Fiera degli uccelli di Arzignano |
"Una sorta di fattoria all'aperto tra recinti ed esibizioni che hanno affascinato soprattutto i più piccoli", commenta il Giornale di Vicenza l'indomani di questa triste fiera.
Parole che descrivono, come uno scatto fotografico, con esattezza chi (anzi, cosa) gli organizzatori di simili eventi desiderano porre in primo piano: "recinti" ed "esibizioni".
Gli animali-schiavi esposti, abusati e venduti, restano sullo sfondo, sfocati, invisibili; se li guardassimo veramente proveremmo una profonda vergogna, noteremmo la loro sofferenza, sentiremmo le loro urla, coglieremmo i continui tentativi di ribellione e, forse, inizieremmo anche noi ad urlare con loro e a dire basta, tutto questo è inammissibile.
E invece no, che festa sia, il commercio innanzitutto.
E i "più piccoli", i bambini? Sfruttiamo anche loro. Vengano signori e signore, pubblico pagante: divertimento assicurato per i più piccini al motto di "imparare giocando".
Ma imparare cosa?
Imparare a non relazionarsi, a non vedere l'altro da sé, ad invadere i corpi altrui.
Ciascuno al proprio posto, ciascuno diversamente sfruttabile: è questo il "divertente" insegnamento offerto da fiere come quella di Arzignano, vere e proprie palestre di desensibilizzazione.
Da alcuni anni siamo presenti ad Arzignano -il 25 aprile, festa della liberazione- per manifestare il nostro dissenso e per documentare quanto accade.
Ogni anno la fiera degli uccelli di Arzignano riesce a distinguersi perché, oltre al "tradizionale" abuso, caratteristico di tutte le fiere con animali, sembra godere di concessioni particolari.
Un'isola infelice dove evidentemente tutto è concesso. A nulla servono le "sfilate" dei numerosi agenti, guardie, veterinari e controllori vari dal momento che per incompetenza, omertà o malafede (sapere per quale delle tre ragioni poco cambia, poiché gli esiti rimangono gli stessi) essi non intervengono quando servirebbe.
Ed è così che, nel tempo, abbiamo visto come in questa fiera sia possibile esporre le gabbie sotto il sole senza preoccuparsi di creare ombreggiature per proteggere gli animali, circolare con cuccioli di cane a caccia di acquirenti, promuovere una lotteria per i bambini con animali in premio, esporre pony appena nati (poco importa se, per stress e carenza di difese immunitarie, potrebbero morire, dopotutto son tanto carini e piacciono a grandi e piccini), lasciare che gli animali vengano palpeggiati e invasi da mani indiscrete (animali stressati e spaventati che, in quanto reclusi, non hanno la possibilità di ritrarsi e fuggire), o utilizzare, come quest'anno, cavalle in avanzato stato di gravidanza per far provare ai bambini l'emozione di una cavalcata.
Indubbiamente ad Arzignano erano presenti tante famiglie, ma-vorremmo ricordarlo- non solo umane: madri, padri e figli, separati, rinchiusi, disperati.
Ci sentiamo di dire agli organizzatori della fiera degli uccelli di Arzignano, compiaciuti per il numero di presenze, che non c'è davvero nulla di cui essere orgogliosi nell'essersi prestati ad organizzare un evento tristemente diseducativo e ad uso e consumo del profitto, in barba anche alle più elementari normative sulla tutela degli animali.
Associazioni aderenti:
AFVG (Animalisti Friuli Venezia Giulia)
LAV (Lega Anti Vivisezione)
ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali)
OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali)
LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia)
CPV (Coordinamento Protezionista Veneto)
VA (Verona Antispecista)
LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli
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