

Dopo la tappa di Pordenone, il tour di Buccioni proseguirà con tappa Milano dove “a grande richiesta degli operatori, il presidente terrà […] una riunione con i circhi presenti nel nord Italia.
L’incontro, previsto intorno al 10-12 novembre, si terrà presso il circo Millennium, gentilmente ospitato dalla famiglia Coda Prin”.
Proprio la famiglia Coda Prin e proprio il circo Millennium sono stati responsabili del pestaggio ai danni di alcuni animalisti di Pordenone nel Marzo di quest'anno, pestaggio che, in quei giorni, era stato stigmatizzato con uno sprezzante comunicato stampa proprio dalla Lev.

L'amministrazione Comunale di Pordenone, nonostante le numerose promesse, non ha preso posizione in modo deciso contro l'utilizzo degli animali nel circo.
In città (e nei comuni limitrofi, tra cui Aviano e Fiume veneto) si susseguono gli attendamenti dei circhi con il loro seguito di gabbie, ma nessuna voce ufficiale si è levata per fare (in)formazione sulle conseguenze che questi spettacoli hanno sugli animali che sfruttano. Eppure le idee c'erano: una campagna di cartelloni, dei volantini per le scuole. Perché negare ai nostri bambini di sapere cosa c'è dietro l'atmosfera chiassosa dei circhi?

Qualcuno, quindi, sembra voler fare proprio di Pordenone una sorta di “città del circo”, in grazia ad una pretestuosa quanto infondata sua tradizione (?) circense (???). Questa è la dietrologia di chi vuole inventare di sana pianta una tradizione, il tutto per mantenere questo tristissimo privilegio: di fare i soldi sulle spalle degli animali.
A soffocare in questa opprimente marea reazionaria, sono sempre e solo loro, i nostri amici animali, inascoltati prigionieri di un essere umano che li riduce a tristi imitazioni di sé stessi, maschere svuotate di dignità ma colme di frustrazione e paura, affaticate dai viaggi, dagli esercizi, dagli spettacoli.

Il documento di Annamaria Manzoni
Siamo convinti, ed insieme a noi molti etologi e psicologi, che questi spettacoli non facciano bene né agli animali-umani né tanto meno a quelli non umani.
Annamaria Manzoni, psicologa, psicoterapeuta, studiosa di androzoologia, specializzata in psicologia dell’età evolutiva e per anni impegnata nell’ambito della tutela minorile, è promotrice di un importante e significativo documento (scaricalo QUI) firmato da oltre 650 psicologi che “esprimono motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei  bambini di zoo, circhi e sagre in cui vengono impiegati animali”.
Suddetto documento è stato da noi inoltrato proprio in queste ore ai dirigenti scolastici della provincia di Pordenone, unitamente all'invito a non partecipare alle iniziative organizzate per il Circo Medrano e per altre manifestazioni a venire che prevedano l'utilizzo di animali, e di evitare che venga distribuito materiale pubblicitario o biglietti omaggio nelle aule (i bambini sono il principale bacino d'utenza del circo) e nel perimetro scolastico, visto che si tratta di comunicazioni con finalità commerciali.


L'associazione Animalisti FVG ha organizzato due presìdi allo scopo di sensibilizzare e informare i cittadini sullo sfruttamento degli animali nei circhi.
I presìdi avranno luogo VENERDI' 7 NOVEMBRE (dalle 19:45 alle 21:15) e DOMENICA 9 NOVEMBRE (dalle 15:00 alle 18:30),  nei pressi dell'area di attendamento del circo (Centro Commerciale Meduna)




lunedì 3 novembre 2014

A Pordenone grandi passi indietro - di Paola Re


Riceviamo per conoscenza e pubblichiamo con piacere questa lettera scritta da Paola Re in merito alla questione circhi con animali a Pordenone.


