Pordenone, 8 novembre 2014
"Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno giustiziati "
(Piergiorgio Bellocchio)
Leggiamo con sconcerto le dichiarazioni rilasciate dal Signor Buccioni e dal vescovo Giuseppe Pellegrini in merito ai fatti dello scorso marzo e della questione circhi con animali.
Accusando gli attivisti che manifestavano pacificamente d'aver molestato il pubblico, il presidente dell'ente nazionale circhi, Antonio Buccioni, difende l'indifendibile con un ribaltone acrobatico finalizzato a mistificare la realtà.
Riteniamo intollerabile quest'ennesimo attacco che non lede solo le vittime di un brutale pestaggio, bensì il diritto sancito dalla costituzione di esprimere liberamente le proprie opinioni.
Il signor Buccioni mente- come tanti altri in questa triste vicenda- ma noi non ci stiamo e attendiamo che la verità sia ripristinata in un'aula di tribunale.
Siamo disposti a subire diffamazioni e soprusi, che pesano come macigni ancor più delle violenze fisiche, per un solo motivo, che è quello che ci ha portati a manifestare davanti al circo Millenium allora e che ci farà trovare presenti ancora una volta,
davanti al circo Medrano, domenica 9 novembre, per ribadire che tutte le vite vanno rispettate e che nessuno dovrebbe essere considerato un "attrezzo" di lavoro.
Assistiamo increduli a fatti che, in una società che ha l'ardire di considerarsi civile, non dovrebbero accadere: il silenzio e l'omertà delle istituzioni e un Vescovo che si presta, incredibilmente, ad una infelice messa in scena che altro fine non ha che la promozione di un'attività commerciale; le parole spese per rivangare i ricordi di un'infanzia romantica, vissuta nell'ignoranza (perché di questo stiamo parlando: "ignorare le sofferenze di chi viene abusato"), divengono accettabili e comprensibili se viste con gli occhi e il sapere del vescovo bambino, non certo da parte di una persona adulta, conscia del potere di cui gode, che ha la possibilità di informarsi e compiere scelte e azioni consapevoli.
Sono fatti moralmente gravi, che determinano conseguenze e assunzioni di responsabilità.
Nel mentre, le voci dei protagonisti di questa amara storia- gli animali imprigionati e costretti ad esibirsi negli spettacoli, e i bambini, "usati" come alibi per giustificare le scelte di una società "adulta", tristemente indifferente- rimangono inascoltate.
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