In questa stagione assistiamo alla sapiente costruzione dei nidi, ai canti di corteggiamento, al volo di ali che solcano spazi infiniti.
Nulla di tutto questo sarà visibile alla 66ª Fiera Primaverile degli uccelli di Sacile, anticamera della più nota Sagra dei Osei.
Domani, 15 aprile, Sacile tornerà ad essere, per un giorno ancora, una città di gabbie e di piccoli prigionieri con le ali.
La gara canora, all'alba, darà il via alla festa, ma non sarà festa per tutti.
I protagonisti dell'evento, a migliaia, si dovranno accontentare come sempre dei loro pochi centimetri di spazio, immersi in un via vai di gente curiosamente attratta da un triste scampolo di natura artificiale.
Anche quest'anno Animalisti FVG esprime fermamente la propria contrarietà a questo genere di manifestazioni nelle quali, come in tutte le fiere ornitologico venatorie, si assiste al tentativo di sdoganare i "valori" del mondo della caccia e dell'allevamento attraverso la creazione di un evento per famiglie.
Dietro parole come "tradizione" e "natura" si nasconde, a nostro avviso, l’esaltazione della gabbia in cui migliaia di uccelli sono costretti a vivere per tutta la loro esistenza.
Imprigionati a vita vi sono moltissimi uccelli migratori, che in natura volerebbero per migliaia di chilometri, ed uccelli esotici, del tutto estranei alle nostre condizioni climatiche ed ambientali.
L’uccello è un essere perfetto con uno spazio ben definito nell’ambiente, a lui riservato quale insostituibile anello di una catena della quale anche noi umani facciamo parte.
Una volta rinchiuso in gabbia, la catena viene irrimediabilmente spezzata, non c’è più alcun vincolo o alcun legame con la natura, l’uccello diventa un mero oggetto alla mercé dell'uomo. La natura è un'altra cosa.
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