Gentilissim*,
ho appreso dai mezzi di informazione i recenti episodi che hanno interessato la città di Pordenone relativamente al caso “circo con animali”.
La strada verso la liberazione degli animali dalla schiavitù, tutta, è lunga e tribolata: quella degli animali schiavi del circo è una delle tappe da compiere e sembrava che Pordenone avesse fatto qualche passo avanti significativo ma in realtà ci ha messo un attimo a tornare al vecchio status quo.
Tra gli episodi inquietanti di cui Pordenone è stata protagonista, vi è l’attacco fisico, finito in un vero e proprio pestaggio, agli animalisti da parte dei lavoratori del Circo Millennium lo scorso Marzo, testimoniato da fotografie, filmati, servizi televisivi inequivocabili, che forse il Presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni ha sottovalutato, tant’è che così si esprime “…l’impudicizia e il lerciume intellettuale di settori animalisti ieri hanno portato a molestare pesantemente pubblico e lavoratori del Millennium a Pordenone… i metodi animalisti siano mirati proprio a provocare, a far saltare le staffe, perché per ore e ore, davanti all’ingresso del tendone, slogan e cartelli offensivi prendono di mira i circensi e il pubblico formato da famiglie con bambini piccoli, con accuse gratuite, false e denigranti per un intero settore lavorativo… la volontà, da parte di certo mondo animalista, di andare allo scontro fisico con metodi da squadracce e, ripeto, tradendo una impudicizia intellettuale che riflette la totale assenza di valori e rispetto per la dignità umana…Può poi accadere che in qualche caso, deprecabile per certi aspetti, ma ampiamente comprensibile, ci scappi la reazione dei circensi e seguano dei disordini. Il mondo del circo non è disposto a continuare a subire l’odio, quasi razziale, di fanatici che si sono dati la missione di sterminare la gente del circo”. Commentare queste parole è imbarazzante. Sforzandomi di vedere il bicchiere mezzo pieno, noto che il Circo Millennium non sapeva più da che parte sbattere la testa e l’ha proprio sbattuta contro gli animalisti, che forse ce l’hanno più dura. E’ evidente l’incapacità da parte dei circensi di gestire una situazione ormai ampiamente nota: il circo con animali non gode più di quel consenso che aveva un tempo perché sempre più persone acquistano consapevolezza di ciò che esso nasconde. Chi lo difende con la violenza è perché sa benissimo che con la ragione non riesce a farlo.
Al pari del Presidente Antonio Buccioni sta il signor Sandro Sandrin, referente della Libreria Editrice Vaticana che rilascia dichiarazioni altrettanto preoccupanti : “La storia del circo e quella di Pordenone sono intrecciate. Non conoscere questo significa non conoscere la città… Pordenone ha un’antica amicizia col mondo dei circensi. Il circo Togni, dal dopoguerra in poi, è sempre venuto in città… Quando ero bambino io, gli animali arrivavano in treno e attraversavano le vie di Pordenone: era una festa. Gli anziani di piazza della Motta raccontavano questo rapporto di amicizia cresciuto nel tempo e ce lo hanno tramandato come un valore…Va ricordato che nel cimitero monumentale, entrando a sinistra, le prime tombe che si trovano sono proprio quelle dei Togni, a indicare il legame con Pordenone... Anche i circensi hanno il diritto di lavorare, tanto più che il loro è un mestiere molto duro… Il parroco ha difesi i circensi perché sono persone itineranti, sono migranti. Mi meraviglio che gente che si definisce di sinistra non capisca questa cosa... Il sindaco…fare una conferenza stampa per parlare del circo, quando i problemi della città sono ben altri, ha dell’incredibile. ..come Libreria editrice vaticana, intendiamo proporre delle iniziative a favore dei circhi e dei migranti il prossimo ottobre. Perché questo è mondo che merita rispetto”. Il signor Sandro Sandrin reclama il diritto dei circensi a lavorare, come se gli animalisti calpestassero questo diritto. Al contrario, gli animalisti sono dalla parte dei circensi giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti, saltimbanchi, musici... Sono gli animali a non avere il lavoro come diritto e neppure come dovere perché per loro il lavoro è una schiavitù. Gli animalisti sono vicini ai circensi che hanno fatto la scelta di non sfruttare gli animali. Il signor Sandro Sandrin lamenta il fatto che il Sindaco si sia soffermato sulla questione circo, forse tralasciando gli altri problemi. Se un problema esiste, è giusto affrontarlo e magari anche risolverlo: credo che questo sia il compito delle istituzioni e soprattutto è ciò che i cittadini dalle istituzioni si aspettano.
In questa celebrazione dell’apoteosi del circo con animali, la Libreria Editrice Vaticana ha fatto egregiamente la sua parte  . Oltre a promuovere iniziative a Milano, a Scandicci e a Latina in occasione del Festival Internazionale del Circo Città di Latina, “Venerdì 7 Novembre Buccioni sarà invece a Pordenone dove, nell’ambito della tournée del circo Medrano, si tiene una iniziativa che merita di essere segnalata anche per il suo valore culturale. Ad organizzarla – insieme alla Migrantes nazionale – la Libreria Euro 92, che fa capo alla prestigiosa editrice Vaticana. Alle ore 12 è prevista la visita al Cimitero monumentale e la preghiera sulla tomba di Aristide Togni e Teresa De Bianchi, fondatori della dinastia del circo Medrano. Nei giorni di permanenza del circo a Pordenone, la libreria promuove la partecipazione agli spettacoli da parte delle scolaresche per far conoscere il circo alle giovani generazioni.”
Il circo con animali, facendo ormai acqua da tutte le parti, si aggrappa a svariate iniziative collaterali, definite culturali: arte, letteratura, teatro, cinema… Ce lo ritroviamo ovunque perché ovunque esso cerca uno scoglio a cui aggrapparsi ma ovunque troverà la resistenza di chi ha capito che cosa c’è dietro quel mondo. La Libreria Editrice Vaticana non perde la ghiotta occasione di fare riferimento a una eminente personalità della Chiesa, il Papa emerito Benedetto XVI, citando una sua frase pronunciata durante l’udienza alla gente del viaggio in Vaticano nel Dicembre 2012: “Lo spettacolo viaggiante testimone della gioia cristiana della solidarietà”. 
Senza andare così in alto con il Papa emerito, ci si può fermare a Lorenzo Verrando. Qualche anno fa, nel ruolo di incaricato diocesano per la Pastorale Circhi e Luna Park, così si pronunciò : “Personalmente sono rimasto affascinato e allo stesso tempo commosso e stupito al vedere l’armonia che c’è nell’esibizione degli artisti che ogni volta si mettono in gioco. Gli animali che dialogano con l’uomo, il loro addestratore e amico, con il loro “linguaggio” fatto di segni del corpo e  stabiliscono con lui un patto di amicizia e di fiducia giocando con lui. Per questo ho capito che IL CIRCO PARLA DI DIO”. Se il signor Sandro Sandrin lamenta il fatto che il Sindaco parli di circo, come giustifica il fatto che il circo parli di Dio? Forse c’è più attinenza tra Sindaco e circo piuttosto che tra circo e Dio. Ai teologi l’ardua sentenza.
Mentre l’etica cerca di farsi strada in mezzo al degrado specista in cui versa la nostra società, la Chiesa è ferma al Medio Evo, ignorando che molti passi avanti sono stati fatti relativamente all’affermazione dei diritti animali. E aggiungo dei diritti umani perché la presenza dei bambini, quindi delle scolaresche, al circo con animali, non è certo da considerare un loro diritto... casomai una violazione del diritto a crescere serenamente... poiché  è vivamente sconsigliata da professionisti che proprio di bambini si occupano.
Anna Maria Manzoni è psicologa e psicoterapeuta, ipnositerapista e grafo analista; iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia, collabora con il Tribunale dei Minori di Milano e con il Tribunale di Monza; autrice di libri e di articoli su riviste di psicologia (Babele, Infanzia, Psicologia Contemporanea). Si è fatta promotrice di un documento sottoscritto da 650 psicologi che consiglio di leggere.

