In autunno uscirà il primo numero di Animal Studies: rivista italiana di antispecismo – curata dalla redazione di Asinus Novus con l’intento di diffondere, anche in ambiente scientifico e accademico, il complesso dibattitto sull’animalità e le sue diverse intersezioni concettuali.
Il primo numero si chiamerà “politiche della natura”, sarà curato da Marco Maurizi e conterrà, fra le altre cose, un inedito di Slavoj Žižek sull’animalità e la filosofia.
Il secondo numero dedicato alla scienza e agli animali, curato da Mimma Bruni conterrà, invece, un inedito di Tom Regan.
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Si è appena conclusa la 739° edizione della Sagra dei Osei di Sacile e, anche quest'anno, Piazza del Popolo è stata lo scenario della manifestazione di protesta degli animalisti. Vi hanno preso parte numerose Associazioni e quasi duecento attivisti provenienti da diverse regioni d'Italia; un numero, questo, destinato a crescere negli anni, al pari dell'indignazione verso tutte le tradizioni che prevedono sfruttamento, reclusione e sofferenza degli animali.
La protesta ha avuto larga eco e numerosi sono stati gli attestati di solidarietà provenienti da tutta Italia, a riprova di quanto i tempi stiano cambiando. Un cambiamento, sempre più tangibile, verso un vero rispetto nei riguardi del mondo animale. Di questo cambiamento dovranno presto prendere atto anche il Sindaco Roberto Ceraolo e la Presidentessa della Pro Sacile Franca Busetto, i quali si spendono da anni nell'appassionata difesa di ciò che ormai soltanto loro e pochi addetti ai lavori vedono ancora come "festa della natura".
Se è vero che i numeri parlano da se, si può senz'altro dire che sempre meno persone scelgono di premiare questo mercato/esposizione di animali: confrontando le cifre di incassi e affluenze diramate dagli organizzatori con quelle dello scorso anno, la "flessione" salta all'occhio: calo del pubblico, dei biglietti venduti, perfino degli espositori (quest'ultimo dato era nettamente visibile ed è stato confermato da più di un espositore presente in piazza).
La manifestazione di protesta è stata caratterizzata da una serie di episodi che non lasciano dubbi circa l'atteggiamento ostile riservato ai manifestanti da parte di allevatori e sostenitori di questa fiera degli uccelli in gabbia.
Una volontaria aggredita da un espositore alla mostra mercato animali da cortile, diverse attiviste (in Piazza del Popolo) oggetto di volgari invettive e insulti indecenti (fra le tante, la bassezza più grande è stata alludere allo stupro). A una manifestante sono stati gettati addosso un pugno di vermi utilizzati per il pasto degli uccelli ("visto che ti piacciono gli animali tieniteli stretti"), altri sono stati spintonati.
Episodi come questi, ci preme sottolinearlo, non sono nuovi alla Sagra dei osei di Sacile.
Alla luce di tali episodi fanno, a nostro avviso, sorridere le dichiarazioni pre-sagra attraverso le quali il Sindaco e la Signora Busetto hanno speso fiumi di parole sul loro impegno nel rispettare la protesta degli animalisti, chiedendo che il confronto si svolgesse con dignità e rispetto reciproco. Per rafforzare questo concetto, dando un'immagine di apertura e dialogo (non essendo riusciti ad allontanare, come forse speravano, il presidio da Piazza del Popolo), hanno anche sottolineato l'assenza dell'espositore che ha aggredito un manifestante nell'edizione 2011. Espositore che, contrariamente a quanto annunciato, era presente alla sagra.
Cogliamo l'occasione per ricordare ad entrambi che, anche quest'anno, la lezione di dignità, autocontrollo ed educazione la hanno data ancora una volta gli animalisti presenti al presidio, che hanno manifestato per quattro ore sotto un sole africano senza raccogliere provocazioni e con la solidarietà di numerosi visitatori, che hanno assicurato di non voler tornare più a visitare quella che credevano una festa della natura ma che, nella realtà dei fatti, è solo un triste mercato di esseri in gabbia.
Domenica 19 agosto si terrà a Sacile (PN) la 739° edizione della Sagra dei Osei, una delle più conosciute fiere ornitologico – venatorie d’Italia. All’interno degli spazi della fiera saranno esposte decine di migliaia di gabbie contenenti uccelli di ogni genere e vari altri animali. Una manifestazione che, in nome di una tradizione poco edificante, continua ad utilizzare gli animali come fossero fenomeni da baraccone. Uno spettacolo altamente diseducativo che, non a caso, affonda le sue radici nel medioevo, ed ancora oggi costringe in condizioni di estrema sofferenza migliaia di uccelli, costretti a vivere rinchiusi in una gabbia fino alla morte. Spesso, inoltre, le fiere ornitologico – venatorie costituiscono un paravento per il mercato illecito degli uccelli da richiamo utilizzati nella caccia da appostamento. I richiami vengono sottoposti ad un trattamento che stravolge il loro ciclo biologico, allo scopo di farli cantare in autunno, quando è aperta la stagione di caccia e non in primavera come farebbero naturalmente. Diventano così delle vere e proprie esche per i loro simili che, attirati dal canto, finiscono uccisi dal piombo dei cacciatori.
