mercoledì 11 luglio 2012

COLONIE FELINE: VITA DURA PER GATTI E REFERENTI DI COLONIA


"I gatti liberi che vivono nel territorio comunale appartengono al Patrimonio Indisponibile dello Stato. "

Questa frase la si può trovare in diversi regolamenti per la tutela degli animali, da Seregno, a Bastia, a Cascina. Il gatto di colonia è tutelato dalla legge 281/91 che sancisce il diritto all'esistenza di colonie di gatti liberi e lo tutela da ogni forma di maltrattamento e allontanamento.

Non fa eccezione il Comune di Pordenone, che nel suo regolamento per la tutela degli animali sancisce che:


"Il Comune, in base alla L. 281/91, alla L.R. 39/90 e relativo regolamento di esecuzione, promuove e disciplina la tutela degli animali da affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono."

Troppo spesso ci troviamo in situazioni d'emergenza, colonie dimezzate da avvelenamenti, referenti minacciati, picchiati, pedinati, oltraggiati. La loro unica colpa è occuparsi della colonia felina.

Tutte le varie dispute sulla presenza di colonie feline su territorio condominiale sono state regolamentate da una recente sentenza del Tribunale di Milano:

"Il Tribunale di Milano, con la sentenza n. 23693 del 30 settembre 2009, ha stabilito che le colonie feline possono convivere negli spazi comuni non alterando la destinazione del cortile condominiale."

Eppure in molti condomini le colonie sono regolarmente registrate, censite dalle autorità competenti che nella maggior parte dei comuni sono le Aziende per i Servizi Sanitari, Aziende Sanitarie Locali e Unità Sanitarie Locali (la nomenclatura varia a seconda della regione di appartenenza), affidate ad un referente munito di regolare verbale e tesserino di identificazione, ma comunque creano scompiglio.

Nonostante tutte le colonie esistenti nel territorio nazionale (salvo qualche sporadico caso in cui l'Ufficio Tutela Animali non richieda espressamente l'intervento censuario delle aziende sanitarie) siano riconosciute e tutelate, ci troviamo ad essere molte volte testimoni, tramite articoli apparsi su Internet o sulla carta stampata, di avvelenamenti, sparizioni misteriose e atti di vandalismo come la distruzione dei giacigli, delle ciotole o trappole improvvisate lasciate accanto al cibo.

Il problema maggiore è la scarsa conoscenza etologica che si ha in particolar modo nei confronti del gatto e ancora oggi, nel 2012, ci troviamo a dover combattere la superstizione, punta dell'iceberg dell'intolleranza verso i felini.

Chi segue una colonia viene spesso tacciato di essere poco pulito, irresponsabile, non sano di mente; viene minacciato che se i gatti transitano davanti alla porta, si potrebbe arrivare a intervenire con un fucile o con il veleno, esattamente come è accaduto nei giorni scorsi a Sacile (PN).

Il gatto è, per antonomasia, un animale di natura libera (come sottolineato anche nel regolamento per la tutela animali del comune di Imperia), pertanto non si può obbligarlo a non transitare nelle zone attigue alla colonia. Sarebbe come voler impedire a un passerotto di appoggiarsi su un albero o a un cane di camminare in mezzo all'erba.
Non solo velati avvertimenti e mormorii di quartiere, ma anche minacce a cielo aperto con tanto di testimoni: questo accade troppo di frequente. Chi ha il coraggio di denunciare viene punito con l'avvelenamento dei gatti della colonia. E in molti, ancora molti, hanno paura, vivono in silenzio e quotidianamente il loro disagio, la loro angoscia.

Il problema che affligge quanti nel territorio operano affinchè le colonie siano regolate da sterilizzazioni, giusta alimentazione e corretta postazione cucce/giacigli coperti, è il sentirsi abbandonati, soli e addirittura oltraggiati in diverse occasioni.

Non esistono, ad oggi, delle forze di Polizia Municipale (organo di pubblica sicurezza che dovrebbe avere competenza in materia) che abbiano una conoscenza approfondita della normativa 281/91 e che siano in grado di assistere in maniera adeguata il referente, vigilando anche sulla sua incolumità. Perché il referente è ogni giorno sul territorio, nella maggior parte dei casi solo.

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