Cordiali saluti.
Paola Re

venerdì 31 ottobre 2014

L'evangelizzazione dei circensi come nuovo fronte del colonialismo imperialista - di Rodrigo Codermatz

Orlando Orfei con Papa Giovanni XXIII
immagine: wikipedia.org

Cari amici di Pordenone,

domenica scorsa ho avuto il piacere di incontrarvi in occasione della presentazione del mio libro e abbiamo parlato assieme di Apparati Ideologici di Stato althusseriani che, interferendo molto presto nella nostra esistenza e operando su delicate e complesse dinamiche psicologiche transferali, hanno la funzione di riprodurre e perpetrare uno status quo culturale economicamente e politicamente conveniente al sistema che essi rappresentano, un sistema fondato evidentemente su una logica di dominio, sovranità e sfruttamento (animale, ambientale, umano).
Apparati che, come abbiamo visto, usano ampiamente concetti quali tradizione e cultura per mantenere un controllo costante, capillare e invisibile sulle nostre esistenze, le nostre abitudini, i nostri bisogni, i nostri pensieri, i nostri sentimenti; un controllo fortemente repressivo e autoritario che, come dicevo nel mio articolo sulla 'Sagra dei Osei', si avvale di strumenti psicologici di coercizione molto efficaci e totalitari come il doppio legame.
La funzione di questi apparati è quella di annientare il nostro senso critico, dialettico, la nostra immaginazione e intelligenza, è quella di renderci apaticamente miopi e recettivi, di mortificare la spontaneità, le idee, la volontà, l'entusiasmo e la forza creativa, instradandoci in sentieri e percorsi già tracciati e omologati, sicuri e innocui per il sistema. La loro funzione è quella di renderci disattenti, disinteressati, egoisti.
Ma come operano questi apparati? Vogliamo ricordarlo ancora?
Essi non fanno che reiterare i processi mentali e le dinamiche psicologiche che, sin dalla nascita, per fugare uno stato d'ansia trasmessoci empaticamente dalla madre che si sente responsabile della sua 'devozione' (per citare Winnicott) davanti al suo ambiente sociale, portano a costituire in noi un sistema volto a selezionare e salvare situazioni e comportamenti esclusivamente rassicuranti e gratificanti e ad allontanare e dimenticare ogni altro comportamento che possa portare ansia e disapprovazione. 
E' da questa rosa, da questo campionario molto limitato di comportamenti omologati, che noi quotidianamente ripeschiamo le nostre risposte alle diverse situazioni interpersonali che ci si presentano, nei rapporti con gli altri.
Modelli altamente infantili e personali perché è durante la nostra infanzia che si formano e consolidano come comportamenti volti a gratificare le persone di volta in volta più importanti (la madre in primis, il padre, la maestra, il parroco etc.).
Modelli autistici in questa loro completa dissociazione temporale dalla situazione reale hic et nunc: integrazioni e risposte fantastiche che distorcono e velano, che rileggono la situazione reale in termini di infantile sicurezza e per questo ideologiche che tuttavia hanno un loro effetto e riscontro concreto e pratico perché guidano il nostro comportamento e le nostre azioni.
Gli apparati ideologici, metamorfosi sociali delle persone più importanti della nostra infanzia (madre/famiglia, parroco/chiesa, maestra/Scuola), non attendono altro che l'occasione di accecarci con le immagini e i miti della nostra stessa infanzia, riducendoci in uno stato di felice e infantile autismo che non ha più la forza né l'energia di affrontare e vedere obiettivamente il reale anche perché, come diceva Adolph Meyer, l'abitudine col tempo si deteriora. In altre parole gli apparati ideologici surdeterminano politicamente il ricordo per cui quello che viene tramandato o inerisce all'infanzia è politicamente necessario e giusto, è naturale, e normale. 
Perché ho voluto qui ripetere delle cose già scritte e dette proprio a Pordenone pochi giorni fa?
Perchè purtroppo solo dopo il nostro incontro, ho avuto modo di leggere alcune dichiarazioni di Sandro Sandrin (presidente di “Euro '92 Eventi” nonché referente della Libreria Vaticana nella vostra città il cui Festival, quest'anno, sostiene l'arrivo del circo Medrano ai primi di novembre) e del monsignor Giancarlo Perego (direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, che si schiera assieme ai vescovi contro gli incentivi anti-circhi con animali) sulla questione del circo in città dopo gli incresciosi avvenimenti del 30 marzo scorso.
Dichiarazioni che io ritengo veri e propri esempi da manuale di quanto detto sopra circa la cultura e la tradizione come strumenti ideologici e repressivi.
Sia Sandrin che monsignor Perego si fanno portavoce della Chiesa e salutano l'arrivo del circo Medrano a Pordenone come prologo all'incontro tra il papa e i circensi che si terrà in dicembre a Roma.
Ma leggiamo queste dichiarazioni:

