Animalisti FVG aderisce alla manifestazione organizzata a Pordenone in occasione della Settimana Mondiale per l'Abolizione della Carne (SMAC); una manifestazione pacifica in memoria di tutte le vittime innocenti che muoiono quotidianamente nei macelli di tutto il mondo.
La manifestazione avrà luogo DOMENICA 2 FEBBRAIO, dalle 15 alle 19, in Piazzetta Cavour.
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Aboliamo gli allevamenti, la caccia e la pesca.
Aboliamo l’uccisione degli animali per la loro carne.
Poiché la produzione di carne implica l'uccisione degli animali che vengono mangiati,
poiché molti di loro soffrono a causa delle condizioni in cui vivono e in cui vengono messi a morte,
poiché il consumo di carne NON è una necessità,
poiché gli esseri senzienti NON devono essere maltrattati o uccisi senza necessità,
l'allevamento, la pesca e la caccia di animali per la loro carne, così come la vendita e il consumo di carne animale, devono essere aboliti.
Chiedere l'abolizione della carne vuol dire mettere in discussione quello che il 99% degli umani considera "l'ordine necessario delle cose"; metterlo in discussione non incoraggiando tante singole scelte individuali, ma rivendicando un cambiamento complessivo del rapporto tra il nostro gruppo sociale di appartenenza- e quindi, in prospettiva, la specie umana come specie predatrice- e gli animali mangiati.
«Gli animali non dovrebbero essere feriti o uccisi senza necessità»: in tutto il mondo, questo precetto fa parte della morale comune.
In tutto il mondo, il consumo dei prodotti animali come fonte di nutrimento è il motivo principale per il quale gli esseri umani feriscono e uccidono gli animali senza necessità.
Questo precetto non è privo di conseguenze; alcune persone rifiutano di consumare prodotti di origine animale, altri riducono il consumo di carne, altri ancora prodotti provenienti da allevamenti che in qualche modo offrono delle garanzie sul trattamento degli animali. Alcuni paesi hanno approvato delle norme che tutelino gli animali da allevamento.
Questo tuttavia non è ancora sufficiente per far sì che questa tendenza si inverta: il numero degli animali allevati e pescati cresce inesorabilmente, mentre l'allevamento industriale diventa la norma. E' illusorio aspettare che le leggi assicurino il benessere dei miliardi di animali che vengono mangiati ogni anno, garantendo loro di vivere e morire in condizioni accettabili: è improbabile che gli allevatori decidano di anteporre il benessere degli animali al profitto, e non c'è abbastanza spazio né forza lavoro per potersi prendere cura di tutti loro.
Riconoscere il fatto che la produzione di carne animale ha un impatto ambientale disastroso non porterà necessariamente a un miglioramento del destino degli animali; se gli interessi degli animali non vengono presi in considerazione in quanto tali, questa consapevolezza potrebbe al contrario condurre a pratiche di allevamento ancora più intensive.
La contraddizione tra i doveri che gli uomini riconoscono di avere nei confronti degli animali e la maniera in cui in realtà li trattano, non implica che le loro dichiarate buone intenzioni siano solo ipocrite.
Ciò che questa contraddizione ci insegna è che i cambiamenti spontanei nel comportamento del consumatore non sono sufficienti per mettere fine alla strage.
Ci sono diversi motivi.
Si tratta di una situazione familiare: i problemi della sicurezza stradale, dell'inquinamento, della povertà umana o dell'abuso di minori non possono essere risolti contando esclusivamente sulla capacità delle singole persone di modificare le proprie abitudini per rimediare alla situazione, anche se in genere queste sono consapevoli di essere in torto.
Per porre fine al terribile destino riservato agli animali che vengono mangiati, la questione dovrebbe essere posta anche a livello politico. Bisogna dare inizio ad un processo che si concluda con l'approvazione di leggi che proibiscano la cattura (la caccia e la pesca) e la produzione (l'allevamento) di animali per il consumo umano.
Le istituzioni pubbliche giocano anche un ruolo fondamentale nella riqualificazione dei lavoratori il cui reddito dipende dalle suddette attività. Questo processo inizia con la volontà pubblica di richiedere l'abolizione della carne.
fonte: http://www.meat-abolition.org/
Abolire gli allevamenti è possibile? video-interviste a Milano
a cura di Oltre la Specie
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