domenica 2 febbraio 2014

Tutta la pioggia che ci meritiamo


Da molti anni, forse anche troppi, una parte del movimento per i diritti animali denuncia pubblicamente le tragiche ripercussioni sui mutamenti climatici originate dalla rimozione, da parte della nostra società, della questione legata al consumo di carne.
Una questione in primo luogo etica che l'opinione pubblica, con la complicità e l'assordante silenzio di istituzioni e media, sceglie sistematicamente di non affrontare, dimostrando cecità non solamente nei riguardi del dolore e della morte di miliardi di animali, ma anche per l'inevitabile e già palese stato di allarme in atto nel pianeta che abitiamo.  
In questi giorni assistiamo, in molte aree del nostro paese (anche nella nostra regione), ad una delle sempre più frequenti emergenze legate all'eccessiva quantità di precipitazioni.
Nonostante una naturale apprensione per lo scenario che potrebbe prospettarsi, nessuno sembra interessato a voler prendere atto che quanto accade ha una relazione molto forte con cosa (con CHI) viene messo nel piatto.
Eppure questa ormai innegabile relazione non è frutto della fantasia di animalisti dotati di fervida immaginazione; stiamo parlando di stime attendibili e di dati comprovati, oggettivi e scientifici sui quali, per ragioni di spazio, evitiamo di dilungarci (segnaliamo il video alla fine di questo articolo a quanti interessati ad un approfondimento). 

Ciò che desideriamo mettere in rilievo in questo contesto è l'inammissibile chiusura delle istituzioni, della politica (a partire dagli amministratori locali fino ai massimi esponenti del governo) e di gran parte della comunità scientifica difronte a fatti che, tragicamente, negli anni a venire assumeranno un sempre maggior peso.
Questa chiusura ci sta legittimando a compiere scelte quotidiane senza ritorno: così come -da sempre- è senza ritorno il viaggio di dolore che conduce al proprio destino gli animali di cui ci cibiamo, è altrettanto senza ritorno il viaggio che porta noi e le prossime generazioni a costruire un futuro dalle ore contate.

Si può decidere di continuare a ignorare appelli come questo, bollandoli come sensazionalistici, estremi o addirittura apocalittici.
Si può decidere che, nell'ordine delle cose, ha più importanza guardare al proprio interesse, qui e ora, vivendo una quotidianità immune a tutto ciò che si consuma al di fuori dei rassicuranti confini del proprio giardino, difendendo ostinatamente il diritto ad essere onnivori e demandando ad altri quella presa di coscienza che dovrebbe essere, oggi più che mai, una questione di giustizia sociale e un imperativo morale per tutti. 

Lo si può fare, ma ciò non cancella una imbarazzante e scomoda verità: il consumo di carne e di derivati ha un prezzo che si sceglie, sistematicamente, di far pagare agli animali. Questo prezzo, altissimo in termini di vite, non può più essere ignorato. E' una cambiale scaduta con cui dovremo sempre fare i conti, anche quando avremo finito di fare i conti con la nostra coscienza.  


Per condividere o scaricare il video: TV Animalista

Nessun commento:

Posta un commento