La storia del circo e quella di Pordenone- scrive Sandrin- sono intrecciate. Non conoscere questo significa non conoscere la città (…) Pordenone ha un'antica amicizia col mondo dei circensi. Il circo Togni, dal dopoguerra in poi, è sempre venuto in città. Prima in via Roma, poi nell'area dove oggi c'è il tribunale e poi in viale Libertà. Quando ero bambino io, gli animali arrivavano in treno e attraversavano le vie di Pordenone: era una festa. Gli anziani di piazza della Motta raccontavano questo rapporto di amicizia cresciuto nel tempo e ce lo hanno tramandato come un valore (…)  Va ricordato che nel cimitero monumentale, entrando a sinistra, le prime tombe che si trovano sono proprio quelle dei Togni, a indicare il legame con Pordenone”.

I ricordi d'infanzia di Sandrin, l'arrivo di questi animali in treno quasi come dei gitanti con tanto di valigia e maggiordomo, la loro parata per le città, una festa agli occhi di un bambino in un dopoguerra neorealista, felliniano; e poi i vecchi di piazza della Motta con i loro racconti tramandanti valori, “le tombe di due capostipiti della storica famiglia Togni, una figlia dei quali è sposata con il patron del Medrano, all'ingresso del cimitero monumentale di via dei Cappuccini entrando a sinistra” sembrano pagine tratte dalla Saga dei Sartoris di Faulkner.
Quanta immaginazione, quanta poesia per nascondere prima di tutto a se stessi lo sfruttamento e la sofferenza di diverse specie animali, colli di giraffe che svettano sul viadotto del raccordo autostradale, una deprimente e poco estetica invasione di manifesti spesso abusivi in ogni angolo della città e su ogni lampione e, infine, non certo per importanza, l'aggressione violenta che pochi mesi fa tre ragazze e due ragazzi che manifestavano pacificamente contro il circo hanno subìto da parte di sei circensi e il fatto che proprio in concomitanza dell'arrivo del circo in città fra pochi giorni, il titolare del circo Medrano dovrà presentarsi a processo a Padova per rispondere all'accusa di maltrattamenti. E' questo il mondo che secondo Sandrin merita rispetto?
Egli ci parla dal mondo, oggi autistico e fantastico, della sua infanzia che pretende di erigere a cosmo quando ammonisce “non è il caso che il Comune citi in giudizio nessuno, né si costituisca parte civile in un processo” o addirittura identifica con l'entusiasmo di un bimbo la storia del circo con la storia di una città. E' questo il suo autismo: il contrapporre e dare valenza reale e opportunità politica ad un suo ricordo che non ha più alcun correlato con la realtà. 
In realtà il circo è un'attività commerciale come le altre; deve rispondere legalmente dell'aggressione dei cinque ragazzi, pagare la tassa sulle affissioni e sapersi confrontare e rispondere in maniera civile alle obiettive e veridiche denunce della controparte animalista. Non può godere dell'immunità solo perché abita i nostri ricordi d'infanzia. 
Il fatto che il circo sia sempre venuto in città e che sia stato tramandato come un valore dai vecchi di piazza della Motta, che dei monumenti sepolcrali perpetuino foscolianamente la memoria dei suoi capostipiti o, a maggior ragione, che Sandrin lo ricordi come una festa non sono elementi fondanti della sua apoditticità: il suo ricordo sicuro, concluso, claustrofobico e familiare, la sua infanzia tenta di assorbire l'istanza destabilizzante e rinnovatrice (evoluzionaria) della denuncia animalista in quanto critica alla cultura; una surdeterminazione emotiva e nostalgica, un ricordo d'infanzia ha il potere politico di conferire immunità ad una situazione che necessiterebbe, come direbbe Lacan, di un'oggettivazione superiore, di una coscienza critica e paradigmi intellettivi superiori.
Abbiamo a diretto e reale confronto la Pordenone del dopoguerra con gli animali del circo che arrivavano in treno e sfilavano per la città e le istanze più evolute di coscienza animalista.
Alla fine, dopo aver preteso che la realtà ruoti attorno ai suoi ricordi d'infanzia identificando, come abbiamo detto, la storia della città con la storia del circo, Sandrin dà dell'incredibile al fatto che il sindaco Pedrotti abbia convocato una conferenza stampa per parlare del circo, quando i problemi della città son ben altri; ovvero, possiamo ora esserne certi, questa contraddizione ci dice che l'unico circo esistente nel cervello di Sandrin resta quello del dopoguerra, della sua infanzia, una realtà di settanta anni fa che non aveva da rapportarsi con una certa sensibilità verso il mondo animale che possiamo avere oggi.
       
