martedì 14 gennaio 2014

Vivisezione: a quando un casus belli?


L'incidente del Golfo del Tonchino fu uno scontro aeronavale tra il cacciatorpediniere statunitense Maddox ed alcune torpediniere nordvietnamite, avvenuto nel Golfo del Tonchino il 2 agosto 1964.
Esso costituì il casus belli che il presidente americano Lyndon B.Johnson adoperò per chiedere la Risoluzione del Golfo del Tonchino (7 agosto 1964) al Congresso americano, ottenendo l'autorità di attaccare il Vietnam del Nord senza formale dichiarazione di guerra.

Uno studio storico del National Security Agency, compiuto nel 2005, ha concluso che il 2 agosto 1964 non c'erano navi nordvietnamite intorno alla Maddox.
Nonostante il capitano della Maddox, John D. Herrick, avesse al tempo messo in dubbio la realtà dell'attacco, il comandante della Flotta del Pacifico, ammiraglio Ulysses S.Grant Sharp, aveva comunque proceduto come se gli attacchi fossero autentici.

Ma possiamo anche andare ancora più a ritroso nel tempo con l'incidente di Gleiwitz, il finto attacco inscenato contro una stazione radio tedesca il 31 agosto 1939; anche qui un casus belli, il pretesto del quale Adolf Hitler si servì per giustificare l'invasione della Polonia da parte della Wehrmacht, dando inizio alla seconda guerra mondiale.

Come non ricordare, tornando ai nostri giorni, i fatti della scuola Diaz: nel tentativo di motivare le violenze avvenute durante la perquisizione (e di giustificare la perquisizione stessa) alcuni dei responsabili delle forze dell'ordine decisero di portare all’interno della scuola Diaz delle bottiglie molotov. Esse, trovate in realtà durante gli scontri della giornata e consegnate al generale Valerio Donnini nel pomeriggio, oltre ad alcuni attrezzi da lavoro rinvenuti in un cantiere vicino, furono addotte come prove a dimostrare la presenza, nell'istituto, di appartenenti all'ala violenta dei manifestanti. Il poliziotto Massimo Nucera, a dimostrazione di una possibile reazione da parte degli occupanti, mostrò una coltellata sul giubbotto antiproiettile, a sua detta inferta da un occupante della scuola. L'agente è stato successivamente accusato di falso e di calunnia: i pm ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento.

La storia- anche quella recente- ci insegna con quanta facilità vi possa essere da parte di qualcuno la volontà di creare un casus belli per innescare un conflitto o per giustificare azioni di rappresaglia che mettano a tacere eventuali posizioni "scomode", andando a sbloccare con la forza una posizione di difficoltà o una situazione di stallo e creando nel contempo un consenso in seno all'opinione pubblica.

E' accaduto e continuerà ad accadere, perché vi sono guerre già in atto (seppure apparentemente invisibili) che attendono solamente di palesarsi ai nostri occhi e di ottenere il nostro benestare.
Guerre cruente che mietono, ogni giorno, milioni di vittime non umane, guerre fatte di giochi di potere inimmaginabili e trasversali, di vittorie costruite a tavolino, anche fra le pareti di uno stabulario.
Per questo non ci stupiremmo se, ad esempio, in qualche laboratorio di vivisezione dovessero essere messi in scena atti di vandalismo da fare poi ricadere sul movimento antivivisezionista, né se qualche "ricercatore" arrivasse a simulare minacce alla propria persona; il nostro casus belli sarebbe così servito, e questo non potrebbe che giocare a favore di chi desidera che un certo dissenso sia messo a tacere una volta e per sempre.

Non è un'ipotesi così remota, se non altro perché in gioco c'è il futuro delle delle lobby del farmaco, ci sono intere carriere di "emeriti" professori e ricercatori costruite sulla pelle viva di animali non umani, nonché somme di denaro ingenti, al cospetto delle quali tutto -per alcuni- è permesso. 
Gli interessi in gioco sono globali, inestimabili, e i referenti di questi interessi non resteranno silenti ancora a lungo, stando a guardare il proprio fortino sgretolarsi. 
A noi pare che le prime avvisaglie di un clima poco chiaro ci siano già tutte.

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