venerdì 17 gennaio 2014

Sperimentazione animale in Senato; quando "conoscenza" non fa rima con "trasparenza"


È da qualche tempo che il dibattito sulla necessità di mantenere o abolire la sperimentazione animale (più nota come “vivisezione”, e da ora in poi S.A.) ha lasciato l’ambito relativamente ristretto degli addetti ai lavori per scendere nelle strade: l’argomento sbanca sui social, rimbalza sui media e finalmente approda ai piani alti — lunedì 13 gennaio, alla Camera si è tenuto un incontro su «La ricerca scientifica senza animali per il nostro diritto alla salute», organizzato dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente; e martedì 14 gennaio il Senato è stato teatro di «Sperimentazione animale, diritto alla conoscenza e alla salute» (secondo appuntamento del ciclo di incontri su "Scienza, innovazione e salute", iniziativa della Commissione Igiene e Sanità del Senato che ha preso il via il 10 dicembre scorso).
Per quanto sgradevole possa essere la constatazione, è fuor di dubbio che le posizioni pro-S.A. e anti-S.A., essendo non soltanto irriducibili ma portatrici di due visioni del mondo radicalmente antitetiche, sono destinate a seguire i rispettivi binari senza trovare un punto d’incontro; e quand’anche i pro-S.A. arrivassero ad ammettere l’inutilità scientifica della vivisezione e quindi, pragmaticamente, accettassero di sospenderla/abolirla, tuttavia non converrebbero mai sul riconoscimento dell’antropocentrismo come radice del problema, e conseguentemente continuerebbero a rifiutare quello che per gli anti-S.A. è non solo un punto fermo, ma il punto focale del problema — l’assunzione di un’etica rispettosa del vivente che abbracci ogni forma di vita oltre a quella umana.
Così, parlare qui di quel che si è detto negli incontri dei giorni scorsi, appoggiando le tesi dell’uno e condannando quelle dell’altro, lascia il tempo che trova.
Più importante, invece, è analizzare il contesto e soprattutto il messaggio finale — senza perdere di vista il fatto che il messaggio (qualunque messaggio) non è necessariamente verbale: il mezzo è il messaggio, diceva McLuhan.

Torniamo agli incontri, dunque. Anche se a una lettura superficiale può sembrare che si tratti di due eventi simili (così simili da poterli confondere o addirittura sovrapporre), in realtà fin dal titolo le due iniziative rappresentano per così dire il manifesto delle due opposte visioni del mondo sul tema: il primo pone come premessa una ricerca senza animali avente per obiettivo la tutela del diritto alla salute; il secondo suggerisce che la sperimentazione animale sia il tramite o forse addirittura la garanzia per l’esercizio di un duplice diritto — alla conoscenza e alla salute.
C’è una differenza fondamentale, però: che l’incontro alla Camera è stato dichiaratamente “di parte”, nel senso che a promuoverlo è stata la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, ovvero un ente che si propone per statuto, fra le altre cose, «il superamento della cultura antropocentrica»; al contrario, l’incontro al Senato si presenta, secondo quanto suggerito dal titolo, come un momento di analisi e confronto sul tema della S.A. 

Di fatto, l’iniziativa è stata promossa dalla Commissione Igiene e Sanità: la Commissione è presieduta dalla senatrice Emilia De Biasi, il che è di scarso rilievo poiché la senatrice De Biasi non sembra avere alcun titolo di competenza tecnica per il ruolo che ricopre, dal momento che i suoi studi si fermano a un diploma di maturità classica; ma della Commissione fa parte la senatrice a vita di recente nomina Elena Cattaneo, convinta sostenitrice dell’indispensabilità della S.A. (o, come ha ribadito in un’intervista all’Huffington Post del 13 gennaio — dell’«impiego etico e legittimo della sperimentazione animale per dare conoscenza e speranza»).
Presumibilmente, dunque, un incontro promosso da chi appoggia la S.A. tenderà fisiologicamente all’affermazione delle proprie tesi.
E, proseguendo con i nomi dei partecipanti, troveremo conferme a questa supposizione.

Vediamo infatti che uno dei coordinatori è Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, molto attento ai temi dell’etica e della bioetica, come ci dice Wikipedia: anzi «Nel 2008 ha scritto Staminalia. le cellule etiche e i nemici della ricerca, una ricostruzione del dibattito etico e scientifico sulla ricerca sulle staminali, recensito, tra gli altri, da Elena Cattaneo sulla rivista Nature.» — lo dice ancora Wikipedia, e ci crediamo. Attualmente, Massarenti è «responsabile dell’edizione domenicale del Sole 24 Ore», come recita il programma. Ma il “Sole 24 Ore” non è un quotidiano economico? Certo che sì: però nel 1997 le edizioni del Sole 24 Ore pubblicavano un libro di Leonardo Frezza, Alla ricerca del farmaco. R&S farmaceutica: ricercatori, processi, management e tendenze — dove R&S sta per “ricerca e sviluppo”: lettura caldamente raccomandata per la comprensione dei meccanismi assai poco etici che regolano questo tipo di ricerca (lo so perché all’editing di quel libro ho collaborato io). Se a questo punto qualcuno comincia a pensare che fra S.A. ed economia ci siano, più che collegamenti, rapporti anche abbastanza stretti, è sulla strada giusta.