Ora sentiamo monsignor Giancarlo Perego assieme ai vescovi contro gli incentivi anti-circhi con animali (1) :

I graduali incentivi verso attività circensi e spettacoli viaggianti senza animali determinano una scelta culturale precisa che non corrisponde alla storia del circo italiano e non favorisce certamente un corretto rapporto tra uomo e animale (…) spiace che, ancora una volta, un tassello importante e riconosciuto della storia e della cultura italiana venga offeso e sacrificato alla luce di scelte ideologiche (…) la valorizzazione di un mondo animale 'amico dell'uomo', compagno di strada per tante persone e famiglie dello spettacolo viaggiante, con l'attenzione educativa al mondo dei bambini e ragazzi, paradossalmente viene sacrificata, impedendo di fatto di investire in spettacoli e attrazioni in cui possano essere protagonisti gli animali stessi (…) il circo ha guardato agli animali come alla risorsa più importante del proprio lavoro e dello spettacolo”.

Qui abbiamo a che fare con la più completa confusione terminologica: l'espressione 'scelta culturale' è, a mio avviso inappropriata in quanto una scelta che non si allinea al continuum storico-ideologico a cui appartiene (tradizione=cultura) e, anzi, ne segna una rottura o ne prende le distanze, non può dirsi culturale; è una contraddizione in terminis.
Questa scelta, opzione di deliberata divergenza dalla cultura-storia-tradizione, non può dirsi neppure ideologica poiché una presa di coscienza animalista al giorno d'oggi e nella nostra società non può definirsi nè culturale né ideologica: è pura prassi dialettica, critica.
Può darsi certo l'esistenza di una tradizione culturale che abbia sempre incentivato attività circensi e spettacoli viaggianti senza animali: ma in tal caso sarebbe inappropriato l'uso del verbo “determinare” e si dovrebbe dire “appartenere” poiché una scelta non può che inserirsi, contrapporsi o chiudere un continuum storico che si definisca culturale ma non potrà mai aprirlo.
In poche parole non si sceglie la cultura ma una scelta può appartenere o meno o rompere una certa cultura-tradizione.
E' un sottile tranello linguistico che trasforma una semplice scelta di politica fiscale in punto di origine di un'immagine speculare di una storia e cultura, di una tradizione del tutto contrapposta economicamente e politicamente alla nostra.
Terminologia imprecisa che inaugura una successione di gravi distorsioni ideologiche troppo grossolane per passare inosservate anche al lettore più ingenuo, affermazioni nate dalla malafede di una logica sfruttatrice che si tradisce definendo gli animali come risorsa.
Questa logica ci sta dicendo con un gran giro di parole che il solo rapporto corretto tra uomo e animale è quello che ci è presentato al circo: l'animale in gabbia e l'uomo con la frusta; ci vuol far credere che l'animale del circo è l'amico e il compagno di strada del circense e che il circo possa in qualche modo educare i bambini e i ragazzi esibendo animali strappati al loro habitat naturale, alla loro nudità, alle loro posture naturali, la cui esistenza è stata ridotta a mera reazione meccanica e seriale alla paura.
Il circo è la metafora della società umana: ciò che possiamo vedere non sono degli animali ma una semplice e universale situazione politica dove lo sfruttatore ha la frusta o il dolcetto e lo sfruttato sempre le catene o la museruola.
Questo insegna il circo: l'inesorabile logica umana.

E' evidente che sia Sandrin che monsignor Perego hanno il preciso e mirato compito, in un contesto più ampio, di parlare all'utente medio del mezzo informativo (altro apparato ideologico), all'opinione pubblica, di far girare un po' la giostra dei loro ricordi e di farci sbirciare nel caleidoscopio della loro infanzia (la frusta e la catena hanno forse educato il monsignore o sono a suo parere mezzi educativi?): perchè chi li delega sa bene che nel ricordo di ognuno di noi c'è una domenica pomeriggio ormai persa nel tempo passata con i nostri genitori sotto il tendone del circo in un campetto subito fuori del paese, c'è il circo alla tv sotto Natale, un vecchio film di Stanlio e Ollio o una comica muta che ci ha fatto sempre ridere con il suo orango vestito da ballerina, c'è Il piccolo pagliaccio di De Amicis.
E' così che noi ci sentiamo a casa nostra e chiudiamo la porta al minimo giro d'aria, al primo soffio di cambiamento, di miglioramento.