Anche quest’anno le associazioni di tutela degli animali e dell’ambiente: Animalisti FVG, Animalisti Italiani, LAV, LAC, OIPA, ENPA, Associazione Vittime della Caccia, Associazione Venus in Fur, Veganzi, Zedan Ranch-Rifugio del Cavallo prenderanno parte ad un presidio di protesta contro la Sagra dei Osei, che avrà luogo nel cuore della sagra stessa, dalle ore 08.30 alle ore 12.30, in piazza del Popolo a Sacile (PN).
Maggiori dettagli ed approfondimenti sono disponibili al sito www.nosagraosei.org
La sensibilità dell’opinione pubblica, nei confronti della sofferenza degli animali, è in continua espansione, gran parte dei cittadini sanno che anche gli uccelli esposti nelle sagre costituiscono gli insostituibili anelli di una catena della quale anche noi umani facciamo parte. Una volta rinchiusi in gabbia (e ciò vale sia per gli esemplari da cattura che per quelli di allevamento), la catena viene irrimediabilmente spezzata, non c’è più alcun vincolo e alcun legame con la natura, l’uccello diventa un mero oggetto a servizio dell’egoismo di chi lo detiene.
“La Sagra dei Osei di Sacile (PN) rappresenta il residuo di un’epoca nella quale nessuno di noi vorrebbe vivere – commentano le associazioni – riteniamo sia quindi giunto il momento di abbassare definitivamente il sipario su questa manifestazione anacronistica e violenta.”
Anche quest'anno andrà in scena, nella cornice della Sagra dell'Assunta, la corsa degli asini di Porcia, giunta alla sua 110°edizione.
Edizione che ci auguriamo possa davvero essere l'ultima, portando questa sagra paesana ad affrancarsi da spettacoli così tristemente anacronistici e a guardare, finalmente, a un diverso modo di onorare le tradizioni locali.
In Italia purtroppo si convive ancora con spettacoli nei quali gli animali vengono sfruttati dall'uomo a scopo ludico. Per chi li promuove, l'argomentazione con con cui mettere a tacere qualsiasi istanza è l'appello alla tradizione. Sembrerebbe, per questi signori, che rinunciare a corse con animali sia come tradire l'identità culturale del Paese. Come se l'identità culturale di un paese fosse nelle mani (o, in questo caso, nelle "zampe") di alcuni asinelli costretti a correre con in groppa un fantino.
Non di una "gara" si tratta - così sostiene uno degli organizzatori della corsa degli asini di Porcia - bensì di una "semplice passerella". E chi organizza va sempre sottolineando con gran dovizia la legalità di eventi come questo, l'assenza di maltrattamenti, aggiungendo che gli asini non sono sfruttati perché provengono da piccoli allevamenti a gestione familiare.
Ma il punto è un altro e desideriamo ribadirlo con chiarezza anche quest'anno, poiché né il Parroco di Porcia né gli organizzatori della corsa intendono prenderlo in considerazione.
Ciò che dovrebbe divertire adulti e bambini provoca sofferenza psicologica e stress fisico agli animali, e il modello educativo che traspare rispecchia la prevaricazione del più forte sul più debole. Non c'è nulla, a nostro avviso, che giustifichi tutto questo, né regolamento che possa sostituirsi al concetto di empatia nei confronti di esseri che appartengono a una specie diversa dalla nostra. Nulla ci da il diritto di sottomettere gli animali per il nostro divertimento.
E se la legge consente ancora di farlo, ci dovrebbe essere, per chi organizza e sostiene la corsa di Porcia, un imperativo morale ed etico tale da far riconoscere negli animali un soggetto e non un oggetto.
Chiediamo a Porcia di cambiare, come è avvenuto in altri Comuni italiani.
Un esempio recente al quale ispirarsi è quello del Comune di Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto, dove da due anni si è scelto di celebrare il Palio di San Lorenzo senza l’utilizzo di animali. Già l’anno scorso infatti, al posto della tradizionale corsa degli asini, si sono disputati giochi popolani eseguiti interamente dagli abitanti, con grande divertimento ed apprezzamento da parte del pubblico e della LAV Grosseto che premiò il Comune di Monterotondo Marittimo per il suo senso etico e la sua sensibilità.