Quanto ai relatori, c’è poco da dubitare sulla loro posizione in materia — vediamo qualche nome:

- Maria Conforti, che illustra la lunga, insostituibile tradizione della S.A. nella storia della medicina (sul “come” lo fa non spendo una parola: ci sono i filmati in rete).

- Francesco Rossi, che parla di ricerca farmacologica — chi meglio di lui, presidente della Società italiana di Farmacologia?

- Silvio Garattini, sul quale non c’è bisogno di dilungarsi.

- Alberto Auricchio, che sottolinea l’importanza della sperimentazione animale nello sviluppo di terapie per malattie rare — certo che è importantissima, per uno che fa parte dell’Istituto Telethon.

- Giacomo Rizzolatti, per il quale “le neuroscienze non esisterebbero senza sperimentazione animale” — Rizzolatti, tanto per capire, è il signore di cui si parla qui 

- Pierpaolo Di Fiore, convinto che nella ricerca sui tumori la S.A. sia importante — anche se l’uomo non è un ratto di 70 chili, come ammoniva nel 2009 Thomas Hartung 

- Mario Melazzini, che si esprime sul tema della speranza terapeutica dal punto di vista dei pazienti (ma il dott. Melazzini è affetto da sclerosi laterale amiotrofica: a lui vanno tutti i miei auguri).

- Dario Padovan, che si preoccupa della propaganda contro la sperimentazione animale e affronta il problema della disinformazione: il signore sì che se ne intende, si sarebbe detto in un vecchio “Carosello”, dal momento che è il presidente di Pro-test Italia.

- Emanuele Cozzi, che delinea i danni economici e sanitari derivanti dal divieto agli xenotrapianti (contenuto nella legge oggetto del dibattimento): il che ci porta nuovamente a concentrare la nostra attenzione sulla connessione fra S.A. ed economia — una connessione che sembra sfuggire alla maggior parte delle persone, forse perché non si vuole neanche lontanamente pensare che la purissima Scienza possa essere insozzata dal vile denaro…

- Augusto Vitale, primatologo ed esperto del comportamento animale (nonché a suo tempo firmatario dell’appello “Io sto con il Mario Negri”), che parla appunto dell’impiego dei primati non umani nella S.A. — “primati non umani” vuol dire che anche gli umani sono primati, il che forse dovrebbe suscitare qualche perplessità sul legittimo utilizzo di altri primati nella S.A.: ma poiché i primati umani sono quelli che ripetutamente, nel corso della storia, hanno sterminato in gran numero altri primati umani sulla base di ideologie religiose o politiche, magari non dovremmo stupirci più di tanto.

Il Senato italiano è una prestigiosa istituzione; e le prestigiose istituzioni sono tali anche in virtù della loro correttezza. Infatti l’incontro al Senato ha contemplato anche, per par condicio, l’illustrazione delle metodologie di ricerca alternative alla S.A., attraverso le esposizioni della ricercatrice Isabella De Angelis, che ha illustrato «le alternative alla sperimentazione animale» (e che, in un’intervista rilasciata a daily.wired.it il 23 marzo 2012, alla domanda «I più grandi limiti dei metodi alternativi?» rispondeva: «Per gli studi di tossicità cronica, causata cioè da esposizioni prolungate, analisi di tossicocinetica, sul metabolismo delle sostanze tossiche, e effetti cancerogeni servono necessariamente gli organismi viventi (...)  I metodi alternativi non possono sostituire del tutto la sperimentazione animale»; e del filosofo Simone Pollo, che si è occupato di «etica e relazioni fra esseri umani e animali non umani».
Peccato che non fosse presente neppure una voce dichiaratamente contraria alla S.A.: nel programma figurava il nome della biologa Michela Kuan (LAV - Lega Antivivisezione), che ha preferito non intervenire spiegando le ragioni della sua decisione di non partecipare all’evento in una cristallina e condivisibile “lettera aperta”.
 

Quasi totalità dei relatori a favore della S.A.; campo non neutrale; organizzazione dell’evento a cura di un organismo non super partes — ce n’è d’avanzo per poter dire forte e chiaro che al Senato ovvero al governo di questo disastrato Paese la grande assente è la democrazia.
Quella democrazia che dovrebbe imporre ai suoi stessi rappresentanti — i parlamentari —, prima di chiunque altro, il rispetto delle più elementari regole della civile convivenza e del confronto sereno, pilastri di una società in cui gli elettori siano cittadini partecipi e non sudditi di un’oligarchia. Ancora una volta, la parola chiave è “rispetto”: manca per i non-umani, manca per gli umani — almeno per quelli che la pensano diversamente.
E il cerchio si chiude.


© Alessandra Colla 2014

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