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Due strumenti ideologici le parole di Sandrin e di monsignor Perego con una precisa funzione (relazioni pubbliche) nel contesto di quella vera e propria crociata che è La pastorale nei circhi e nei lunapark della 'Fondazione Migrantes CEI' della quale entrambi si fanno portavoce.
Innanzitutto vediamo l'immagine che la Pastorale ha del circo:

“Lo stesso Gesù, missionario itinerante per tutta la sua vita pubblica che “percorreva tutte le città e villaggi” (Mt 10,35) non avendo spesso una pietra dove posare il capo (Lc 9,58) è emblema di tanta gente dello spettacolo viaggiante che non ha una dimora fissa e spende tanta parte della sua giornata sulla strada; gente che stenta sempre più a trovare una piazza dove sistemare roulotte e attrezzature di lavoro proprio come il bambino di Betlemme per il quale non c'era posto nell'alloggio (Lc 2,7) e chissà per quanto tempo nella sua prima infanzia è rimasto assieme alla sua Famiglia in una dimora che meritasse il nome di casa.” (Pastorale pag. 5) 

e ancora:

Abramo, uscito dalla sua terra verso altra terra ignota, viene descritto dimorante sotto la tenda  (Gen 18,1 ss) e dovette più volte 'levare le tende' (Gen 20,1)

I circensi vivono peregrinando quasi sempre estranei alla società (...) privi di qualsiasi assistenza (Pastorale pag. 6)

“il ragazzo del circo vive in maniera molto simile a quella indicata da Cristo... Cristo era una persona capace di radunare attorno a sé altre persone con lo stesso obiettivo, quello di portare gioia e di insegnare alla gente. (Anche) il circense porta un messaggio e cerca di offrire svago e felicità”. (pag. 36)

“Visto che G. Cristo era un leader capace di formare un'aggregazione così grande di persone, mi piace immaginarlo come il più grande <direttore> di circo di tutto il mondo, cioè di una carovana di persone coscienti di essere solamente di passaggio in questo mondo, che però vuole migliorare portando insegnamento e felicità”(pag. 36)   

“Questo popolo ci ripropone il diritto-dovere del riposo, la bellezza dello svago, valori altamente umani anche oggi, ma che ci riportano ai tempi felici dell'innocenza originale, quando il Dio della creazione passeggiava, in certo senso faceva festa, nell'Eden col primo uomo: questo popolo che professionalmente è gente dello spettacolo e della festa, con quanto soprattutto nei giorni di festa offre al pubblico, richiama la cultura, la spiritualità del settimo giorno”(pag. 37)

e la Pastorale si conclude con le parole di Giovanni Paolo II:

“A questo crescente spostamento di gente la Chiesa guarda con simpatia e favore... perchè in esso scorge l'immagine di se stessa, popolo peregrinante”.(pag. 37)

Forti sovrapposizioni ideologiche e immaginative (popolo d'Israele, Abramo, Sacra Famiglia, Gesù Cristo, Chiesa e Dio) volte forse ad un'azione di politica interna di autoconvincimento della Chiesa e dei suoi apparati evangelici più periferici ad inaugurare una pastorale verso un gruppo sociale che è, nel testo che stiamo leggendo, palesemente considerato inferiore: anche San Giovanni Bosco “il giocoliere di Dio”, “il prete saltimbanco” già da giovanissimo, per conquistarsi i compagni e tenerli sulla giusta strada, imparò a fare il saltimbanco, sembra consolarsi la Chiesa, e Don Dino Torreggiani era l'apostolo delle carovane (pag. 30).

Non a caso segue una vera e propria fenomenologia antropologica della vita quotidiana del circo (vedi il IV paragrafo intitolato Aspetti tipici della loro personalità e professione) per valutare la possibilità e l'economia di un eventuale processo evangelico; si osserva da vicino il circense per assicurarsi che abbia delle qualità che sono molto generiche e universali all'interno della specie umana, presupposti essenziali per la ricezione del messaggio evangelico. Eccone una lista:

amore della famiglia, senso dell'amicizia, coraggio, generosità, dedizione al lavoro, impegno costante anche nella fatica, attenzione ai deboli, rispetto per gli anziani, vicinanza ai malati, solidarietà nella malattia, condivisione delle disgrazie, dei lutti ma anche dei lieti eventi, volontà di dare senso alla vita, solidarietà di gruppo, fiducia, ascolto degli altri e dialogo, legame profondo con i propri defunti 

“gente dal volto molto umano, come era molto umano il volto di Gesu di Nazareth” è la conclusione dell' indagine fenomenologica: anzi

“Ci sono, invece, vari aspetti peculiari della loro vita, della loro mentalità, che possono essere utilizzati a livello di catechesi...la famiglia struttura portante, il viaggio, il tipo di lavoro che svolgono che può diventare una missione (“portare gioia e festa”)”(pag. 25)

addirittura un valore altamente antropologico ed etico dello spettacolo itinerante, una dimensione salvifica-escatologica poiché circo e lunapark servono ad avviare un processo di guarigione di un'umanità sofferente, la 'guarigione ultima' che va identificata nella salvezza eterna. (pag. 13)

Quindi anche fieranti e circensi sono destinatari dell'annuncio della Parola poiché anche loro devono suscitare quella “compassione” che il Signore sentiva per le “pecore sperdute della casa di Israele”; bisogna, scrive il documento, tenere aperta la porta dell'ovile per queste pecore che rischiano di rimanere allo sbando o almeno troppo alla periferia dell'ovile. (pag. 26)  
Qui inizia la vera e propria crociata e il VI Paragrafo della Pastorale (Servizio pastorale specifico per Fieranti e Circensi) ne è il manifesto programmatico ritenendo necessaria all'intervento propriamente pastorale un'azione culturale ed educativa a largo raggio e assieme un'opera basilare di prima o almeno di nuova evangelizzazione (pag. 15) (sottolineatura mia):

