martedì 20 maggio 2014

W il circo, ma senza animali

Il circo dei Freaks (I cosiddetti fenomeni da baraccone)

“Vorremmo che la lotta contro i circensi finisse. Dobbiamo lavorare per campare” : è l’appello dei circensi del circo di Mosca (attendato nei giorni scorsi ad Aviano e ora a Cordenons) riportato dai media locali.

Noi, invece, vorremmo fosse chiaro che gli animalisti non si impegnano in una “lotta contro i circensi” o contro il circo, bensì contro l'impiego di animali questi spettacoli.
Non vi è pregiudiziale nei confronti dell'arte circense (giocoleria, clowneria, acrobatica): oggetto del dissenso da parte degli animalisti è unicamente il circo con animali, protagonisti loro malgrado di esibizioni e performance incompatibili (non ci stancheremo mai di dirlo) con una vita davvero degna di questo nome, oltre che con le proprie innate caratteristiche di specie.
Un circo senza animali non solo è possibile, ma potrebbe essere anche un bellissimo spettacolo per adulti e bambini: una vera festa con giocolieri, acrobati, clown e tutto ciò che il talento e la creatività dell’artista riescono a mettere in scena per intrattenere il pubblico. Peccato ostinarsi a non volerlo.

Spesso si cita il Cirque du Soleil come esempio virtuoso di circo senza utilizzo di animali. Se ciò da una parte è vero, non si può però affermare che esso sia un esempio eticamente positivo, in quanto il Cirque du Soleil sostiene e difende l’uso degli animali nei circhi.

Ciò non toglie che mettere in scena uno spettacolo interamente basato sul repertorio della tradizione circense (senza l'impiego di animali) è cosa non solo attuabile, ma può rivelarsi anche altrettanto redditizio.
Alcuni sostengono che esista un legame indissolubile fra circhi e animali; noi al contrario crediamo che il mondo del circo possa e debba guardare al futuro riuscendo a innovare il proprio modo di fare spettacolo.

Si può essere -o meno- d’accordo su questa scelta, ma riteniamo non sia corretto affermare che gli animalisti si stiano adoperando in una una campagna contro il circo e contro quanti si esibiscono al suo interno, addirittura minacciando il loro lavoro allo scopo di affondare un settore che ha una sua tradizione. Ciò che chiediamo è semplicemente un cambiamento di rotta, perché cambiare significa crescere e innovarsi significa guardare al futuro.
Se se la sensibilità nei confronti degli animali è in continuo crescendo- come noi pensiamo- un circo senza animali potrà, grazie al talento e alla bravura dei propri artisti, guadagnare un pubblico fin’ora inaspettato.

Nel corso della sua storia il circo ha affrontato cambiamenti sostanziali: non dimentichiamo che fino alla prima metà del ’900 nei circhi andavano di moda i cosiddetti freaks, uomini con varie deformità che si esibivano come fenomeni da baraccone ed erano la principale attrazione degli spettacoli del loro tempo. Oggi un circo di freaks umani non sarebbe socialmente, moralmente ed eticamente accettabile. Desterebbe, e a ragione, la massima indignazione da parte dell'opinione pubblica.
Perché questo percorso si dovrebbe interrompere ora? Perché permettere, ancora oggi, l'esistenza un circo basato sulle esibizioni degli animali?   


La difesa del “lavoro” non può essere un dogma aprioristico: il lavoro, qualunque esso sia, deve sempre fare i conti con gli effetti che produce e con le conseguenze che fa ricadere su gli altri, siano essi appartenenti alla nostra o a qualsiasi altra specie.

Il mondo del circo può scegliere di ostinarsi a difendere l’uso degli animali nei propri spettacoli, ma non può aspettarsi di farlo senza che alcuno ne contesti la legittimità morale; questa resistenza a nostro avviso non gli permetterà di percorrere la strada in grado di garantire un vero futuro, e alla fine perderà la sua battaglia. Si può al contrario (ce lo auguriamo) scegliere di cambiare, guardando a un diverso modo di intendere il proprio lavoro: dopotutto quello dei circensi è un lavoro che essi hanno scelto consapevolmente e liberamente, a differenza degli animali.

W il circo, ma senza animali. 

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