In nessun modo lo sforzo pedagogico può condurre alla negazione del loro patrimonio spirituale: è un principio basilare il rispetto e la valorizzazione di tutto ciò che, nella loro cultura, e nelle loro tradizioni, è compatibile con il vangelo e la morale cristiana. La chiarezza di concetto e di linguaggio induce pertanto ad abbandonare termini come... assimilazione, che legittimano in qualche modo procedimenti forzati, diretti o indiretti. Ha invece valore l'impegno per il libero inserimento, che tien in onore la loro originaria identità”(pag. 15) (sottolineatura mia).

Di seguito la Pastorale, in pagine che ricordano i diari dei vecchi conquistadores spagnoli nelle Nuove Americhe, traccia il programma d'attuazione di questo libero inserimento ad uso degli apostoli che dovranno fare opera di promozione umana (pag. 27):


  • purificazione su quanto non possa accordarsi con la fede e pratica cristiana tenendo conto che la religiosità di questi gruppi nasconde una tradizione pagana, talora carica di superstizioni, con elementi di sincretismo o concessioni a riti magici
  • si tratta di cristianizzare non solo i singoli ma la stessa cultura del gruppo etnico
  • cristianizzare progressivamente i costumi e, più profondamente, l'universo culturale di questi gruppi
  • purificare il contenuto religioso originale e dei riti nei quali si esprime
  • riproporre il kerigma ripercorendo l'iter dell'iniziazione cristiana
  • introdurre la consuetudine della preghiera familiare
  • riflettere su un problema che diventa sempre più preoccupante: il rischio, cioè a cui sono esposti molti migranti di perdere la propria fede cristiana ad opera di sette e di movimenti religiosi in continua proliferazione perché “non giova certo alla crescita della fede un cambiamento di appartenenza a una determinata Chiesa o comunità ecclesiale, dato che tra queste e la Chiesa cattolica vi sono importanti divergenze (...) E' da evitare dunque anche la contemporanea frequentazione di due o più Chiese” (pag. 18).
  • Sono da evitare quindi le sette o religioni alternative.


Viene dato un testo per il catechismo dei bambini In cammino con Gesù per portare gioia e festa destinato ai ragazzi dei circhi e dei lunapark e si raccomanda agli 'apostoli' di far presa sulla donna, più sensibile ai valori religiosi, più predisposta ad essere educatrice nella fede. (pag. 32)

Oltre ai giovani e alla donna la terza categoria oggetto e soggetto di pastorale specifica è la famiglia:

“Si è sempre detto, e lo si deve ripetere a titolo particolare per il mondo dei Circensi e Fieranti, che la famiglia, oltre che la prima cellula della società, è pure la prima comunità educante e spesso rimane l'unica”(pag. 31)

Famiglia che nel mondo circense è forse più che altrove unita, compatta, allargata: nel piccolo mondo della carovana, vero nido familiare, il nucleo familiare si estende ai parenti e persino ai nonni che godono di rispetto e venerazione; ciò accresce il senso di vicinanza e di reciproca appartenenza. In più, la casa della famiglia è per i circensi luogo di lavoro e il lavoro stesso elemento unificante della famiglia.
La Chiesa come evangelizzazione consegna il suo apostolato alla famiglia come apparato ideologico più importante.



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“La fondazione “Migrantes” è l'organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per accompagnare e sostenere le Chiese particolari nella conoscenza, nell'opera di evangelizzazione e nella cura pastorale dei migranti italiani e stranieri” (pag. 20).
E' quindi questa la realtà che sta dietro a Sandrin e a monsignor Perego e con la quale noi animalisti tentiamo inutilmente di dialogare!
L'evangelizzazione è imperialismo, colonialismo, espansionismo, sovranità, autorità, dispotismo, totalitarismo, cecità, superbia, completa indifferenza, disprezzo e discredito dell'Altro (sia questo un'etnia, una specie, una religione), guerra fredda che si serve degli umili valori popolari e di miserie sociali come l'ignoranza, la descolarizzazione, la superstizione, la dipendenza dalla necessità di un lavoro per poter condurre la sua battaglia.
Ecco a chi tenta inutilmente di parlare la nostra evoluta coscienza animalista che non ha bisogno di essere blasfema verso se stessa per fondare le proprie convinzioni!
Evoluta coscienza animalista perchè abbiamo il privilegio di poter guardare dritto negli occhi l'Altro (di qualsiasi specie animale esso sia) che soffre, che dipende da noi, che è più sfortunato di noi e sentirci un poco meno responsabili del suo dolore e della sua sofferenza.
Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro, nonché membro effettivo del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, “uomo di profonda cultura”, un paio di anni fa definì l'animalismo “l'idolatria del terzo millennio” che, come tutti gli -ismi, nasconde un sostanziale squilibrio all'interno dell'uomo. Rinvio all'intervista rilasciata a Claudio Monti quale autentico breviario di stupidità e non-sense fondate sulla cattiva fede e su fonti di dubbia onestà intellettuale. (http://www.circo.it/lanimalismo-e-lidolatria-del-terzo-millennio/)
La fortuna di questi signori è che gli stessi migranti quasi sempre, come lor signori ben sanno dalle loro ricerche antropologiche, non hanno né il tempo, né la voglia, né la preparazione per leggere la loro Pastorale; la loro vera integrazione nella società, la loro vera salvezza e redenzione sarebbe essere in grado di leggere quelle pagine e allora sì che questa simbiosi ideologica Chiesa-Circo che ci fa tanto pensare in questi giorni scoppierebbe come una bolla di sapone.
Per concludere, è evidente, dall'analisi della Pastorale, come questi organi ecclesiastici non abbiano alcun interesse a un colloquio dove non ci sia possibilità e terreno fertile per l'evangelizzazione come opera di assimilazione e controllo sovrano delle coscienze. Per loro il dialogo è esclusivamente missione evangelica come espansione imperialista della loro Chiesa, pulizia ed epurazione di ogni manifestazione del totalmente Altro.
La coscienza animalista come riconoscimento e rispetto dell'Altro e dell'alterità nell'altro (sofferenza e morte nell'animale) assurge a una coscienza superiore ed è quindi arido deserto, per pura refrattarietà per la subdola e falsa missione evangelica.
Come d'altra parte la capacità di ascoltare della Chiesa è pregiudicata dalla sua coscienza antropocentrica e sovrana.
E' quindi, tutto sommato, una perdita di tempo tentare un colloquio con la Chiesa e le sue realtà evangeliche nonché un privilegio per noi animalisti non aver bisogno della falsa parola dei suoi apostoli.

Rodrigo Codermatz

(1) Sempre in tema di finanziamenti, il vescovo di Pordenone, Giuseppe Pellegrini, prima di dire che è indegno dell'uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate a sollevare la miseria di altri uomini, sappia che nel 2013 i finanziamenti pubblici in Italia destinati alle attività circensi e di spettacolo viaggiante risalgono a ben 5 447 081,86 euro.

giovedì 30 ottobre 2014

Pordenone e il circo con animali...


Nei giorni che precedono l'arrivo del circo Medrano e del presidente dell'Ente Nazionale Circhi Buccioni a Pordenone - un'iniziativa fortemente voluta, organizzata e sponsorizzata da Lev (libreria editrice vaticana) - rileggendo la moltitudine di informazioni uscite in occasione dell'aggressione avvenuta a danno di alcuni attivisti ad opera degli addetti del circo Millenium (e del suo stesso direttore artistico Derek Coda Prin), sentiamo la necessità di dire che il pestaggio peggiore è avvenuto da parte di:
- tutti coloro che hanno mentito (ecco la vera "impudicizia e lerciume intellettuale");
- chi ha dato grande risonanza a chi mentiva;
- ultimo ma non meno importante, chi per semplice comodo, risentimento o codardia, ha scelto di credere alle menzogne.
Vi invitiamo a rileggere l'articolo di Serena Contardi pubblicato sul n.18 della rivista Liberazioni.
Se le menzogne di chi aveva tutto l'interesse ad alterare la verità per legittimare un fatto così deplorevole possono essere comprese (non certo giustificate), inammissibile è il comportamento di Lev (libreria editrice vaticana) che non solo ha preso le difese degli aggressori (a ricordarlo riportiamo le parole dell’editore Sandro Sandrin), ma - questo è il fatto veramente grave - ha scelto di lanciarsi in una crociata a favore dello sfruttamento animale nei circhi:
"Nei giorni di permanenza del circo a Pordenone, la libreria promuove la partecipazione agli spettacoli da parte delle scolaresche per far conoscere il circo alle giovani generazioni"
Coincidenza (?) vuole che dopo Pordenone, il tour di Buccioni proseguirà con tappa Milano - "A grande richiesta degli operatori, il presidente terrà a Milano una riunione con i circhi presenti nel nord Italia. L’incontro, previsto intorno al 10-12 novembre, si terrà presso il circo Millennium, gentilmente ospitato dalla famiglia Coda Prin".

lunedì 20 ottobre 2014

Le videoricette: Bistecche di soia alla pizzaiola


Un secondo piatto veloce e facile da realizzare, tratto dal libro "La cucina etica" (ed. Sonda). 

Ingredienti:
8 bistecche di soia disidratata
preparato per brodo vegetale
salsa di pomodoro
prezzemolo tritato
1 cipolla
1 rametto di rosmarino
sale e pepe q.b.
olio di oliva extravergine

Procedimento:
facciamo bollire le bistecche di soia in brodo vegetale per 10 minuti
scoliamo e lasciamo raffreddare
quando sono tiepide le strizziamo per eliminate l'acqua assorbita durante la bollitura
facciamo soffriggere la cipolla tritata nell'olio e.v.o. in un tegame antiaderente e aggiungiamo le bistecche di soia e il rametto di rosmarino
uniamo la salsa si pomodoro e saliamo e pepiamo a piacere
lasciamo cuocere a fiamma bassa per alcuni minuti, coprendo il tutto con un coperchio

a cottura ultimata impiattiamo e serviamo, accompagnando le bistecche di soia con un contorno (nel nostro caso insalata di patate)

buon appetito!